giovedì, 21 Novembre 2024
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ANTICA TOMBA DI CERCATORI D’ORO RINVENUTA IN SUDAN

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Una tomba di 3400 anni or sono con i resti di una dozzina di individui mummificati è stata rinvenuta sulla Sai Island, lungo il fiume Nilo, in Nubia, il moderno Sudan settentrionale, tra la seconda e la terza cataratta.

Gli archeologi hanno scoperto la tomba nel 2015 ma solo quest’anno una squadra di AcrossBorders, un noto gruppo di ricerca archeologica che si occupa di scavi e studi tra Egitto e Nubia, ha completamente scavato il sito.

L’isola fa parte dell’antica terra di Nubia, già controllata dall’Egitto 3400 anni fa. Gli egiziani costruirono insediamenti e fortificazioni in tutta la Nubia, anche per quanto riguarda Sai Island, che ha avuto un insediamento a controllo di una miniera d’oro. La tomba, con più camere, ha ospitato i resti di operai egiziani che vivevano nella zona e che hanno lavorato come cercatori di oro.

Foto di AcrossBorders project/Julia Budka

I reperti trovati nella tomba includono scarabei (un tipo di amuleto ampiamente usato in Egitto), recipienti di ceramica, un anello d’oro, i resti di maschere funerarie in oro  indossati dal defunto e una piccola scultura in pietra conosciuta come ushabti. Gli antichi egizi credevano che ushabti potessero fare il lavoro del defunto nella sua vita ultraterrena. Alcuni dei manufatti portano iscrizioni geroglifiche egiziane che hanno rivelato che la tomba è stato originariamente costruita per un uomo di nome Khnummose, identificato come “mastro dell’oro”.

I resti mummificati di Khnummose sono stati trovati accanto a quelli di una donna che potrebbe essere stata la moglie. Alcune delle altre persone che si trovano nella tomba potrebbe essere parenti dei Khnummose, per i quali i ricercatori hanno in programma di condurre le analisi del DNA dei resti.

Julia Budka, professore tedesco presso la Egyptian Archaeology and Art History at the Ludwig-Maximilians-University di Monaco di baviera Munich, ha affermato che cercheranno di estrarre DNA antico dalle ossa degli individui rinvenuti e se DNA è conservato, questo li aiuterà molto nella ricerca archeologica. Oggi i campioni sono già presso il Department for Archaeogenetics at the Max Planck Institute for the Science of Human History a Jena, sempre in Germania.

Gli archeologi hanno affermato che non sono certi di come molti dei corpi rinvenuti in quella zona venissero mummificati, sia perché lo stato di conservazione è molto critico e solo con una attenta relazione degli antropologi, aiuterebbe a comprendere ulteriori dati; sia per il rinvenimento di tracce di bitume e la particolare posizione dei corpi. E’ certo che è stato realizzato un tipo di mummificazione per gli individui della Tomba 26  e poi sono stati inumati in cassoni di legno: il bitume adoperato, una miscela derivante da idrocarburi più o meno solidi, è stato spesso usato dagli antichi Egizi per la mummificazione dei corpi in particolari momenti.

Molte delle casse in legno non sono ben conservate ed è anche incerto il numero esatto di individui che è stato inumato e sepolto con esse.

Attendiamo nuove notizie…

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: AcrossBorders 

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