LA GUERRA IN SIRIA CONTINUA A COLPIRE IL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO
Il Ministero degli Esteri siriano ha fermamente condannato le attività di scavo illegali compiute da truppe statunitensi, francesi, turche e dei loro alleati nelle aree della Siria sotto il loro controllo, tra cui i siti antichi di Manbij, Afrin, Idlib, Hasaka e Raqqa.
Un funzionario del ministero ha dichiarato, alla nota agenzia di stampa arabo siriana SANA, che c’è stato un notevole aumento dei lavori di scavo non autorizzato, con saccheggio e il furto di antichi manufatti culturali.
Secondo il Ministero, queste azioni rappresentano un nuovo crimine di guerra, aggiunto ai crimini commessi contro il popolo siriano e l’eredità culturale siriana. Secondo Damasco, il saccheggio dei tesori storici della Siria è parte di un complotto deliberato di organizzazioni terroristiche e di loro sostenitori per derubare il popolo siriano del loro passato e distruggere il patrimonio culturale e civico del paese.
Il Ministero degli Esteri ha invitato, inoltre, l’United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization (UNESCO) a condannare le presunte violazioni denunciando coloro che agiscono dietro questi crimini.
La Siria è la patria di alcuni dei più antichi insediamenti abitati ininterrottamente dall’antichità e contiene manufatti culturali provenienti da numerosi imperi. Durante la Guerra in Siria, purtroppo, gli archeologi di tutto il mondo hanno guardato con orrore mentre i terroristi saccheggiavano e distruggevano manufatti inestimabili nelle aree sotto il loro crudele controllo.
La dichiarazione del Ministero degli Esteri segue le osservazioni di Mahmoud Hammoud, direttore generale dei musei e antichità della Siria, che sostengono che le milizie statunitensi, francesi e turche abbiano condotto scavi illegali nel nord della Siria in aree sotto il loro controllo, depredando tombe di una necropoli nella parte orientale di Manbij.
Il legittimo governo siriano, che auspica che l’esercito regolare possa ridare pace alla nazione, ha dedicato notevoli risorse alla ricerca di reperti saccheggiati e lavora alacremente con le autorità internazionali per recuperare tesori illegalmente contrabbandati all’estero da organizzazioni criminali, durante l’occupazione terroristica.
Uno spiraglio è stato offerto dalla riapertura, da parte delle autorità governative, del Museo Nazionale di Damasco (di cui ho parlato in un recente articolo consultabile cliccando qui), reclamato come una simbolica “vittoria politica, culturale ed economica”, un simbolo del ritorno alla vita normale e una sfida per gli sforzi compiuti contro i terroristi che hanno saccheggiato e distrutto i tesori del paese.
A settembre, noltre, le autorità governative hanno avviato un importante progetto per ripristinare il preziosissimo Krak de Chevaliers, un castello dell’XI secolo situato presso Homs, considerato la più importante e più nota costruzione militare fortificata dell’Ordine militare dei Cavalieri dell’Ospedale di S. Giovanni di Gerusalemme.
Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini
Per ulteriori info: FARS News Agency