SPLENDIDE FIGURE DELLA CULTURA PROTOSTORICA DI TARTESSOS RINVENUTE PRESSO BADAJOZ, SPAGNA
Le indagini eseguite nell’ambito della V campagna di scavo presso il sito di Casas del Turuñuelo, tra i centri urbani di Guareña e Badajoz, circa 200 km a N di Siviglia, Spagna, hanno permesso di portare alla luce i resti di cinque immagini in pietra raffiguranti volti umani, ascrivibili al V sec. -IV a.C., relativi alla Cultura di Tartessos.
La scoperta è stata effettuata durante lo scavo del settore orientale del sito, l’area attraverso la quale si accede al patio di un edificio dove è stato documentato un massiccio sacrificio di animali, principalmente cavalli.
Il team dell’Instituto de Arqueología, un centro del Consejo Superior de Investigaciones Científicas, e della Junta de Extremadura, guidato da Esther Rodríguez González e Sebastián Celestino Pérez , ha confermato che del gruppo di figure recuperate, almeno due dei rilievi sono quasi ricomponibili e corrispondono a due figure femminili ornate di orecchini notevoli che rappresentano pezzi tipici dell’oreficeria della Cultura di Tartessos.
Fino ad oggi, manufatti in oro simili a quelli individuati tra le figure rinvenute sono stati scoperti in alcune in enclavi della Cultura tertessiana come il sito di Cancho Roano, sempre nei pressi di Badajoz, o all’interno del Tesoro di Aliseda, un corredo funerario tartessiano trovato a Cáceres, ancora più a N, nel settore centro-occidentale della Penisola iberica.
L’alta qualità tecnica e il dettaglio artistico dei manufatti in pietra rinvenuti lascia supporre che si tratti della rappresentazione di due divinità femminili del pantheon tartessiano. Tuttavia, i ricercatori non escludono che siano figure di spicco nella società tartessiana.
Insieme alle due figure femminili sono stati recuperati altri frammenti che apparterrebbero ad almeno altri tre individui, uno dei quali identificato come guerriero di cui si è identificata una parte dell’elmo.
Secondo gli archeologi spagnoli, questo straordinario ritrovamento rappresenterebbe un profondo cambio di paradigma nell’interpretazione della Cultura di Tartessos, tradizionalmente considerata una cultura aniconica per la rappresentazione della divinità se non attraverso motivi animali o vegetali o attraverso i betilos, delle particolari pietre sacre, sebbene, dal punto di vista cronologico, è il periodo finale di quaesta particolare cultura protostica spagnola.
Construyendo Tarteso è un progetto dell’Agencia Estatal de Investigación creata all’interno del Plan Estatal I+D+i del Ministero della Scienza e dell’Innovazione. Il suo obiettivo principale è caratterizzare dalla valorizzazione della cultura materiale tartessiana attraverso l’analisi architettonica dei grandi edifici scavati negli ultimi decenni.
Il team di Construyendo Tarteso, che ha iniziato la sua prima campagna di scavo nel 2015 presso il sito Casas del Turuñuelo e nell’anno in corso il lavoro si concentra sul settore orientale del sito poiché, dopo i lavori eseguiti nel 2022, l’obiettivo attuale è cercare di individuare il punto di accesso dell’edificio sopra citato. Trattandosi di costruzioni che seguono lo schema di orientamento a E, verso il sorgere del sole, si cerca di scoprire se esiste una simmetria con il patio o se potrebbe esserci una porta che comunica direttamente con detto spazio.
Il sito è unico per molti aspetti, principalmente per il suo eccellente stato di conservazione. Ad oggi, è l’edificio di terra cruda meglio conservato nel Mediterraneo occidentale, con la conservazione dei suoi due piani di costruzione. Il suo ottimo stato di conservazione consente di documentare tecniche costruttive e soluzioni architettoniche fino ad oggi non documentate in un sito della Cultura di Tartessos.
Oltre agli elementi architettonici, come la conservazione di elevazioni di muri alti fino a cinque metri, è significativa la presenza di un sacrificio di massa di animali, il più grande finora documentato nel Mediterraneo occidentale.
Eccezionali sono anche i materiali che custodiscono e il loro “riposo”: una scultura, in marmo pentelico, di cui sono rimasti solo i piedi o il servizio di tazze in argilla di origine macedone o una collezione di reperti avori etruschi che mostrano la ricchezza culturale e materiale di questa enclave unica.
Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini
Per ulteriori info: CSIC