TOP 10 DELLE SCOPERTE ARCHEOLOGICHE 2024 – prima parte
La rivista ARCHAEOLOGY, una pubblicazione dell’Archaeological Institute of America, pubblica la sua solita classifica delle Top 10 delle scoperte archeologiche, secondo gli editori della rivista stessa. Ecco quelle del 2024 e per la Top 10 del 2023, clicca qui e come ogni anno vi propongo il solito resoconto di scoperte archeologiche.
Buona lettura.
Nel sito di Pañamarca , un centro monumentale appartenente al popolo Moche, che controllava le valli costiere del Perù settentrionale tra il 350 e l’850 d.C. circa, gli archeologi hanno scoperto la prima traccia di una Sala del trono progettata per una regina Moche.
Durante le indagini archeologiche in un grande ambiente con pilastri, un team guidato dagli archeologi Jessica Ortiz Zevallos del programma Archaeological Landscapes of Pañamarca, Lisa Trever della Columbia University e Michele Koons del Denver Museum of Nature & Science, ha portato alla luce affreschi estremamente ben conservati eseguiti in vividi colori blu, rosso e giallo raffiguranti quattro scene che mettono in risalto una donna potente.
Un pannello mostra la donna che riceve un corteo di visitatori e in un altro è seduta su un trono.
Ancora più sbalorditiva dei dipinti è la prova fisica di un trono in adobe, un impasto di argilla, sabbia e paglia essiccato al sole o all’ombra, il cui supporto posteriore è eroso perché vi si era appoggiato.
Il team ha trovato perline di pietra verde, fili sottili e persino un capello umano, tutti incastonati nella superficie del trono.
Secondo la Trever, un individuo occupava questo trono nel VII secolo d.C. e tutte le tracce suggeriscono che questo leader fosse una donna, confermanto quanto gli affreschi, quindi, non siano solo una narrazione.
Secondo la Koons, invece, molte sono le tracce di donne potenti nella cultura Moche, soprattutto nello svolgere il ruolo di sacerdotesse, ma quelle di Pañamarca occupavano la sede di un potere politico, suggerendo che la loro società potrebbe essere stata più fluida di quanto si pensasse in precedenza.
Ad oggi, non esiste una sala del trono di una regina a Pañamarca o in nessun altro posto nell’antico Perù”.
Tra le Top 10 troviamo anche la struttura muraria di pietra che giace a oltre 20 metri sott’acqua e si estende per quasi 2 km sul fondale del Mar Baltico, a circa sei miglia dalla costa tedesca, che sembrerebbe essere la più antica struttura conosciuta in Europa costruita per la caccia. Il muro è alto fino a crica un metro ed è composto da più di 1.600 pietre, la maggior parte delle quali sono abbastanza piccole da essere state trasportate e messe in posizione da una sola persona. L’ipotesi più probabile è che sia artificiale, afferma l’archeologo Marcel Bradtmöller dell’Università di Rostock.
Fino a 8.500 anni fa, quando l’area fu sommersa, il muro era strettamente parallelo al bordo settentrionale di un lago o di una palude. I ricercatori Hanno ipotizzato che i grandi ungulati venissero radunati nello stretto spazio tra il muro e il lago, dove potevano essere facilmente abbattuti dai cacciatori in agguato. Si pensa che la struttura risalga ad almeno 10.000 anni fa, durante il periodo mesolitico, quando l’unica specie di grandi ungulati che viveva nell’area, la renna eurasiatica, si spostò verso nord man mano che le foreste ricoprivano sempre più la regione.
Il muro sembra essere stato costruito migliaia di anni prima dell’avvento dell’agricoltura e dell’insediamento permanente nella regione. Quindi, gli individui che lo costruirono devono essere state cacciatori-raccoglitori che vagavano nella zona dopo la fine dell’ultima era glaciale. Secondo Bradtmöller, si hanno poche informazioni di questi individui, ma l’esistenza della struttura suggerisce che ci fossero connessioni tra bande di cacciatori-raccoglitori. La struttura potrebbe essere servita come una sorta di punto fisso nel paesaggio in cui i gruppi umani potevano riunirsi ogni anno o due in un gruppo più grande. Bradtmöller aggiunge che la scoperta indica il potenziale per ulteriori reperti nelle profondità del Mar Baltico, dove in precedenza si pensava che le tracce dell’attività umana non fossero state conservate o fossero state sepolte sotto spessi strati di sedimenti.
Nella Top 10 troviamo anche la Grande necropoli di Assuan. Non tutte le scoperte degne di nota riguardano un singolo manufatto straordinario, una struttura precedentemente sconosciuta o una nuova datazione ottenuta con metodi tecnologicamente avanzati. Alcune delle scoperte più significative derivano da un lavoro in corso che consente agli archeologi di comprendere appieno la portata e l’importanza di un sito nel tempo. Nuove realizzazioni possono cambiare ciò che i ricercatori pensavano di sapere.
Nel 2019, l’egittologa Patrizia Piacentini dell’Università di Milano ha iniziato a lavorare in un sito fuori dalla fiorente antica città di frontiera di Assuan, nell’Egitto meridionale. Sarebbero occorsi cinque anni prima che i ricercatori comprendessero l’importanza del sito. Nella loro prima stagione, il team di Piacentini, in collaborazione con il Ministry of Tourism and Antiquities, ha notato alcune tombe scavate in una collina sulle rive del Nilo che erano state saccheggiate nell’antichità. Dopo un’ispezione più attenta, Piacentini ha visto delle macchie scure nella sabbia gialla che indicavano chiaramente la presenza di mattoni di fango. Un’enorme tomba contenente i resti di 46 uomini, donne e bambini risalenti al II secolo a.C. al II secolo d.C. , insieme a manufatti come statuette e sarcofagi in cartonnage dai colori vivaci.
Era stata individuata un’enorme necropoli, precedentemente sconosciuta, che il team ha infine determinato estendersi su oltre 10 ettari, mettendo in evidenza il luogo di sepoltura degli abitanti dell’antica Assuan.
Solo nel 2024 è diventato chiaro che la necropoli è unica in Egitto. Mentre le necropoli egiziane erano solitamente costruite su due o tre livelli per ospitare molte sepolture in un lungo periodo di tempo, i costruttori della necropoli di Assuan la dotarono di non meno di 10 livelli. La necropoli comprende più di 400 tombe contenenti i resti di migliaia di persone. Il team ha appreso che, mentre i livelli superiori erano riservati alle persone benestanti, tra cui il capo dell’esercito egiziano nel II secolo a.C. , i livelli inferiori, esplorati nel 2024, erano usati per seppellire i membri della classe media. Le ulteriori ricerche forniranno nuove e interessanti informazioni.
Fine prima parte
Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini