martedì, 3 Dicembre 2024
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LIBIA, CIVILI ARMATI A PROTEZIONE DEL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO

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Era il 2009, la crisi economica mondiale stava producendo i primi frutti, le cosiddette “primavere arabe” dovevano attendere ancora qualche anno e io, volenteroso e speranzoso, ho conosciuto la Libia. La Libia era ancora Mu’ammar Gheddafi, ancora saldamente al comando e in procinto di festeggiare il suo quarantesimo anniversario dall’inizio della Rivoluzione Verde, ma io l’ho conosciuta attraverso Tripoli, Tolemaide e, soprattutto, Cirene!

Una serie di missioni archeologiche sono partite da Chieti sotto l’egida dell’Università degli Studi G. D’Annunzio da diversi lustri impegnata in Libia e ho avuto la fortuna di parteciparvi, ho avuto la fortuna di ammirare l’immenso patrimonio archeologico libico ancora intatto, ancora “vergine” dalle deturpazioni che l’ignoranza della guerra civile ha pesantemente prodotto in seguito.

Oggi riporto questa agenzia del The National di Abu Dhabi che mostra come le coscienze verso il patrimonio culturale non hanno bandiere. Buona lettura!


L’arco di Settimio Severo a Leptis Magna – Foto di Wikimedia Commons

La Libia, al suo stato attuale, è contesa da una miriade di fazioni, dalle agenzie governative ufficialmente riconosciute, alle organizzazioni islamiste, ai ribelli e alle milizie tribali, tutti con la loro quota di controllo regionale.

Ma in mezzo a questo caos, un gruppo di civili responsabili si sono assunti la responsabilità di proteggere il ricco patrimonio storico culturale del Paese. Un esempio particolare riguarda l’antica città romana di Leptis Magna, l’insediamento in origine punica che ha dato i natali all’imperatore Settimio Severo. Oggi, Ali Hribish, un ex dipendente di una società di energia elettrica, si è posto  a guardia delle antiche rovine. La sua ricompensa? Una miriade di lettere di apprezzamento da parte di studiosi, appassionati di storia e dalle agenzie di salvaguardia del patrimonio.

Pur non avendo alcuna laurea in archeologia, Hribish, che proviene dalla vicina città di Khoms, ha riunito una squadra di volontari civili che ha le sue stesse idee ed ha imbracciato le armi per difendere l’antica città romana, già patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 1982. Anche Ashraf Mohammed, uno dei “combattente del patrimonio”, 33 anni, che è stato tra i primi a entrare nel gruppo, ha affermato: “Mentre altri hanno difeso banche e uffici, abbiamo subito pensato a Leptis Magna. Una banca può essere ricostruita, ma i nostri monumenti e la nostra storia sono cose che non possiamo sostituire”!

Questo gruppo è composto da circa 20 giovani uomini armati con fucili Kalashnikov AK-47 e controllano un’area di 50 ettari appartenenti all’antico sito. Leptis Magna, originariamente fondata dai Fenici nel VII sec. a.C., si sviluppò fino a diventare una strategica roccaforte romana in Nord Africa durante la tarda Repubblica. Gran parte della sua crescita economica e culturale è dovuta ai fertili terreni agricoli circostanti l’insediamento e alla copiosa presenza di uliveti, tanto che la città è stata tassata da Cesare con tre milioni di libbre di olio all’anno!

 E’ stato nel 193 d.C. che Leptis Magna ha raggiunto il suo apice con l’imperatore Settimio Severo che ha favorito la sua città natale sulle altre città della provincia, rendendo così l’insediamento il terzo più grande in Africa, dopo Alessandria e Cartagine: sono state edificate nuova terme nel Foro e create nuove banchine portuali. La crisi economica del III sec. d.C. e ‘invasione dei Vandali  nella prima metà del V sec. d.C., hanno ridotto la città in rovina, seguita da un lento abbandono.
Oggi, allo stato attuale delle cose, molti dei monumenti di Leptis Magna sono in pericolo a causa delle scorrerie dei Vandali dei nostri tempi, le calde teste… ignoranti dell’isis. Il cosiddetto stato islamico ha già distrutto una serie di reperti inestimabili in Siria e in Iraq e, per di più, è ancora presente in Libia, nonostante le recenti militari inversione di tendenza causato dalle forze governative al gruppo terroristico di stanza a Sirte, la loro roccaforte in Nord Africa.

Ma a differenza di gran parte dei paesi sopra citati e di alcune zone nella stessa Libia, Leptis Magna è relativamente sicura da intrusioni anche grazie allo sforzo di questi civili armati. Come Hribish ha chiarito: “Leptis Magna è stata protetta da atti di saccheggio e stiamo continuando a monitorarla. Non permetteremo all’is o a chiunque altro di metterci sopra le mani”.

Tempio di Dèmetra e Kore nell’Agorà di Cirene – Foto Daniele Mancini

Il gruppo di  Hribish, inoltre, è riuscito anche sventare un attentato presso un esercizio commerciale nel 2015 , forse non attribuibile direttamente all’isis. Ma è altrettanto interessante rilevare che la protezione riservata da questo gruppo si rivolga anche contro la speculazione edilizia: a Cirene, infatti, sono state distrutte ingenti porzioni di patrimonio culturale per realizzare progetti residenziali. Il gruppo è riuscito a bloccare i piani edilizi di edificazione di esercizi commerciali senza licenza in prossimità delle ricche rovine greche e romane!

Dal punto di vista pratico, Hribish non si illude che il suo diligente gruppo sia la soluzione permanente per proteggere l’antico sito: molte sono le preoccupazioni espresse per la mancanza di attrezzature di controllo, dalle telecamere di sorveglianza, dalle recinzioni, ai semplici estintori, necessari soprattutto per spegnere gli incendi delle sterpaglie in estate. Hribish spera ancora che la sua incredibile iniziativa abbia un aiuto nel mantenere il sito sicuro fino alla nascita di un governo stabile nel paese. Walid Abu Hamid, 33 anni, un altro civile del gruppo armato ha afferamto: “Abbiamo avvisato il Dipartimento delle Antichità, ma invano. Gheddafi emarginato la nostra storia e il nostro patrimonio per più di 40 anni. E’ tempo, per noi, di guardare avanti e mostrare le nostre ricchezze al mondo”.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori approfondimenti: The National

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