LA ROMANA LUTETIA PARISIORUM, PARIGI
Per anni, gli storici e gli archeologi hanno trasmesso l’immagine di una Lutetia, devastata dalle incursioni barbariche, in cui solo l’Ile de la Cité, unico luogo fortificato, era rifugio per la popolazione che abbandonava la rive gauche (riva sinistra) riducendola a un piccolo borgo rurale contornato dalla pratica agricola del maggese.
In realtà, è solo nel IX secolo che le invasioni normanne hanno definitivamente devastato la riva sinistra e le vestigia dell’antichità. Le trasformazioni della città antica, dalla metà del III secolo d.C., sono oggi interpretate come la conseguenza dovuta ai grandi cambiamenti politici, amministrativi e sociali che hanno interessato interessano l’intera Gallia settentrionale.
Nella geografia dell’amministrazione civile romana, Lutetia non è mai stata la capitale della provincia, dipendente prima dalla provincia Lugdunensis prima (con capitale l’antica Lione, Lugdunum), poi dalla Lugdunensis quarta o Senona, la cui capitale era Agendicum, l’odierna Sens.
Le vicende delle guerre galliche hanno visto Lutetia affiancare la rivolta di Vercingetorige. In seguito, la città, non ha mai rivestito un’importanta preminente. Nel IV secolo, ha ospitato diversi imperatori: Giuliano detto l’Apostata si è stabilito a Lutetia durante gli inverni 357/358 e 359/360, poi Valentiniano, durante gli inverni 365/366 e 366/367. Nel 383, l’imperatore Graziano si trovava a Lutetia quando si è scontrato contro il generale romano Massimo Magno, “acclamato” imperatore dalle legioni della Gran Bretagna.
Due eventi storici pongono Lutetia agli onori delle cronache,
Il primo è un evento legato alla storia del Cristianesimo. Ilario, vescovo di Pictavium, l’odierna Poitiers, proprio a Lutetia ha organizzato la difesa dell’ortodossia. Grande combattente contro l’eresia ariana professata, nell’impero, da Saturnino di Arles che l’ha condotta a religione ufficiale dello stato, tiene una sinodo a Lutetia prima nel 355 e poi, di ritorno dall’esilio, un’altra nel 361, sancendo al sconfitta dell’Arianesimo. Nei testi della sinodo non c’è più il riferimento a Lutetia ma già si scrive di Parigi!
Nel 360, un altro evento storico conferisce a Lutetia lo status di cittadella militare: Giuliano è “acclamato” imperatore dalle sue truppe. All’epoca dell’arrivo di Giuliano, l’esercito romano ha evacuato la popolazione dalla zona di confine e si diretto verso l’entroterra. Una testimonianza preziosa di questi avvenimenti sono sanciti dallo storico Ammiano Marcellino che narra come l’imperatore, durante l’estate combatta i barbari dei confini, mentre d’invenrno ripieghi l’esercito nei castra ben fortificati come Lutetia, facendo della città un fulcro della guerra contro i barbari.
Questo ruolo geostrategico è dovuto alla favorevole posizione della città, utile per far fronte ai possibili attacchi Germani da nord-est, dai Sassoni da nord-ovest. Inoltre, il posizionamento di importanti consolari e la via fluviale imponente, hanno posto Lutetia, nel periodo Alto imperiale, una roccaforte nel sistema difensivo della Gallia settentrionale, dove le città fortificate dell’interno avrebbero giocato un ruolo logistico e difensivo preminente.
Ammiano Marcellino descrive anche le forze militare di stanza a Lutetia, il loro quartier militare, il loro campo di addestramento e la presenza di diversi rivenditori di prodotti per militari. La Notitia dignitatum et administrationum omnium tam civilium quam militarium segnala la presenza di un prefetto militare a Lutetia che avrebbe presieduto la la flotta da guerra sulla Senna, sull’Oise e sulla Marna.
La presenza di diverse truppe è confermata anche dalla archeologia funeraria, come mostrato nella Stele di Ursinianus, un veterano della legione Menapii seniores, delle truppe ausiliarie dal provenienti dal Mare del Nord, morto a Parigi all’età di 65 anni: il motivo decorativo della palmetta non permette di distinguere se il defunto fosse stato cristiano o pagano.
A quel tempo, dunque, l’importanza di una città non dipendeva dal numero dei suoi abitanti, ma dalle truppe che ospitava, dalle strutture e infrastrutture militari disponibili. Le ricerche archeologiche si sono dedicate, invano, alla ricerca degli edifici militari, soprattutto nella zona dei Jardin du Luxembourg e la Butte-aux-Cailles, a sud della città, nei pressi dell’ansa della Bievre, prima di confluire nella Senna.
Il cambio di denominazione da Lutetia a Parigi viene fatto gradualmente durante il IV secolo d.C. Un sarcofago rinvenuto nel 1877 nella necropoli di Saint-Marcel è risultato un riutilizzo di un manufatto molto antico: datato tra il 305 e il 309 grazie la presenza della dedica all’imperatore tetrarca Gaio Galerio Valerio Massimino, originariamente noto come Daia, è la prima menzione ufficiale della civ[itate] Par[isiorum] e non a Lutetia!
Questa conversione toponomastica avviene ancora di più sotto l’imperatore Giuliano. Negli scritti narrativi di Ammiano Marcellino si riscontra come il termine Paris viene utilizzata sistematicamente come destinazione: Reuertit Parisios Caesar, che significa Cesare tornò a Parigi (da Ammiano M. XVII-II-4).
Fino al IV secolo d.C., il termine Parisii si riferiva alla tribù locale e non al luogo; da quel momento in avanti, si designerà la città stessa, Parigi, nata, dunque, da una metonimia.
Ammiano Marcellino, nel suo racconto dell’elevazione di Giuliano al rango di Augusto, narra della periferia della Rive Gauche, notando che la città non si limita alla minuscola area dell’isola, ma continua ad espandersi in buona parte del suo territorio precedente.
La sua superficie, di quasi 100 ettari durante il periodo Alto imperiale, si riduce 20 o 25 ettari. Per fare un confronto, un agglomerato come Reims va, addirittura, da 600 a 50 ettari. In considerazione della limitazione imposta dalle dimensioni dell’isola, il bipolarismo della città tarda risulta essere inevitabile, portando alla ridistribuzione dei ruoli secondo le prerogative dell’isola.
Lutetia/Parigi, nel periodo del Tardo Impero, è divenuta, quindi, una città formata attorno a due poli, la riva sinistra e l’Ile de la Cité, completata da una ponte per accedere ai territori agricoli sulla riva destra. Con il suo confine circoscritto a l’Ile de la Cité, ridotta a circa 10 ettari, Lutetia/Parigi è tra i più piccoli siti fortificati della Gallia.
Daniele Mancini
Per ulteriori info:
- Gaio Giulio Cesare, de bello Gallico
- Ammiano Marcellino, Rerum gestarum
- Patrick Périn, Lutèce: Paris de César à Clovis, Parigi 1984
- Didier Busson, Silvye Robin, Lutèce monumentale du I.er ai IV.e siecle, in Roger Hanourne (a cura di), Les Villes du Nord del la Gaule, Lille 2007