giovedì, 21 Novembre 2024
Scoperte&SitiArcheologici

NUOVE RICERCHE ARCHEOLOGICHE IN OMAN

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Una spedizione archeologica del Polish Centre of Mediterranean Archaeology dell’Università di Varsavia ha concluso la stagione di ricerche nel nord dell’Oman individuando tracce di antica metallurgia e resti di insediamenti dell’Età del Bronzo e del Ferro.

La ricerca si è concentrata sulla cosiddetta microregione di Qumayrah, dove la spedizione dell’Università di Varsavia lavora dal 2016. Ad oggi, il team ha registrato dozzine di siti archeologici precedentemente sconosciuti di varie cronologie, dal periodo Neolitico ai tempi premoderni.

La spedizione ha effettuato l’ultima stagione di documentazione nell’ambito del progetto “Development of Bronze and Iron Age Settlement in the Mountains of Northern Oman” guidato da Piotr Bieliński. Un’altra parte del team, guidata da Agnieszka Pieńkowska, ha lavorato al progetto “The role of copper mining in shaping Bronze Age settlements in northern Oman. Archaeological and geological research in the mountain region of Qumayrah”.

Nell’ambito del primo progetto, in dieci siti sono stati condotti un’indagine archeologica e geologica e scavi di prova. Sono state documentate più di cinquanta strutture di diversi periodi dell’Età del Bronzo identificate nelle Culture di Umm an-Nar e Wadi Suq, diverse strutture dell’Età del Ferro insieme a dozzine di elementi di periodi successivi o di cronologia indeterminata. Tra le più antiche, datate alla Prima ‘Età del Bronzo, o al cosiddetto Periodo Umm an-Nar (2600–2000 aC circa), di particolare interesse le torri circolari in pietra tipiche di questa cultura di tombe a torre.

In generale, secondo Bieliński, le tracce di insediamenti del Periodo Umm an-Nar sembrano essere più diffuse nell’area di studio a dimostrazione che anche una regione situata in una valle montuosa dell’entroterra potrebbe aver partecipato al boom economico e demografico avvenuto in questo periodo.

Tra le scoperte realizzate dagli archeologi, sono stati individuati i resti di un insediamento dell’Età del Ferro. Secondo Bieliński, si tratterebbe di un insediamento, probabilmente dotato di torre di osservazione o di difesa, situato su una collina che domina l’incrocio di due valli, forse utilizzato dalle carovane in viaggio dalle grandi oasi dei monti Hajar meridionali alla costa del Golfo di Oman da un lato, e ai centri situati nel territorio degli odierni Emirati Arabi Uniti dall’altro. Nella parte scavata del sito sono stati rinvenuti trentatré ambienti su un’area di circa 1400 m 2 , appartenenti a case contigue disposte su entrambi i lati di una stretta strada, non proprio un insediamento rurale che ci si aspetterebbe in un centro di montagna così piccolo.

Identificare tracce di metallurgia nei dintorni della microregione di Qumayrah era l’obiettivo del secondo progetto intrapreso durante la scorsa stagione. In questo compito, il team archeologico è stato assistito dai geologi dell’Università AGH di Cracovia, dell’Istituto geologico polacco e della Facoltà di Geologia dell’Università di Varsavia. I siti che hanno prodotto i reperti più ricchi legati alla fusione dei metalli, soprattutto rame, sono concentrati intorno a Wadi Salh, dove è stato documentato un nuovo complesso di siti.

La Pieńkowska conferma che hanno individuato campi di scorie che misurano circa 220 x 50 m e spessi da 25 a 40 cm. In superficie sono stati rinvenuti decine di utensili in pietra utilizzati per la frantumazione del minerale e numerosi frammenti delle pareti di fornaci utilizzate per la fusione del rame. Sono stati conservati anche i resti degli edifici che molto probabilmente servivano come officine. Secondo la Pieńkowska, i complessi erano i resti di attività a lungo termine legate alla lavorazione del rame la cui cronologia potrà essere risolta solo dopo l’analisi dei materiali di datazione.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Università di Varsavia

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