venerdì, 22 Novembre 2024
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DALLO STUDIO DEL DNA, L’ORIGINE DELLE CIVILTA’ DELL’ETA’ DEL BRONZO IN EUROPA

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Le prime civiltà a costruire edifici palaziali monumentali e centri urbani in Europa sono geneticamente più omogenee del previsto, secondo il primo studio del DNA elaborato per sequenziare interi genomi raccolti da alcuni siti archeologici intorno al Mar Egeo. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Cell.

Nonostante le marcate differenze nei costumi funerari, nell’architettura e nell’arte, la Civiltà minoica a Creta, la Civiltà elladica nella Grecia continentale e la Civiltà cicladica nel mezzo del Mar Egeo, erano geneticamente simili durante la prima Età del Bronzo, corrispondente alla fine del III millennio a.C.

I risultati di studio del DNA sono importanti perché suggeriscono che le innovazioni come lo sviluppo dei centri urbani, l’uso dei metalli e il commercio intensivo, effettuati durante la transizione dal Neolitico all’Età del Bronzo, non erano solo dovute a movimenti migratori di massa dall’Egeo orientale, come si pensava in precedenza, ma anche dalla continuità culturale dei gruppi neolitici locali.

Lo studio rileva anche che dal Bronzo Medio (circa 4000-4.600 anni or sono), gli individui dell’Egeo settentrionale erano notevolmente diversi rispetto a quelli della prima Età del Bronzo. Questi condividevano metà dei loro antenati con i gruppi umani provenienti dalle steppe del del Ponto-Caspio, una vasta regione geografica che si estende tra il Danubio e gli Urali, a nord del Mar Nero, ed erano molto simili ai Greci moderni.

I risultati suggeriscono, dunque, che le ondate migratorie dei pastori dalla steppa del Ponto-Caspio o delle popolazioni a nord dell’Egeo che portano la steppa del Ponto-Caspio nel proprio corredo genetico, hanno plasmato la popolazione dell’attuale Grecia. Queste potenziali ondate migratorie sono tutte antecedenti alla comparsa della prima forma documentata di lingua greca, a supporto delle teorie che spiegano proprio l’emergere del proto-greco e l’evoluzione delle lingue indoeuropee in Anatolia o nella regione della steppa del Ponto-Caspio.

Il team di ricerca ha prelevato campioni da resti scheletrici ben conservati provenienti da diversi siti archeologici e hanno sequenziato sei interi genomi, quattro da tutte e tre le culture sviluppatesi durante la prima Età del Bronzo e due da una cultura elladica emersa nella media Età del Bronzo.

I ricercatori hanno anche sequenziato i genomi mitocondriali di altri undici individui della prima Età del Bronzo: il sequenziamento di interi genomi ha fornito ai ricercatori dati sufficienti per un completo studio del DNA ed eseguire analisi demografiche e statistiche sulle diffusioni delle antiche popolazione.

Il sequenziamento dei genomi antichi è una sfida enorme a causa della degradazione del materiale biologico e della contaminazione umana. Il team di ricerca presso l’istituto spagnolo CNAG-CRG, ha svolto un ruolo importante nel superare questa sfida attraverso l’utilizzo del machine learning.

Secondo Oscar Lao, responsabile del Population Genomics Group presso il CNAG-CRG, approfittando dell’enorme numero di campioni e della qualità del DNA riscontrato, i ricercatori hanno sviluppato sofisticati strumenti di apprendimento automatico per superare gli ostacoli generati dalla scarsa copertura genomica e i danni della contaminazione umana moderna, aprendo la porta all’applicazione dell’intelligenza artificiale ai dati paleogenomici.

Olga Dolgova, ricercatrice al Population Genomics Group, ritiene che l’implementazione dell’apprendimento nell’inferenza demografica basata sugli antichi campioni ha permesso di ricostruire le relazioni genomiche tra le popolazioni e di comprendere, in modo affidabile, la quantità e la tempistica di massicci eventi migratori che hanno segnato la transizione culturale dal Neolitico all’Età del Bronzo nell’Egeo

L’Età del Bronzo in Eurasia fu segnata da cambiamenti cardine a livello sociale, politico ed economico, visibili attraverso la formazione dei primi grandi centri urbani e dei palazzi monumentali. Il crescente scambio economico e culturale che si è sviluppato durante questo periodo ha gettato le basi per i sistemi economici moderni vicini alla moderna economia del commercio mondiale.

Nonostante la loro importanza per comprendere l’ascesa delle civiltà europee e la diffusione delle lingue indoeuropee, le origini genetiche dei popoli durante la transizione dal Neolitico all’Età del Bronzo e il loro contributo all’attuale popolazione greca rimangono controversi.

Studi futuri potrebbero indagare su interi genomi provenienti dal Mesolitico all’Età del Bronzo in Armenia e Caucaso per contribuire a individuare ulteriormente le origini della migrazione nell’Egeo e per integrare meglio i dati genomici con le prove archeologiche e linguistiche esistenti.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Centre for Genomic Regulation 

Bronzo in Europa

 

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