IMMAGINI DECLASSIFICATE AEREI SPIA RIVELANO PRESENZA SITI ARCHEOLOGICI
Negli anni ’50 e all’inizio degli anni ’60, con la Guerra Fredda al suo apice, gli Stati Uniti hanno inviato aerei spia U2 attraverso l’Europa, il Medio Oriente e l’Asia centro-orientale, scattando immagini di numerosi obiettivi militari.
Sebbene le missioni collegassero un Punto A a un Punto B, ad esempio un campo aereo e una città importante, in molti casi la telecamera continuava a registrare tra quei punti, catturando migliaia di foto del deserto, delle steppe, dei campi e dei villaggi sottostanti.
Una tale collezione può rappresentare una miniera d’oro per gli archeologi del paesaggio, quali Emily Hammer, dell’Università della Pennsylvania, e Jason Ur, della Harvard University.
Per decenni, tutti i film e i documenti di queste missioni, nome in codice CHESS, assegnato dal Governo degli Stati Uniti, rimasero classificati. Quando sono diventati pubblici, nel 1997, non sono stati indicizzati o scansionati immediatamente.
Fino ad oggi, la maggior parte di questo tipo di documentazione aerea storica proveniva dal programma di spionaggio satellitare CORONA, che gli Stati Uniti gestivano tra il 1959 e il 1972 (si legga Satelliti spia al servizio dell’archeologia). Ma solo le immagini di CORONA ad alta risoluzione, prese durante gli ultimi cinque anni del programma, sono utili per la maggior parte degli scopi archeologici.
Le foto degli aerei U2 sono precedenti e hanno una risoluzione più elevata persino delle migliori immagini di CORONA, offrendo la possibilità di vedere le caratteristiche situazioni storiche indecifrabili con CORONA o già trascorse al momento di quelle missioni.
Conoscendo il potenziale offerto dalle immagini degli aerei U2, Hammer e Ur hanno iniziato a setacciare i materiali. Analizzando migliaia di fotogrammi ad alta e bassa risoluzione, hanno scoperto molte caratteristiche storiche e archeologiche: dalle trappole di caccia preistoriche, ai canali di irrigazione di 3000 anni, ai villaggi in zone paludose che oggi non sono più visibili rispetto a 60 anni fa, inclusa
Aleppo prima della massiccia distruzione operata nella guerra civile in corso.
Hammer e Ur hanno pubblicato un articolo sulla rivista della Cambridge University Press, Advances in Archaeological Practice, descrivendo il primo utilizzo archeologico delle immagini degli aerei spia U2, fornendo una nuova finestra sulla storia.
Hammer e Ur hanno condotto ricerche archeologiche in Medio Oriente per decenni, in Turchia, in Azerbaigian, in Iran, in Iraq e in Siria, utilizzando estesamente le immagini satellitari del satellite SPONA, non usufruendo di immagini utili alla ricerca.
Un incontro casuale con Lin Xu, un ricercatore che aveva recuperato le immagini degli aerei U2 della sua città natale in Cina, portò Hammer e Ur ad approfondire il lavoro sulle foto di archivio per realizzare un database fondamentale per il proseguo degli studi.
Non è stato, ovviamente, un processo facile. All’inizio, hanno dovuto selezionare i film da trasferire dai magazzini del National Archives in Kansas alla Arial Film Section del Maryland. Poi, i ricercatori hanno sparpagliato centinaia di metri di pellicola su un tavolo luminoso per identificare i fotogrammi pertinenti, quindi hanno fotografato i negativi usando un obiettivo macro da 100 millimetri, successivamente, hanno montato insieme e regolato ogni fotogramma, prima di georeferenziare le foto, utilizzando un software GIS per abbinare le immagini con le coordinate dei luoghi reali.
Sebbene possa sembrare un processo lungo e noioso, i due studiosi ne sono rimasti entusiasti fin dal principio: il fascino di srotolare la bobina e seguire il percorso degli aerei U2 ha, spesso, ricreato un senso di esplorazione e scoperta. Le ore di lavoro sono state ripagate, rivelando importanti siti archeologici del Medio oriente.
Le trappole di caccia preistoriche sono strutture murarie in pietra che risalgono dai 5000 agli 8000 anni or sono ed erano usate per intrappolare gazzelle e altri animali simili. Il deserto arido della Giordania orientale ne ha preservati molti, ma l’espansione agricola nella Giordania occidentale ne ha smantellato o distrutto molti altri. Le immagini satellitari li hanno riportati in vita, mettendo in mostra una rete di recinti a forma di diamante e quelle che sembrano lunghe code di aquiloni, offrendo la migliore visione, fino ad oggi, di questi importanti strumenti di caccia.
Un altro lungometraggio mostra il sistema dei canali nel nord dell’Iraq e fornisce informazioni su come un impero, quello assiro, durante i primi secoli di governo, sia riuscito a mantenere il suo potere.
Gli assiri hanno costruito il primo grande impero multiculturale di lunga durata del mondo antico e il sistema di irrigazione che alimentava le capitali reali, rendeva possibile la produzione di ingenti derrate alimentari e forniva acqua ai villaggi.
Le immagini degli aerei U2 hanno setacciato anche l’Iraq meridionale, presentando la disposizione, le dimensioni e la posizione ambientale delle comunità arabe delle paludi alla fine degli anni ’50 e all’inizio degli anni ’60, molte delle quali scomparvero dopo la costruzione delle imponenti dighe idroelettriche in Turchia, Siria e Iraq e dopo che il governo di Saddam Hussein ha drenato deliberatamente le paludi nei pressi delle quali viveano.
Prima di allora, questi gruppi umani vivevano uno stile di vita unico per migliaia di anni, allevando bufali, costruendo case e ogni sorta di cose dalle canne, vivendo su isole galleggianti di canne, piantando palme da datteri e pescando.
Sebbene le tre caratteristiche archeologiche rappresentino diverse scale temporali storiche, risalenti a migliaia di anni o solo a pochi decenni fa, è dimostrato come i gruppi umani hanno cambiato il paesaggio naturale in un modo visibile solo dalla prospettiva posta a oltre migliaia di metri di altitudine.
Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini