giovedì, 21 Novembre 2024
ArchaeologyNewsScoperte&SitiArcheologici

DNA AGGIORNA ONDATE MIGRATORIE DI 6500 ANNI FA

Per leggere questo articolo occorrono 3 minuti

Un team internazionale di ricercatori dell’Università di Tel Aviv (TAU), dell’Israel Antiquities Authority e dell’Università di Harvard ha scoperto, attraverso studi sul DNA, che le ondate migratorie dall’Anatolia e dalle montagne Zagros, tra l’odierna Turchia e l’Iran, verso il Vicino Oriente hanno contribuito a sviluppare la cultura calcolitica (l’Età del Rame) nell’Alta Galilea circa 6.500 anni fa.

E’ uno dei più grandi studi sul DNA antico mai condotti in Israele e per la prima volta getta luce sulle origini della cultura calcolitica nel Levante, datandolo a circa 6000-7000 anni fa.

La ricerca è stata condotta da Hila May e da Israel Hershkovitz del Dipartimento di Anatomia e Antropologia Dan David Center per l’evoluzione umana e la ricerca biologica presso la facoltà di medicina Sackler al TAU; da Dina Shalem dell’Istituto per l’archeologia galileiana presso il Kinneret College e l‘Israel Antiquities Authority; da Éadaoin Harney e da David Reich della Harvard University. È stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Communications.

Nel 1995, Zvi Gal, Dina Shalem e Howard Smithline dell’Israel Antiquities Authority iniziarono a scavare la Grotta di Peqi’in nel nord di Israele, che risale al periodo calcolitico. Il team ha portato alla luce dozzine di sepolture tra le stalattiti della grotta naturale, lunga 17 metri e larga dai 5 agli 8 metri.

Il gran numero di vasi ceramici e la varietà di offerte per i riti della sepoltura scoperte nella grotta suggeriscono che un tempo era usato come necropoli del gruppo umano locale durante il Calcolitico.

L’unicità della grotta è evidente nel numero di soggetti sepolti in essa, oltre 600, e nella varietà di enormi contenitori ceramici decorati da motivi di pregevole fattura, inclusi disegni geometrici e antropomorfi”, Secondo Shalem, alcuni dei reperti nella grotta sono tipici della regione, ma altri suggeriscono uno scambio culturale con regioni remote.

Lo studio risolve un lungo dibattito sull’origine della cultura calcolitica nella zona. Il cambiamento culturale nella regione ha seguito massicce ondate migratorie. I ricercatori hanno sottoposto a un’analisi dell’intero genoma 22 degli scheletri scavati a Peqi’in, risalenti al periodo calcolitico.

L’analisi genetica ha fornito una risposta concreta sulla provenienza dei soggetti deposti nella grotta di Peqi’in: la discendenza dalle popolazioni in Iran e in Turchia è stata confermata, confutando completamente al precedente tesi sulla provenienza dal più Vicino Oriente.

Fortunatamente il DNA umano è stato conservato nelle ossa dei deposti nella grotta di Peqi’in grazie alle favorevoli condizioni all’interno della grotta e alla presenza di un’incrostazione calcarea che ha rivestito le ossa, preservando il DNA. Alcune caratteristiche, come le mutazioni genetiche che contribuiscono, per esempio, al colore blu degli occhi, non sono state osservate nei risultati del test del DNA nei precedenti resti umani levantini poiché, ritengono gli studiosi, la maggior parte degli studi sul DNA effettuati in Israele sono falliti a causa delle difficili condizioni climatiche nella regione che hanno distrutto il DNA.

Secondo i ricercatori, dunque, i gruppi umani di Peqi’in hanno subito improvvisi cambiamenti demografici da circa 6000 anni or sono e i risultati ottenuti suggeriscono che l’ascesa e la caduta della cultura calcolitica sia probabilmente dovuta ai cambiamenti demografici nella regione.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Nature Communications

Ciao! Lascia un commento o una tua considerazione. Grazie

error: Il contenuto è protetto!!