giovedì, 26 Dicembre 2024
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NUOVO STUDIO SUGGERISCE COME L’EVOLUZIONE CULTURALE DELL’HOMO SAPIENS SIA STATA MENO NETTA E PIU’ COMPLICATA

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Uno studio condotto da ricercatori del Museo dell’Università di Nagoya in Giappone potrebbe cambiare il modo in cui comprendiamo l’evoluzione culturale dell’Homo Sapiens al momento della sua dispersione in tutta l’Eurasia, tra 50.000-40.000 anni fa. Questi risultati mettono in discussione alcune tradizionali teorie sui tempi e sulla natura delle transizioni culturali durante questo periodo critico della storia umana nella Giordania Meridionale.

Pubblicate sulla rivista Nature Communications, le intuizioni dei ricercatori sulla tecnologia degli utensili in pietra suggeriscono che la visione comune di una “rivoluzione” nella cultura e nella tecnologia che ha permesso agli esseri umani anatomicamente moderni di superare i Neanderthaliani e altri esseri ominidi arcaici era un processo di evoluzione culturale più sfumato e complicato.

Il team di ricercatori si è concentrato sulla transizione culturale del Paleolitico medio-superiore (MP-UP), un confine importante tra due fasi chiave della nostra evoluzione-

Il Paleolitico medio (da 250.000 a 40.000 anni fa) vide la coesistenza di esseri umani anatomicamente moderni con gli Uomini di Neanderthal e ominidi arcaici esistenti allo stesso tempo. Culturalmente, gli esseri umani anatomicamente moderni e i Neanderthaliani avevano una tecnologia simile per gli strumenti di pietra, come la creazione di strumenti utilizzando i “metodi Levallois“, che prevedevano di colpire le pietre con uno strumento simile a un martello.

Il Paleolitico superiore (50.000 e 12.000 anni fa) è il periodo in cui gli esseri umani anatomicamente moderni compirono ampie espansioni geografiche e gli ominidi arcaici si estinsero. Durante questo periodo emersero nuovi elementi culturali in vari ambiti, tra cui la tecnologia degli utensili, l’acquisizione di cibo, la padronanza del mare e l’espressione artistica negli ornamenti e nell’arte rupestre.

Tradizionalmente, gli studiosi consideravano la transizione del Paleolitico medio-superiore come un cambiamento improvviso segnato dall’emergere rivoluzionario di nuovi elementi culturali. Un esempio è l’ipotetica mutazione neurale improvvisa nell’Homo Sapiens che avrebbe portato alle loro capacità cognitive superiori. Questo cambiamento avrebbe permesso loro di sconfiggere gli altri ominidi arcaici e di portare i Neanderthaliani all’estinzione.

Tuttavia, questo studio mette in discussione questo paradigma!

EVOLUZIONE CULTURALE

I ricercatori hanno esaminato la produttività degli utensili in pietra più all’avanguardia in un arco di 50.000 anni che comprendeva sei fasi culturali dal Paleolitico medio-alto, attraverso il Paleolitico superiore, fino al periodo Epipaleolitico. Hanno scoperto che il maggiore aumento della produttività innovativa non si è verificato prima o all’inizio della diffusa dispersione dell’Homo Sapiens in Eurasia ma successivamente, dopo la loro dispersione iniziale, in coincidenza con lo sviluppo della tecnologia delle lamelle nel Paleolitico superiore inferiore.

Questo risultato mostra un complicato processo di cambiamento culturale che coinvolge più fasi piuttosto che un’unica “rivoluzione”.

Secondo il ricercatore Seiji Kadowaki, la transizione culturale dal Paleolitico medio al Paleolitico superiore è stato un processo evolutivo complesso che ha coinvolto molteplici aspetti e cambiamenti avvenuti in un lungo periodo. In termini di produttività all’avanguardia, l’Homo Sapiens non avrebbe iniziato a diffondersi in Eurasia dopo una rapida rivoluzione nella tecnologia degli utensili in pietra, ma l’innovazione nella produttività “all’avanguardia” è avvenuta più tardi, in tandem con la miniaturizzazione. di strumenti di pietra come le lame.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Nagoya University

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