ROVINE DELL’ANTICA NEAPOLIS SCOPERTE VICINO ALLA COSTA TUNISINA
Una proficua collaborazione della missione archeologica italo-tunisina ha portato alla scoperta di incredibili rovine sommerse sulle coste a nord-est della Tunisia. Secondo i ricercatori coinvolti nel progetto subacqueo, i risultati confermano la probabile presenza dell’antica città di Neapolis che quasi 1700 anni fa è stata parzialmente sommersa dalle acque di uno tsunami conseguente a un forte terremoto. Una fonte coeva certifica l’evento del IV secolo d.C.: la testimonianza è stata riportata dallo storico Ammiano Marcellino (“Militare e greco”, si autodefinì nelle sue Storie) che ha registrato il disastro naturale del 365 d.C. non solo di Neapolis, ma ha causato anche gravi danni anche ad Alessandria Egitto e l’isola greca di Creta.
Questa scoperta ha permesso di stabilire con certezza quanto Neapolis sia stato un centro importante per la produzione di garum, la celebre salsa di pesce adoperata dai romani e ne è stato il più grande produttore del mondo romano, fortuna di parecchi notabili di Neapolis.
Neapolis, che oggi fa parte del moderno centro urbano di Nabeul, è stata fondata nel 413 a.C. e ha iniziato come insediamento fenicio, uno dei tanti della regione nordafricana. Durante la terza guerra punica, la popolazione è stata alleata di Cartagine e, dopo la sconfitta patita contro i Romani, la città è stata ribatezzata Neapolis, “nuova città”. Scarsi sono i benefici concessi dai Romani alla Neapolis africana, il risultato, secondo gli storici accreditati, di una punizione a causa della passata fedeltà della città a Cartagine.
Tali eredità storiche “nascoste” certamente hanno giocato la loro parte nel ritardare la scoperta della Neapolis commerciale più importante. Il team archeologico italo-tunisino (oltre agli studenti della gli studenti della Scuola di specializzazione archeologica di Oristano e dell’Università di Sassari, hanno partecipato anche gli studiosi dell’Institut national du patrimoine Tunisie) ha iniziato i lavori nel 2009, nel tentativo di individuare i resti dell’antica città.
Oggi, dopo otto anni e numerose campagne di scavo, gli archeologi sono riusciti a a localizzare e identificare, con precisione, la città sommersa. L’area urbana individuata è ampia circa 20 ettari: lunga un chilometro e larga 200 metri. Antiche strade e vecchi edifici si trovano a 5 metri di profondità e sono suddivisi in isolati, realizzati quasi geometricamente, di 71 metri per 35,5.
La zona subacquea è crollata, ma non si è distrutta. Gli studiosi hanno individuato anche una “piazza forense”, caratterizzata da iscrizioni in bronzo di epoca romana: è il ventisettesimo esempio di foro nel bacino del Mediterraneo. Sott’acqua ci sono anche le tracce del grande stabilimento del garum: quello di Neapolis è stato il più grande del Mediterraneo e dell’Atlantico, con un impianto in grado di contenere oltre un milione di litri di salsa!
Ora sarebbe opportuno incrociare gli studi per comprendere se la distruzione dell’impianto di Neapolis coincida con la drastica diminuzione delle importazioni di prodotti ceramici dal Nord Africa che ha colpito soprattutto Roma nel IV sec. d.C.
Daniele Mancini
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