LA COMPLESSA STORIA DEL SITO ARCHEOLOGICO DI TAS-SILG, MALTA
Fin dai primi scavi effettuati negli anni ’60 dalla Missione Archeologica Italiana dell’Università “La Sapienza” di Roma e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano nel sito conosciuto come Tas-Silg, presso Marsaxlokk, un centro nel sud-est dell’isola di Malta, è stato immediatamente evidente che si trattasse di un importante sito archeologico.
Nel corso degli anni, il sito ha continuato a svelare ulteriori sorprese e lo scavo attuale, condotto da Heritage Malta, in collaborazione con il Department of Classics and Archaeology dell’Università di Malta e con il sostegno della Superintendence of Cultural Heritage, ha confermato ancora una volta che l’antico sito ha una storia più complessa di quanto si pensasse in precedenza.
Le nuove scoperte sono venute alla luce quando Heritage Malta e il Ministero della Cultura hanno elaborato un nuovo progetto per ripristinare e trasformare una casa colonica del XIX secolo e destinarlo a centro accoglienza visitatori.
Le prime indagini archeologiche sistematiche del sito che furono eseguite dalla Missione Archeologica Italiana avevano portato alla luce notevoli resti di un santuario utilizzato in diversi periodi storici, dal neolitico a quello fenicio, punico e tardo repubblicano romano. Le ricerche hanno, inoltre, condotto alla scoperta di una notevole quantità di frammenti di ceramica e ossi di animali, rilevando numerose e interessanti informazioni, dai luoghi di produzione dei manufatti al loro uso quotidiano.
I recenti scavi, oltre a frammenti di manufatti ceramici, alcuni anche con bolli e iscrizioni, hanno riportato ossi animali e altri materiali di provenienza punica e romana ed elementi di decorazioni architettoniche che un tempo ornavano la facciata dei templi principali.
L’arcipelago delle isole maltesi, posto al centro del Mediterraneo, come le altre isole del Mare Nostrum, ha subito le influenze di tutte le culture che hanno attraversato il mare: un punto di forza di questo sito è che offre interessanti approcci sulle varie culture presenti nelle isole fin dal Neolitico e su come ogni nuova cultura ha interagito con i propri predecessori, dal punto di vista architettonico e dei materiali d’uso quotidiano.
I lavori di ristrutturazione delle fattoria del XIX secolo hanno portato alla luce importanti resti archeologici, tra cui pavimenti e pareti edificati nel periodo repubblicano romano. Le nuove scoperte hanno anche identificato un numero importante di spoliazioni realizzate in tempi più moderni per sfruttare la buona pietra da costruzione degli antichi edifici.
Tra i lavori realizzati, le foto scattate in tutte le aree produrranno interessanti modelli 3D del sito, durante e dopo gli scavi. Alla fine verrà anche utilizzato un drone per produrre una rilievo fotografico dell’intero sito e un modello 3D dell’area.
Gli attuali confini del sito sono stati costituiti dalle linea di demarcazione realizzate in seguito alle procedure di espropriazione effettuate negli anni ’60. E’ probabile che i confini non riflettano necessariamente le dimensioni del sito dove, però, il principale ostacolo resta una strada che divide in due il recinto del tempio di Tas-Silg.
Seppure entrambi i lati della strada siano stati indagati da ampi scavi, il legame tra le due aree e di tutti i complessi processi religiosi, sociali e culturali di questo importante tempio, è ancora mancante, sepolto sotto una strada che è stata realizzata dal XVII secolo.
I tempi potrebbero essere maturi per prendere in considerazione il reindirizzamento della strada in modo che tutto il sito di Tas-Silg possa essere studiato e valorizzato come dovrebbe. È probabile che sotto la strada giacciano i resti della vasta area che fungeva da luogo in cui i pellegrini di questo santuario si riunivano, in epoca punica e romana, prima di accedere ai sacri riti.
Oltre agli scavi a Tas-Silg, Heritage Malta ha recentemente elaborato un progetto dotato di relativo piano per proteggere, conservare e rendere il sito più accessibile al pubblico.
Ne attendiamo i risultati.
Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini
Per ulteriori info: Times of Malta