NUOVO OPEN DATABASE PER GLI STUDI SULL’EUROPA MEDIEVALE
Il CIMA è stato redatto da Carlo Cocozza con il supporto di un team di ricercatori del Max Planck Institute for the Science of Human History, dell’Università Ludwig Maximilian di Monaco e dell’Università di Bologna. Il database è disponibile all’indirizzo di CIMA.
I dati isotopici permettono di arricchire notevolmente la conoscenza della storia del Medioevo europeo che attualmente si basa principalmente sullo studio di dati archeologici, documenti e fonti scritte. Le misurazioni isotopiche dei resti umani contengono una grande quantità di informazioni sulla vita quotidiana degli individui europei vissuti nel Medioevo e di tutto lo spettro socioeconomico, come le diete o i movimenti spaziali dei singoli individui.
I dati isotopici possono, dunque, essere utilizzati anche per ricostruire le pratiche agricole del passato e le condizioni paleoambientali vissute dalle popolazioni del periodo di riferimento.
Nella pubblicazione, Cocozza e i colleghi utilizzano metodi matematici avanzati per analizzare i dati compilati e, in una serie di casi di studio, presentano i primi risultati che illustrano il potenziale di ricerca di CIMA. Questi includono l’indagine sulle pratiche medievali di gestione degli animali, la determinazione dell’origine geografica delle vittime del campo invernale dell’esercito dei “pagani” scandinavi a Repton (Regno Unito) e lo studio delle diete europee durante il Medioevo.
Quest’ultimo caso studio ha anche esaminato l’impatto che il crollo dell’Impero Romano ha avuto sulle diete delle popolazioni che vivono a Roma. La modellizzazione bayesiana è stata utilizzata per quantificare le diete in periodi diversi ed è stato effettuato un confronto con le moderne diete italiane.
L’open database CIMA, dunque, consentirà ai ricercatori di studiare l’impatto dei principali sviluppi storici su diversi aspetti dei modi di vita umani. Con i metadati che caratterizzano il contesto politico, religioso e sociale dei campioni elencati, CIMA consente ai ricercatori di affrontare varie questioni storiche e apre una finestra sulla vita di gruppi spesso sottorappresentati nella letteratura storica.
Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini
Per ulteriori info: Max Planck Institute