sabato, 23 Novembre 2024
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TOMBA PREISTORICA DI 5400 ANNI RINVENUTA AD ANTEQUERA, SPAGNA

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Una imponente tomba di 5.400 anni posta nei pressi di una montagna isolata nel sud della Spagna è stata portata alla luce da un team di archeologi dell’Università di Siviglia e suggerisce che il singolare monte potrebbe essere stato significativo per i gruppi umani preistorici dei dintorni.

L’area nella campagna vicino alla città di Antequera è rinomata per i suoi monumenti preistorici megalitici e la tomba ritrovata sembrerebbe risolvere uno dei misteri dell’allineamento delle grandi pietre.

La tomba sembrerebbe essere stata progettata per incanalare la luce del sole nascente di mezza estate in una camera profonda all’interno della tomba, proprio come la tomba megalitica a tumulo contemporanea costruita a 1.600 chilometri di distanza, a Newgrange, in Irlanda, suggerendo che entrambi i luoghi condividessero credenze simili sull’aldilà in quel periodo della preistoria.

Secondo Leonardo García Sanjuán, archeologo del Departamento de Prehistoria y Arqueología della Facultad de Geografía e Historia nell’Università di Siviglia, la tomba di Newgrange è molto più grande e più complessa della tomba cdi Antequera ma hanno in comune l’interesse dei costruttori a utilizzare la luce solare, in un periodo specifico dell’anno, per produrre un simbolico effetto.

Secondo lo studio di Sanjuán, pubblicato sulla rivista Antiquity, il substrato roccioso del sito è inclinato rispetto alla posizione dell’alba al solstizio d’estate e i costruttori hanno deliberatamente realizzato una cavità per far entrare la luce del sole.

L’archeologo ritiene che gli artigiani preistorici abbiano lavorato abilmente per creare una disposizione di pietre poi incise e forse anche dipinte affinchè la sacralità del sito fosse esaltata nell’alba del solstizio d’estate entrando direttamente nella parte posteriore della camera.

Il nuovo studio descrive gli scavi di García Sanjuán e del suo team effettuati accanto a un’importante montagna calcarea nota come La Peña de los Enamorados,  la Roccia degli Amanti, nome tratto da una leggenda secondo la quale due amanti sfortunati si uccisero gettandosi giù da essa. La montagna è famosa anche perché sembra il profilo della testa di un gigante addormentato, soprattutto nei momenti di scarsa luminosità come l’alba e il tramonto.

García Sanjuán e i suoi colleghi hanno scavato la tomba alla fine del 2020 nella regione del “collo” della montagna, vicino al rifugio roccioso di Matacabras adornato da pittogrammi che si pensa siano stati dipinti circa 5.800 anni fa. Gli archeologi ritengono che la tomba sia stata realizzata poche centinaia di anni dopo la realizzazione delle pitture rupestri e che sia stata utilizzata per le sepolture per più di 1.000 anni.

Gli archeologi hanno trovato diversi depositi di resti umani  risalenti a tre fasi principali del suo utilizzo, oltre a numerosi frammenti di ceramica.

L’area di Antequera è famosa per le sue formazioni rocciose naturali come La Peña e i monumenti megalitici della regione, che potrebbero essere stati influenzati dalla geografia locale. Il più famoso è il Dolmen di Menga, una delle strutture megalitiche più grandi e antiche d’Europa, costruita tra il 3800 a.C. e il 3600 a.C.

Il passaggio nel Dolmen di Menga non è allineato all’alba o al tramonto del solstizio, come ci si potrebbe aspettare, ma punta verso La Peña de los Enamorados, a circa6,5 km di distanza a nord-est. Gli altri due megaliti rinvenuti nella regione furono edificati  più tardi e sembrano puntare altrove.

La camera interna della tomba ritrovata di Antequera è decorata con una pietra differente e con segni di increspature sulla sua superficie e risulta proveniente da una regione che un tempo era stata una spiaggia o parte del fondale marino.

La pietra era posta in modo che la luce del sole nascente di mezza estate cadesse su di essa; inoltre, la parte della camera funeraria di fronte ad essa sembra essere stata tenuta libera da resti umani. Questi individui avrebbero  scelto questa pietra proprio perché creata queste forme ondeggianti e ondulate.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: García Sanjuán

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