sabato, 23 Novembre 2024
Scoperte&SitiArcheologici

L’ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI “CASALINGHI” DEI NEANDERTHALIANI DI RIPARO BOMBRINI, LIGURIA

Per leggere questo articolo occorrono 4 minuti

🎯🎯🎯In uno studio  pubblicato sulla rivista  Journal of Archaeological Method and Theory, gli archeologi dell’Università di Montréal e dell’Università di Genova rivelano che, nel sito Riparo Bombrini, lungi dall’essere più primitivi del dovuto, i Neanderthaliani stabilirono i parametri di un luogo, quale loro abitazione, nello stesso modo dei loro  successori Homo sapiens.

Analizzando i manufatti e le caratteristiche dei livelli Protoaurignaziano e Musteriano del sito Riparo Bombrini, in Liguria, Italia nordoccidentale, i ricercatori hanno scoperto modelli comuni di insediamento tra le due specie di ominidi.

Mappando la distribuzione di strumenti di pietra, ossa di animali, ocra e conchiglie marine nei vari depositi del sito, sono stati in grado di produrre modelli chiari e interpretabili dei modelli spaziali del sito, identificando gruppi differenti di manufatti e materiali e dedurre il significato comportamentale dei diversi gruppi che vivevano e lavoravano in quel territorio.

Secondo Amélie Vallerand, ricercatrice dell’UdeM che ha condotto lo studio, coautrice di Julien Riel-Salvatore dell’UdeM e Fabio Negrino dell’UGenoa, questa omogeneità nella distribuzione spaziale suggerisce una organizzazione di base molto simile nel modo in cui questi antichi esseri umani utilizzavano lo spazio.

La Vallerand ritiene che, contando il numero di unità stratigrafiche contigue dello stesso tipo di deposito, si potrebbero creare modelli che aiutino a identificare le attività svolte da questi gruppi. L’applicazione di metodi quantitativi e statistici, osserva la ricercatrice, ha permesso di ridurre significativamente i pregiudizi e di fornire tracce convincenti che vanno oltre le descrizioni qualitative dell’organizzazione spaziale.

Combinando queste analisi spaziali con studi sulla tecnologia litica, resti faunistici e conchiglie marine, i ricercatori sono stati in grado di dipingere un quadro completo delle somiglianze e delle differenze comportamentali tra queste antiche popolazioni.

  • Sia i Neanderthaliani che l’Homo sapiens  mostravano un uso strutturato dello spazio, organizzando le loro aree di vita in zone distinte di attività ad alta e bassa intensità, suggerendo una capacità cognitiva condivisa per l’organizzazione spaziale.
  • Le tendenze centrali di occupazione per entrambi i gruppi sono state stabilite attraverso migliaia di anni di rioccupazione: la posizione ricorrente dei focolari interni del sito e una fossa dei rifiuti che persiste su tutti i livelli evidenzia la continuità della disposizione.
  • L’organizzazione di tutti i livelli stratigrafici è stata condizionata dalle strategie di uso del territorio e dalla mobilità: si articolano in base alle variazioni nella durata dell’occupazione, negli intervalli di rioccupazione, nel numero di occupanti e nella natura delle attività intraprese. Quindi la pianificazione e l’organizzazione sono state fondamentali.

Le differenze:

  • Le occupazioni di Neanderthal hanno mostrato un modello di intensità inferiore rispetto a quelle dell’Homo sapiens: le densità di artefatti erano relative a deposito inferiore e sono stati identificati meno unità stratigrafiche.
  • Esistono modelli di distribuzione e utilizzo dello spazio distinti per ciascuno dei livelli: i Neanderthaliani utilizzavano sporadicamente Riparo Bombrini come parte di un sistema ad alta mobilità nel contesto di rapidi cambiamenti climatici, mentre l’ Homo sapiens  alternava campi base a breve e lungo termine adattarsi al loro nuovo territorio.

La transizione da Uomo di Neanderthal a Homo sapiens  in Liguria è stata caratterizzata dalla rapida successione del tecnocomplesso del Musteriano Superiore (per i Neanderthaliani) al tecnocomplesso Protoaurignaziano (per l’Homo sapiens), senza che siano stati osservati contatti tra le due specie.

Questo nuovo studio sottolinea l’importanza di confrontare direttamente il comportamento spaziale dei Neanderthaliani e dell’Homo sapiens  all’interno dello stesso sito, utilizzando parametri coerenti, per ridurre al minimo la tendenza analitica.

Nel complesso, gli autori ritengono che esista una logica di fondo nel modo in cui è stato utilizzato lo spazio, indipendentemente da quale specie fosse presente in quel momento.

Vallerand aggiunge che, come  l’Homo sapiens, i Neanderthaliani organizzavano il loro spazio vitale in modo strutturato, a seconda dei diversi compiti che vi si svolgevano e delle loro esigenze, confermando come i Neanderthaliani di Riparo Bombrini fossero più “umani” di quanto generalmente si pensi.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Università di Montreal

Ciao! Lascia un commento o una tua considerazione. Grazie

error: Il contenuto è protetto!!