giovedì, 21 Novembre 2024
Archeologia&Dintorni

Il tempio greco e il problema del frontone

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Questione di termini? Oggi analizziamo sinteticamente uno dei temi classici degli studi archeologici, quello dei frontoni dei templi classici,  includendo, per iniziare, anche la disamina di poco conosciuti termini che identificano le caratteristiche dei principali monumenti dell’antichità.

Il tempio greco, nella sua forma canonica, è composto da pronaoopistodomo, mentre attorno vi è un peribolo di colonne poggiate su basamento di tre gradini, detto crepidoma. Al centro della struttura è posizionata la cella o naos, dove la statua della divinità è posta per essere venerata.

In base alla dimensione e ad altre caratteristiche, si hanno:

  • Tempio in antis (con una cella su crepidoma e due colonne al centro del pronao chiuso da “ante”);
  • Tempio prostilo (oltre alla cella, quattro colonne sono poste davanti al pronao, con le ante legate alle pareti laterali);
  • Tempio anfi prostilo (con quattro colonne avanti e quattro dietro).

Queste prime tre tipologie mancano del colonnato attorno.

  • Tempio periptero (è composta da tre ambienti: pronao, cella, opistodomo; sulla parte posteriore non vi è accesso alla cella);
  • Tempio diptero (con doppio colonnato);
  • Tempio pseduo peripetero (maggior spazio tra le colonne, spazio che potrebbe essere occupato da una fila di colonne);
  • Tempio periptero senza posticum (senza parte posteriore).

Nel tempio dorico le colonne non hanno la base, sono scanalate e il capitello è una sorta di cuscino, l’abaco è rettangolare. Le colonne, inoltre,  sostengono un architrave liscio con metope e triglifi alternati.

Il tempio ionico ha colonne più affusolate con base (non poggiano sullo stilobate, l’ultimo gradino, ma su un toro) e capitelli con volute; è molto decorato e l’architrave è composito, non più liscio, su cui corre un unico fregio figurato continuo.

Gli artigiani decoratori, nell’antichità, dovevano riempire lo spazio vuoto del timpano (sul frontone) e risolvere il problema delle metope tra i triglifi. Nei primi esemplari lo spazio del timpano era vuoto o ricoperto da lastre di terracotta. Nelle metope, invece, si passava dal basso all’alto rilievo con diverse figure (un esempio di figura unica è sul Tempio di Hera alla foce del Sele in cui era rappresentato il suicidio di Aiace). Per il frontone, le prime tipologie di decorazione non erano connesse alla divinità, ma mostravano scene apotropaiche.

Sul Tempio di Artemide a Corfù, eretto nel 585 a.C., il frontone è occupato da una Gorgone gigante con Pegaso e Chrysaor, nati dopo la decapitazione di Medusa da parte di Perseo; sono presenti anche due pantere affrontate con il corpo più in basso rispetto alla testa che si adattano ai contorni del timpano. Altri due gruppi decorativi posti sugli angoli, rappresentano Zeus che fulmina un gigante, da una parte; un figura seduta minacciata da un guerriero dall’altra. Figure morenti chiudono la scena di dimensioni nettamente inferiori rispetto al centro, con personaggi adattati allo spazio.

Sul frontone minore dell’antico Tempio di Atena Poliàs sull’Acropoli di Atene sono stati trovati fregi nella cd. colmata persiana. Sul frontone del 570 a.C., di stile arcaico, vi è rappresentato Ercole con la clava che combatte contro l’idra, le cui spire riempiono completamente lo spazio del frontone, lasciando inalterate le proporzioni. Dietro Ercole è posizionato Iolao che sale su un carro trainato da un cavallo: la sua figura ha proporzioni simili a quella di Ercole. Il cavallo ha la testa bassa all’altezza del declivio del frontone, per mantenere inalterate le proporzioni. L’ultima figura è un granchio, che simboleggia il luogo vissuto dall’idra, la palude. I frontoni successivi del tempio arcaico di Atene, mostrano due leoni che azzannano una preda (pochi frammenti), di cui sono consumate le due estremità; anche qui Ercole, a sinistra, lotta con un tritone steso e a destra, un mostro tricorpore con le code, arriva sino alla fine del triangolo del timpano. Oltre alle decorazioni scultoree, si hanno tracce di policromia per permettere la lettura delle decorazioni dal basso. Un altro decorazione di frontone rinvenuta ha maggiori coincidenze con quello di Corfù. Al centro, forse, una Gorgone alata con a fianco due leoni; agli spigoli, piccole figure assise, inserite per non lasciare spazi vuoti, insieme a serpenti con spire e coda.

Il frontone orientale del Thesauròs (o Tesoro) dei Sifni a Delfi (eretto nel 525 a.C.), un elegante tempietto arcaico, mostra, al centro Ercole o Athena con un tripode in mano (figura più alta); di seguito a sinistra, Apollo e Arthemide; Zeus a destra con altre figure con cavalli e personaggi in ginocchio, tutte ancora nel poco preciso rispetto dell’ampiezza del frontone. Diverso è il Tesoro dei Megaresi ad Olympia (eretto intorno al 510-500 a.C.): ha un diverso tipo di frontone con al centro Zeus stante (mentre lancia una saetta) tra varie divinità (gigantomachia); le figure sono in azione, in ginocchio o piegate nell’atto della battaglia e molto ben inserite nel timpano.

