TOP 10 DELLE SCOPERTE ARCHEOLOGICHE 2019 – prima parte
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Come di consueto, la rivista ARCHAEOLOGY, una pubblicazione dell’Archaeological Institute of America, pubblica la sua classifica Top 10 delle scoperte archeologiche 2019, secondo gli editori della rivista stessa. Per quelle del 2018, clicca qui.
- Domusa Aurea, Roma. Una piccola crepa in una volta a botte ha permesso agli archeologi la scoperta di un nuovo ambiente Domus Aurea, l’immenso palazzo costruito dall’imperatore Nerone dopo un incendio che ha devastato Roma nel 64 d.C. Dopo la morte di Nerone, la Domus Aurea è stata vista come la follia dell’imperatore e l’interno della struttura è stato completamente riempito e condannato a damnatio memoriae. Sulla parte superiore è stato realizzato un parco pubblico di cui tutti i romani potevano godere che ha celato per secoli le bellezze del palazzo. Solo nel XV secolo, per caso, la vasta proprietà è stata riscoperta. Da allora, la Domus Aurea è stata è stato un sito di esplorazione, scavo e restauro quasi costante. Durante uno di questi progetti di restauro, gli archeologi hanno trovato un nuovo ambiente, completamente affrescato. Gli affreschi raffigurano un centauro e altre figure mitologiche, uno strumento simile a un fischio, piante decorative con una colonna sormontata da una ciotola d’oro e una sfinge che ha dato il nome all’intero spazio, la “Stanza delle Sfingi“.
- Pampa La Cruz, Perù. Più di 230 bambini e quasi 400 lama sacrificati sono stati scoperti nel sito costiero di Pampa la Cruz, corrispondenti a tre eventi differenti. Il primo di questi eventi risale al 1250 d.C. circa, confermandolo come il primo sacrificio di massa di bambini e animali nella regione. Sacri sacrifici simili sono stati trovati da date successive nella stessa area e sono stati interpretati come offerte agli dei dal popolo Chimu in risposta alla distruzione provocata dagli eventi di El Niño. L’archeologo Gabriel Prieto dell’Università della Florida, negli studi 2019, ha desunto che il primo sacrificio di Pampa la Cruz possa aver avuto uno scopo politico in un periodo in cui i Chimu hanno conquistando un’altra popolazione, quella dei Lambayeque, che viveva nelle valli a nord.
- Xiahe, Cina. Circa 40 anni fa, un monaco buddista ha rinvenuto una mandibola nella grotta carsica di Baishiya, a più di 3000 metri sul livello del mare sull’altopiano tibetano. Il campione è stato datato a 160.000 anni fa e l’analisi delle proteine dei suoi denti indica che apparteneva a un membro della specie di ominide conosciuta come Denisoviani. Questi antichi umani erano noti solo attraverso resti frammentari di diversi individui, tutti trovati nella grotta Denisova, nella Siberia meridionale, che si trova a 2800 km a nord-ovest della grotta tibetana e a soli 700 metri di altitudine. Questa mandibola, da studi 2019, ha rivelato che i Denisoviani erano geograficamente distribuiti in modo molto più ampio e ad un’altitudine più elevata di quanto si pensasse in precedenza secondo l’archeologo Dongju Zhang, dell’Università di Lanzhou.