mercoledì, 25 Dicembre 2024
Viaggi&Turismo

MARIA ASSUNTA RACCONTA… VIVA EL MEXICO! – seconda parte

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Qualcuno vuole fare un viaggio in Messico? Leggete questo articolo e la prima parte già pubblicata, dei resoconti della nostra amica Maria Assunta Maccarone.

Buona lettura


Riprendiamo il viaggio, ci troviamo ancora nel Chiapas e sempre a bordo del nostro pulman raggiungiamo verso sera la cittadina di Palenque.

Non è un granché, piccola con umili casette, qualche “ristorantino” ed un alberghetto dove naturalmente alloggiamo! Non ci piace il lusso e neanche le comodità e dopo cena una piccola passeggiata fin dove sono i lampioni e subito a nanna per svegliarci presto al mattino, ignari della meravigliosa giornata che ci riserva l’indomani.

Ci alziamo relativamente presto e raggiungiamo una guida che ci aspetta per trasportarci in un’altra dimensione: un’ora e mezzo di cammino nella fitta giungla attraversando perfino sabbie mobili (l’ometto che ci accompagna la conosce alla perfezione centinetro per centimetro), per scoprire la natura incontaminata che regna sovrana. Osserviamo un serpentello, delle simpatiche scimmiette che urlano e saltano con le liane, un nido di termiti, i variopinti pappagalli e le farfalle ed i tucani che non avevo mai visto prima se non su qualche libro di animali.

Lo spettacolo della natura e’ unico, con fiori e piante, felci dalle varie tonalità del verde della fitta giungla: è tutto qualcosa di ineguagliabile ed e’ come quando da piccola mi nascondevo in giardino sotto i cespugli per non farmi trovare, è come sentirsi piccoli piccoli di fronte all’immensità della Natura. Ma non si può immaginare la mia emozione quando, sbucando dalla giungla, mi trovo davanti inaspettatamente uno dei siti archeologici più belli di tutto il viaggio: il sito di Palenque, antica citta’ Maya conosciuta anticamente come Lakamha.

Non e’ molto grande ma molto affascinante, contiene alcune delle più belle opere di architettura e scultura che i Maya abbiano prodotto.  Il Tempio delle Iscrizioni, monumento funebre del re Pakal, e’ ancora in parte ricoperto dalla giungla e sovrasta le altre rovine. Esso è costruito su una piramide a gradini alta 27,2 m, il tempio sovrastante e’ alto 11,4 m.

El Palacio” e’ invece un complesso di edifici adiacenti ed interconnessi, cortili costruiti, ricostruiti nel corso dei secoli. Contiene molte sculture e bassorilievi di alto valore artistico. Visitiamo anche il “Gruppo delle Croci”, l’Acquedotto, il Tempio del Leone e non può mancare il campo per lo “juego de la pelota“.

Dopo la spettacolare giornata arriviamo alla cittadina di Campeche, meglio conosciuta come San Francisco de Campeche, capitale dell’omonimo stato caratterizzata principalmente dal porto marittimo, essendo sulla costa orientale del Golfo del Messico. Il visitatore non dovrebbe fare a meno di gustare la squisita e altrettanto piccante cucina locale, ammirare gli ampi viali e godere della intensa vita culturale e scoprire le tradizioni. Come in tutte le città del Messico, il tempo sembra scorrere più lento che altrove.

Sotto il sole a picco, ci rechiamo nella vicina area archeologica di Uxmal, per me e’ uno delle più belle ed interessanti. Si trova a Sud di Merida, sulla “terra dei Puuc” e da quando la zona fu abbandonata dai Maya, forse per un periodo prolungato di siccità, la città di Uxmal fu letteralmente ricoperta dalla giungla e rimase “inviolata” fino alla meta’ dell’800.

I “conquistadores” furono poco interessati a questa città, anche se sembra strano che sia passata inosservata data l’altezza della “Piramide dell’indovino” (circa 35 m di altezza) che sovrasta la giungla. Questo fa anche pensare a quanto timore  incutesse il popolo Maya.

Molte iguane si aggirano nei paraggi, ma dopo un primo momento di tentennamento (in effetti fanno un po’ impressione!), le ignoro e vado oltre e loro fanno altrettanto con me! Ci sono molti altri edifici, ma sono attratta dal “Palazzo del Governatore“: e’ mantenuta in ottimo stato! Poggia su una piattaforma piramidale alta circa 18 m ed e’ composto di tre edifici collegati tra di loro da grandi archi, probabilmente aggiunti in epoca successiva.

