DAL TEMPIO ALLA CATTEDRALE: UNA STORIA SU TEATE… – seconda parte
Con questa parte si conclude il racconto sulla nascita della Cattedrale della città di Chieti. Nella prima parte avrete letto come il tempio romano si sia trasformato in chiesa paleocristiana e di come i protagonisti della storia abbiano contribuito a realizzare le antiche strutture.
Buona lettura.
La ventennale guerra con i Bizantini (535-553 d.C., ndr) porta a un repentino decadimento generale: la città passa in mano greca, vivendo momenti drammatici, riprende lo spopolamento dell’urbe, ormai senza risorse, con conseguente drastica riduzione della macchina amministrativa civile e religiosa.
Ma il governo bizantino, al contrario della capitale romana dove i monumenti subiscono un’ondata di ristrutturazioni e decorazioni alla maniera greca, non tiene affatto in considerazione delle città di provincia. Nei pochi decenni di presenza, le guarnigioni bizantine spolpano il territorio e rendono la Cattedrale quasi un fatiscente monumento. Solo il Vescovo Venanzio, grazie alle proprie risorse, provenienti dal territorio della sua diocesi, riesce a sfamare la popolazione e ad apportare le opportune manutenzioni ai monumenti civili e religiosi.
Il progressivo abbandono dell’acropoli e il conseguente sviluppo del quartiere attorno alla Cattedrale, rafforza il potere del vescovo e dell’autorità religiosa in generale. Attorno alla chiesa nascono nuove istituzioni per far fronte ai crescenti compiti che la chiesa stessa assume nei confronti della comunità: compiti impartiti prima dal governo centrale di Bisanzio e poi da una nuova popolazione che invade il territorio: i Longobardi!
In questo periodo si rompe definitivamente il legame di Teate con Roma, dopo secoli di reciproca unione culturale, militare, politica e religiosa. Le cruente battaglie tra i Longobardi e i Bizantini, il definitivo allontanamento di questi ultimi, l’eliminazione di buona parte dell’aristocrazia latina e greca con l’occupazione delle terre e l’acquisizione dei patrimoni, legano Teate a uno dei ducati del nuovo Regno Longobardo, il Ducato di Benevento.
Per un periodo il locale Dvx, Astolfo, riesce a beneficiare dei favori della poca popolazione: il merito si deve al consistente approvvigionamento dei granai locali, riforniti dall’aumento della produzione agricola nei territori circostanti, grazie al consolidamento delle locali farae.
Il nuovo vescovo, Paolino, riesce, invece, grazie alle ricchezze delle sue rendite terriere, a sfamare malati, bisognosi e pellegrini. Insieme, Astolfo e Paolino, contribuiscono ad erigere una piccola chiesa dedicata a San Lorenzo, posta a ridosso delle mura orientali, a sancire la definitiva conversione longobarda al Cattolicesimo. Dopo il primo periodo di dominazione longobarda, la chiesa si riempie delle sepolture di personaggi di un certo rilievo, appartenenti al ceto dominante germanico, ormai padrone della città.
Durante il periodo longobardo, a Teate regna una calma relativa: il territorio circostante è ancora centro di scaramucce con i contingenti bizantini che, però, non riescono a tornare in possesso della diocesi teatina. I Vescovi che si succedono acquisiscono maggiori funzioni e Ducis e Gastaldi nulla possono contro il consolidato strapotere religioso. La tendenza all’autosufficienza alimentare è comunque accompagnata da un deterioramento dell’impianto materiale della città, che si manifesta sia nella rarefazione dell’abitato e nella comparsa di orti e colture agricole su terreni all’interno dell’impianto murario, sia nel degrado delle chiese , incluso i templi gemelli, e dei palazzi civili, che necessitano di urgenti restauri.
La Basilica della Sacra Vergine Maria, Madre di Cristo, ormai divenuta cattedrale, in seguito ai terremoti recenti, subisce una totale ristrutturazione conservando l’originario impianto protocristiano di base. Il Santo Tommaso, al quale era stato dedicato lo scriptorium, assume la carica di santo titolare della nuovo e più importante centro religioso e di potere teatino! Il terremoto, purtroppo, ha cancellato tutte le decorazioni realizzate alla maniera bizantina: splendidi mosaici dorati e deliziosi affreschi, simboli della crescente religiosità ma anche delle continue lotte per il potere religioso in seno alla Chiesa madre, a Roma.
Ma all’orizzonte si prospettano ulteriori stravolgimenti per l’intera penisola italica e Teate stessa. Il Papa, stretto d’assedio dall’intrepido Re longobardo Astolfo, chiede aiuto a una nuova entità politica e militare proveniente dalla Gallia, anch’essa di stirpe germanica, il RegnoFranco. Seguono anni di battaglie e solo Carlo Magno riesce a sottomettere in modo definitivo i Longobardi assumendo il titolo di Rex Francorum et Langobardorum.
Le lotte di potere coinvolgono anche Teate e nel settembre del 801 d.C. la città capitola inesorabilmente sotto il pugno franco e viene annessa al Ducato di Spoleto, ormai un dominio del nascente impero europeo franco. La città è depredata, tutte le famiglie longobarde massacrate o deportate e tutti i monumenti legati al vecchio potere, distrutti e rasi al suolo: archivi, chiese, residenze e, soprattutto, la Cattedrale! Nulla ha potuto il Vescovo Grimoaldo, visto dai Franchi come un “cliente” del supremo Dux beneventano.
L’archivio di Teate, con secoli di codici, migliaia di volumen e complesse pergamene, distrutto! I rapporti epistolari con Roma, le copie delle leggi degli ultimi 1000 anni, andati in fumo, distrutti da una barbarie senza eguali per l’antico municipium italico. Con tutto questo, la Cattedrale ha subito la medesima sorte.
La Cattedrale sfrutta ancora il solido basamento rialzato del tempio romano e dell’antica chiesa. Continua a svettare sulla città, visibile dall’intera valle dell’Aternum. L’influenza chiesastico-basilicale romana è ancora evidente e l’impianto ricalca quasi quello dell’antico monumento protocristiano distrutto. Alcune influenze architettoniche giunte con i Franchi (portale strombato e loggette poste in facciata), rendono la chiesa un piccolo capolavoro dell’intera diocesi, pari solo all’Abbazia di San Clemente a Casauria.
Teodorico è un vescovo volitivo e, dopo importanti consultazioni, il 7 maggio dell’842 indice una sinodo per il riordino del clero e degli organismi curiali distrutti; coglie l’occasione per dedicare la Cattedrale al primo vescovo teatino Iustinus, il Santo Giustino: la Basilica diviene, così, la Cattedrale di San Tommaso Apostolo e San Giustino Confessore.
In seguito… in seguito le fonti sono molto più chiare e non è necessario fare ricorso a nessun espediente per ricostruire la storia del monumento più importante della nostra splendida città!
Daniele Mancini
Fonte (mia): ILBIG8.it