I MERAVIGLIOSI MOSAICI DELLA TURCHIA
La Turchia può vantare una tra le migliori collezioni di antichi mosaici del mondo! La maggior parte di questi capolavori risale all’epoca romana ed è stata scoperta nelle regioni meridionali e sudorientali del paese. Molti di questi straordinari esempi di arte musiva sono attualmente esposti in musei privati che assolvono tutte le migliori metodologie di valorizzazione della museologia contemporanea.
Al Museo del Mosaico di Zeugma, a 10 chilometri a est del distretto di Nizip a Gaziantep, luogo importante durante il dominio dell’Impero Romano, sono conservati numerosi manufatti.
Le magnifiche ville della città, la vivace vita sociale e il vivace commercio fluviale ne facevano un centro di attrazione e i suoi artigiani erano rinomati in tutta la regione. La classe di élite, che costituiva una parte significativa degli abitanti del centro urbano, potevano commissionare splendidi affreschi e mosaici per le loro ville.
Gli affreschi furono dipinti dai maestri artisti di Zeugma che adornarono anche i pavimenti con raffigurazioni di storie e figure mitologiche utilizzando le pietre colorate estratte dal fiume Eufrate.
I mosaici rinvenuti durante gli scavi dell’antica città di Zeugma sono ora esposti nel Museo che ne possiede una straordinaria collezione, per diversità di soggetti e colori, oltre che per qualità, in particolare il numero di tessere per metro quadrato.
Le opere del museo sono esposte secondo le tradizioni, la cultura e l’architettura dell’ambiente in cui le comunità, che allora vivevano nella città, trascorrevano la loro vita quotidiana.
Oltre al mosaico della fanciulla gitana, la cui fama si è diffusa in tutto il mondo, la vasta collezione del museo comprende una scultura in bronzo di Marte, il dio della guerra.
Il Museo Archeologico di Hatay offre 3 .250 metri quadrati di mosaici in mostra, la più grande collezione musica del mondo. Sui 10.700 metri quadrati di area espositiva del museo sono esposte opere notevoli del Paleolitico, Neolitico, Calcolitico, dell’età del Bronzo, Ittita, Ellenistico, Romano, Romano d’Oriente, Selgiuchide e Ottomano, secondo nove temi espositivi.
La maggior parte della collezione è stata portata alla luce tra il 1932 e il 1939 dai ricercatori dell’Università di Princeton, negli Stati Uniti. La collezione del museo comprende i mosaici “Arianna abbandonata”, “Yakto” e “Satiro ed Ermafrodite”, oltre al magnifico mosaico “Quattro stagioni” e i mosaici “Nascita di Venere”, “Artemide” e “Scheletro”.
Altre opere degne di nota nel museo includono la scultura di Suppiluliuma, la stele di Arsuz, una scultura assira, la statua di Tyche, il sarcofago di Antakya e la base della colonna del doppio leone.
Il Museo del Mosaico di Haleplibahçe, nella provincia di Şanlıurfa, nota in tutto il mondo per i suoi numerosi reperti archeologici, tra cui le notevoli Colline di Pietra, conserva importanti manufatti musivi.
Il Museo del Mosaico di Haleplibahçe, espone gli unici mosaici che rappresentano le Amazzoni raffigurate in scene di caccia e vita quotidiana Conservati nella sezione del museo della Villa delle Amazzoni, i mosaici sono di grande pregio in quanto realizzati con pietre di 4 mm² prelevate dal fiume Eufrate.
Tra le opere del museo in esposizione, sono presenti i mosaici di “Orfeo”, “Ktisis” e “La vita di Achille”. Il mosaico di Orfeo, rinvenuto a Şanlıurfa, è il più antico (194 d.C.) dei mosaici rinvenuti a Edessa/Urfa. L’Orfeo è significativo perché sul mosaico compare il nome dell’artista, Bar Saged.
Il Museo del Mosaico del Gran Palazzo, a Istanbul, mostra reperti musivi che furono portati alla luce nel 1935 durante gli scavi nella sezione nord-est del chiostro del Magnum Palatium romano d’Oriente. Le opere comprendono 150 figure umane e animali e 90 temi diversi, datati tra il 450 e il 550 d.C. Si ritiene che questi mosaici, contenenti scene di vita quotidiana, natura e mitologia, siano stati realizzati da artigiani sotto la direzione dei principali maestri mosaicisti dell’epoca. Il museo si trova all’interno del Mercato Arasta, nel complesso della Moschea Blu.
Ora non resta che andare a visitarli…
Daniele Mancini