La facciata principale, lunga complessivamente quasi cento metri, e’ ricca di decorazioni raffiguranti disegni geometrici e rappresentazioni della nascita del pianeta Venere. Nella fascia superiore della facciata sono scolpite varie maschere del dio Chaac. Ai piedi della scalinata principale del palazzo si trova la “Piattaforma dei Giaguari”, sulla quale e’  poggiato un altare cerimoniale che quando ho visto al cinema il film “Apocalypto”, mi ha suscitato notevole impressione!

Visitiamo anche altri siti minori: Ednza, Kabah, Labna e Sayil. Alla fine del pomeriggio ci rechiamo alla città di Merida per la notte, ma prima di riposare ce la spassiamo ballando in piazza la salsa e bevendo un cocktail di cui non ricordo il nome, ma con una fiammella blu all’interno e dal sapore dolciastro! E’ festa anche qui!

A quanto pare in agosto e’ festa dappertutto in Messico! Incrociamo perfino una coppia di sposi che escono dalla Cattedrale a cui non manchiamo di fare i nostri auguri! Tutto e’ completamente diverso dal giorno dove il sole e’ potente e molti fanno la siesta: solo noi, e pochi altri tra le rovine, cerchiamo di dare un significato al passato.

Il giorno dopo ci rechiamo al più famoso ed affollato sito Maya: una delle sette meraviglie del mondo moderno, la famosa Chichen Itza. Tutti hanno sentito almeno una volta nella vita parlarne  o visto in foto la celeberrima piramide che lo rappresenta: la piramide di Kukulkan (foto di copertina), meglio conosciuta come “El Castillo“.

Le rovine si estendono su un’area di 3 Km quadrati, appartenevano ad una grande città che fu uno dei più grandi centri della civiltà Maya, fra il VI e il XI secolo. Altri gli edifici rappresentativi di diversi stili architettonici sono “l’osservatorio astronomico” ed il “Tempio dei guerrieri“.

Nel 1988 Chichen Itza e’ stato dichiarato dall’ Unesco Patrimonio dell’ umanità. Ci sarebbe ancora tanto da scrivere a riguardo, ma non è questo il contesto giusto, ma continuiamo il viaggio che ci conduce verso la fine di questa meravigliosa avventura.

Nel tardo pomeriggio, sotto il monsone caraibico, arriviamo con il bus su una strada dove non sembra esserci nulla se non alberi, arbusti e vegetazione lussureggiante. Ci invitano a scendere, ci sembra strano. C’è una stradina che conduce ad una reception tutta di legno, non visibile dalla strada. E’ molto bella ed accogliente dove, dopo aver fatto il check-in, uno strano personaggio, la fantastica Lou, che è anche la proprietaria, ci descrive la struttura, le attività, la location.

Meravigliose cabanas sulla spiaggia bianchissima (non ci sono pavimenti da nessuna parte…solo candida sabbia finissima!). Il mare caraibico è meraviglioso! Siamo nei pressi di Tulum che visiteremo il giorno successivo!

Intanto la serata si svolge nel piccolo ristorante dove ceniamo a base di pesce e ci dondoliamo su coloratissime amache, chiacchierando e bevendo cocktails fino a tarda notte, quando ci accompagnano in un posto poco distante a vedere la nascita delle tartarughe che corrono verso il mare al chiarore di luna! Non ci sono parole per descrivere l’emozione! Trascorriamo in questo paradiso un paio di giorni per riprender fiato.

Tulum è l’ultimo sito che visitiamo prima di lasciare questo “caloroso” paese dove le tradizioni sono ancora molto radicate, dove la gente balla, sorride e colora la vita di mille colori! Prima di varcare il confine ed arrivare in Belize concediamo un passaggio ad un ragazzo americano con la sua chitarra che fa l’autostop ed ha appena iniziato il suo anno sabbatico in giro per il centro-Sud America.

Tulum, per la sua particolare posizione, sulla costa a picco sul mare, è stata un importante scalo commerciale di prodotti quali il pesce, il miele, l’ossidiana e piume di quetzal, uccello dalle piume colorate, sacro, adorato dai Maya e dagli Atztechi, come Dio dell’aria, oggi simbolo nazionale del Guatemala.

Quando arrivarono gli spagnoli, Tulum fu la prima città ad essere avvistata. Oggi l’unico edificio che si può visitare è “El castillo“, per il resto ci sono solo rovine ma la sua spiaggia di sabbia bianca finissima ed il suo mare rendono, comunque, Tulum un posto affascinante.

 

Maria Assunta Maccarone

Foto di Maria Assunta Maccarone e Marco Pagano

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