LE PRIME ATTREZZATURE “MECCANICHE” PER LA LAVORAZIONE DEL LEGNO
La punta ad arco e il tornio possono essere considerati il primo passo nella meccanizzazione della lavorazione del legno, le prime attrezzature “meccaniche” adoperate. Per quanto riguarda il primo, c’è una vasta gamma di fonti scritte, grafiche e archeologiche per il suo uso nei manufatti lavorati con il legno, soprattutto nella fabbricazione di mobili e nella costruzione di navi, anche se nella maggior parte dei casi solo la punta di bronzo è sopravvissuta e la sua forma non è chiara a causa dell’estrema usura dell’utensile.
Inoltre, a causa della natura deperibile del legno, i componenti in legno degli antichi utensili o di altre attrezzature, spesso, non sono giunti fino a noi e, di conseguenza, i preminenti interrogativi sulla funzione, l’evoluzione e il grado di specializzazione della punta dell’arco e del tornio rimangono ancora senza risposta.
Elena Maragoudaki, archeologa della The Aegean Lectures, la struttura nata per presentare le nuove scoperte e i nuovi studi per la Aegeus, Society for Aegean Prehistory e per lo Swedish Institute di Atene, in una recente conferenza ha dichiarato che le prime attrezzature meccaniche per la lavorazione del legno (l’archetto e il tornio), nella costruzione navale e nella produzione di mobili, hanno visto il loro sviluppo durante il tardo periodo dell’Età del Bronzo.
Durante la conferenza è stato presentato uno studio che mirava alla valutazione quantitativa, qualitativa ed ergonomica della punta ad arco per la lavorazione del legno durante la tarda Età del Bronzo. L’obiettivo dello studio è stato perseguito attraverso la ricerca, l’esame e la classificazione dei dati archeologici disponibili, raccogliendo le fonti e ricostruendo determinati tipi di trapano. La valutazione del trapano si è basata sulla qualità (qualità del foro, accuratezza del foro, forma del foro), sulla quantità (velocità di penetrazione della punta elicoidale) e sui criteri ergonomici (fatica dell’utente).
Attraverso procedure di archeologia sperimentale, che ne hanno simulato il suo uso nella costruzione navale (ad esempio, sono stati riprodotti i tenoni a chiocciola dello scafo del naufragio di Uluburun) e nella fabbricazione di mobili (ad esempio, il tavolo ΝΑΜ 890 dalla tomba V del Circolo A, Micene), sono stati messi evidenza i criteri di qualità del trapano, incluso la dimensione e la forma del foro, la qualità del bordo del foro e la rugosità della superficie interna del foro stesso.
Per quanto riguarda il tornio, l’altro innovativo strumento a comando meccanico, le ricerche di archeologia sperimentale ancora non sono esaustive: il tavolo della Tomba di Micene è esso stesso un tornio e si tenta di dare una visione più specifica alla costruzione di questo e altri manufatti.
Occorrono ancora studi e ricerche!
Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini
Per ulteriori info: Swedish Institute at AthensA