Secondo i ricercatori dell’Università di Varsavia e dell’Università Cardinal Stefan Wyszynski, il quarzo in polvere per la produzione di vasi in maiolica rivestiti di faience rinvenuto dagli archeologi polacchi durante gli scavi nell’antico centro urbano di Athribis, la città del Basso Egitto, presso la moderna Benha, nel delta del Nilo, proveniva da cumuli di scorie rimasti inutilizzati dopo l’estrazione dell’oro.

Oggi Tell Atrib, Athribis, era un importante centro politico dove la missione archeologica polacco-egiziana operante lì tra gli anni 1985-95 ha portato alla luce resti di terme, botteghe artigiane e un’antica villa romana.

Le fornaci  hanno attirato l’attenzione dei ricercatori anche se, inizialmente, non era chiaro a cosa potessero servire. I ricercatori presumevano che i vasi di maiolica e faience fossero stati cotti al loro interno poiché alcuni di essi è stato rinvenuto proprio nelle fornaci. La maiolica egiziana è il termine usato per descrivere oggetti realizzati con argilla con aggiunta di quarzo sinterizzato.

La responsabile del progetto di ricerca, la geologa ingegneristica Małgorzata Zaremba, dell’Istituto di Archeologia dell’Università Cardinal Stefan Wyszyński di Varsavia, ha recentemente terminato la sua ricerca sui prodotti in maiolica di Tell Atrib . È stato confermato che alcune delle fornaci identificate diversi decenni fa potrebbero effettivamente essere state utilizzate per cuocere vasi di maiolica a una temperatura di 1050-1150° C.

I ricercatori hanno anche analizzato la composizione chimica di sette frammenti di ciotole di circa 2000 anni scoperte a Tell Atrib. Questi erano manufatti esclusivi ricoperti dallo smalto blu e lucente tipico della maiolica rivestiva di faience. La faience poteva avere funzioni decorative ma anche rivestire oggetti di uso quotidiano utilizzati nelle case e sulle tavole delle élite di allora.

I manufatti analizzati sono decorati con motivi convessi e concavi tipici delle culture egiziane, greche e orientali, motivi geometrici e floreali (fiori di loto, foglie, ecc.), scene figurative. Secondo i ricercatori polacchi, per formare le decorazioni del vasellame, venivano usati stampi in due pezzi con motivi visibili sulla superficie del vaso. Difficile dire con certezza di cosa fossero fatti gli stampi perché non sono ancora stati individuati. Probabilmente erano fatti di argilla stressa o gesso.

Tra i dati dello studio, si è riusciti a determinate con precisione la composizione dei manufatti ceramici. La miscela da cui venivano realizzati gli oggetti in maiolica egiziana era composta da quarzo in polvere al 90% circa, miscela di farina di ossi e calce bruciata al 4% circa, fluvisolo di fiume al 2% circa, 2% di gelatina, 1% di farina di feldspato e 1% di solfuro di piombo. Ciascuno di questi ingredienti aveva una funzione importante durante il processo di cottura: ad esempio, la gelatina conferiva alla miscela la sua plasticità.

La Zaremba conferma che tutte le materie per la produzione dei vasi in maiolica e faience provenivano dall’Egitto, incluso le sue regioni più lontane. Tutti i campioni di vasellame di maiolica di Tell Atrib analizzati erano stati realizzati con polvere di quarzo di alta qualità proveniente dalle vene d’oro delle miniere nel Deserto orientale in Egitto. La ricercatrice aggiunge che il quarzo per la produzione della maiolica proveniva da cumuli formatisi dopo l’estrazione dell’oro, siti che si trovano a 500-600 km da Athribis, tra il Mar Rosso e la Valle del Nilo.

Secondo la Zaremba, i risultati non dovrebbero essere generalizzati, non si possono applicare ad altri prodotti in maiolica provenienti dall’Egitto, a causa della tradizione millenaria della produzione di prodotti in maiolica in Egitto e delle differenze esistenti tra i singoli laboratori coinvolti nella loro produzione. Fino a oggi, comunque, nessun team di ricerca ha tentato un’analisi così completa degli oggetti in maiolica, in particolare dei loro nuclei.

Tuttavia, la metodologia di ricerca sviluppata e i risultati ottenuti possono incoraggiare altri ricercatori a condurre ulteriori ricerche interdisciplinari su oggetti di maiolica, non solo del periodo tolemaico.

Gli oggetti in maiolica e faience erano molto popolari durante la lunga storia dell’antico Egitto. Statuette (ushabti), ciondoli e amuleti blu e verdi (scarabei) o a forma della chiave della vita (ankh), sono stati realizzati in maiolica in Egitto per diverse migliaia di anni. Fino ad oggi, le ricerche realizzate non hanno determinato la miscela esatta e il metodo di produzione.

Gli oggetti più antichi realizzati in maiolica egiziana e faience risalgono ai tempi dei costruttori delle prime piramidi, oltre 4.500 anni fa mentre una tecnologia proto industriale fiorì a metà del II millennio a.C. e, successivamente, durante il regno di Hatshepsut e Ramses il Grande.

Lo sull’analisi degli oggetti in maiolica Tell Atrib è stato recentemente pubblicato sulla rivista MDPI.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: PAP