TESTA DI STATUA DELLA DIVINITÀ ANAT RINVENUTA A GAZA
Un contadino palestinese ha casualmente rinvenuto una rara scultura in pietra di 4.500 anni mentre lavorava la sua terra, nel sud della Striscia di Gaza.
Secondo funzionari del Ministero del Turismo e delle Antichità dell’Autorità palestinese, la testa di pietra calcarea alta 22 centimetri rappresenti la dea mesopotamica Anat e si stima che sia datata intorno al 2.500 a.C.
Anat è nota soprattutto dai testi di Ugarit dove vi appare come dea vergine e guerriera. Sorella o sposa del grande dio Baal, in un poema discende agli inferi per vendicarne la morte e uccide il dio dell’oltretomba Mot; in un altro offre ricchezze e vita eterna al cacciatore Aqhat, purché le regali il suo arco e, al suo rifiuto, lo uccide.
Il culto di Anat si diffuse in Egitto con il Nuovo Regno, dove era raffigurata con alta tiara ornata di penne, ureo e disco solare e armata di lancia e scudo, e si estese anche nel Vicino Oriente.
La salvaguardia del patrimonio culturale è ancora un annoso problema e le antichità scoperte spesso scompaiono a beneficio di illecito mercati e i progetti di sviluppo edilizio hanno la priorità sulla conservazione dei siti archeologici. L’espansione urbana incontrollata necessaria per ospitare 2,3 milioni di persone, stipate in quel territorio densamente popolato, ha ancora priorità sulle ricchezze del passato.
Nel 2017, il gruppo militante di Hamas, che aveva preso il controllo della Striscia di Gaza un decennio prima, ha distrutto gran parte di un raro insediamento cananeo per far posto a un complesso residenziale per i propri dipendenti disperdento un enorme numero di manufatti tra cui una statua a grandezza naturale del dio greco Apollo che era emersa nel 2013 e mai ritrovata.
A gennaio, i bulldozer che stavano scavando per un progetto abitativo finanziato dall’Egitto hanno portato alla luce i resti di una necropoli di epoca romana.
Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini
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