I frontoni del Tempio di Apollo a Delfi (eretto nel 510 a.C.), contemporanei del Tesoro dei Megaresi di Olympia, nel fregio orientale, mostrano quadrighe al centro guidate rispettivamente da Apollo, tre kouroi e tre korai. Le estremità sono riempite da scene generiche apotropaiche (leone che azzanna delle prede). Nell’altro quadrante, il fregio occidentale, la quadriga è guidata da Zeus con altre scene di gigantomachia.

Il Tempio di Athena Afaia, ad Egina (eretto tra il 510 e il 490 a.C.), mostra singolari decorazioni sulla guerra di Troia, realizzate in diversi periodi. Sul frontone orientale vi è una rappresentazione del 500 a.C. circa in cui Ercole combatte con Telamone, padre di Aiace Telamonio, contro il re Laomedonte di Troia nella prima epica guerra. Immagine1Durante la costruzione del tempio, intorno al 490-480 a.C., questo frontone fu sostituito da un altro che mostra una scena tratta da Omero, con Aiace che combatte in due episodi diversi insieme a Telamone (i due eroi dell’isola di Egina sono quindi rappresentati!). Il frontone occidentale (del 510-500 a.C.), è più statico e presenta personaggi con sorrisi arcaici e occhi a mandorla. Il frontone orientale, mostra un scena di guerra in cui i personaggi hanno maggiore pathos e visi più espressivi (490-480 a.C.). Sicuramente i due frontoni sono stati realizzati da maestri diversi rimasti attenti ai cambiamenti artistici oppure realizzati dopo la morte dello scultore del frontone ovest. Per la prima volta sono riprodotti, su un frontone, degli eroi locali. Questi frontoni sono stati rinvenuti nel 1811 da archeologi tedeschi e restaurati dallo scultore neoclassico Bertel Tordvalsen con discutibili metodi: per lavorare meglio segò alcune parti ricostruendo quelle mancanti a suo gusto! Ritrovate le parti mancanti, si scoprì che la gestualità degli originali era completamente diversa rispetto a quella applicata dallo studioso. Le applicazioni sono state rimosse a favore di quelle originali.

Il tempio più famoso di età severa è il tempio severo per eccellenza, il Tempio di Zeus a Olympia, (eretto tra il 470-457 a.C.) quasi completamente conservato nel Museo di Olympia. Il frontone occidentale mostra la figura di Apollo al centro con un braccio teso ad imporre il silenzio e la fine della lotta. Il frontone orientale mostra la fine dell’Elide con Zeus quale giudice al centro, a sinistra Pelope e Ippodamia, una serva, una quadriga, un indovino e la umanizzazione del fiume Alfeo; a destra il re Enomao, la moglie Sterpe, una serva inginocchiata, la quadriga del re, un indovino e alcuni personaggi nei pressi della personificazione del fiume Clodio (i percorsi acquatici sono solitamente identificati con figure barbute e distese). Secondo la mitologia, Enomao, aveva saputo dall’oracolo che il genero l’avrebbe ucciso. Le figure, capolavori dell’arte severa, hanno un pathos primordiale in cui paure e gesta dei personaggi stesi, sono percepibili.

Il problema del frontone e degli spazi occupati dalle decorazioni sarà, in seguito, definitivamente risolto da Fidia che trarrà vantaggio dall’innovazione apportata ad Olympia dal cd. Maestro di Olympia (forse lo stesso Fidia), ove i frontoni, sono degnamente affiancati da dodici metope rappresentative delle Dodici fatiche di Ercole. Per il Partenone (eretto tra il 440 e il 432 a.C.) Fidia ideò, oltre alla statua crisoelefantina di Athena e la cella per contenere la stutua stessa, tutta la decorazione del tempio. In particolare, il frontone orientale raffigura la mitica nascita di Athena dal cranio di Zeus, oggi perduto. Ai lati divinità di difficile identificazione ma che potrebbero essere indicate in Helios e il suo carro, Selene, Dioniso, Dèmetra e Persefone, Artemide. Il frontone occidentale mostra i particolari della disputa tra Athena e Poseidone per il possesso dell’Attica, accompagnati dalle rispettive quadrighe, da eroi attici e dalle personificazioni di fiumi. Sono tutte pose naturali e in ordine proporzionale alle loro azioni. Di rilievo, nel frontone orientale, le tre decorazioni delle tre dee sedute con il caratteristico panneggio bagnato che lascia intravedere le gambe (siamo in piena seconda metà del V secolo a.C.) e la cd. paratassi (statue non distaccate una dall’altra) è mostrata nel suo massimo splendore anche con una tenue policromia, diversa da quella più accentuata identificata ad Egina.

 

Daniele Mancini

 

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