venerdì, 22 Novembre 2024
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GIOCO DEI DADI IN UN VASO GRECO ANIMATO

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Una nuova animazione realizzata dagli abili tecnici della Panoply Vase Animation Project mostra un nuovo vaso animato: stavolta, è un’anfora attica realizzata ad Atene intorno al 540-530 a.C., firmato dal famoso maestro ceramografo Exekias ed è ora conservata nei Musei Vaticani.

Il vaso mostra Achille e Aiace, uno degli eroi preferiti di Exekias, che giocano durante una pausa tra le battaglie della Guerra di Troia. Entrambi gli uomini hanno ancora gli scudi, le lance e gli elmetti pronti. Achille e Aiace erano cugini, i loro padri, Peleo e Telamone, erano fratelli. Erano entrambi guerrieri abili e spietati!

Nel Iliade, Aiace è spesso considerato secondo solo ad Achille (si veda l’Iliade , 2, 768 ; 13, 321; 17, 279). Secondo la tradizione mitologica, Aiace si suicidò dopo la morte di Achille, accecato dal dolore, quando i Greci assegnarono le armi e l’armatura di Achille a Ulisse invece che ad Aiace!

Il racconto della morte di Aiace si trova nella tragedia Aiace, scritta da Sofocle, nelle Nemee di Pindaro e ne Le metamorfosi di Ovidio e di Foscolo in cui l’eroe incarna l’ideale di ribellione nei confronti del tiranno, mentre Omero, nell’Odissea, si mantiene sul vago, riferendo soltanto che la sua morte avvenne a causa della disputa per le armi di Achille.

Si è ipotizzato che la scena di gioco rappresentata sull’anfora raffiguri un episodio ormai perduto dell’epopea omerica. La maggior parte degli studiosi ha respinto questa idea, affermando che la scena funziona da sola senza la necessità di un retroscena dettagliato oppure una metafora dell’arcaico valore della formazione aristocratica greca che spingeva gli individui a competere in tutto, aspirando sempre ad essere i migliori.

I giochi da tavolo richiedevano abilità, ma erano anche soggetti al caso. Competere in essi ha sviluppato il pensiero strategico, ma anche la capacità di recupero emotivo per far fronte alle battute d’arresto. Il gioco dei dadi in particolare suggerisce che Aiace deve continuare ad allenarsi per controllare la sua ira; infatti perde la calma proprio più tardi quando l’armatura di Achille è assegnata a Ulisse.

L’altro lato dell’anfora presenta la famiglia di Elena di Troia, già Elena di Sparta. La scena mostra i suoi genitori, Tindareo e Leda, e i suoi fratelli gemelli, i Dioscuri Castore e Polluce con un cavallo. Come la scena di gioco dall’altra parte, questa è un’immagine di personaggi famosi in un momento di svago.

Un gran numero di vasi sono stati decorati con la scena di gioco tra Achilles e Aiace, ma questa è apparsa anche su altri oggetti. Un gruppo di scudi, sicuramente votivi, trovati nel Santuario di Olimpia, mostrano questa scena; anche un fregio in marmo trovato sull’Acropoli di Atene riproduce lo stesso episodio. È stato suggerito che il marmo dell’acropoli potrebbe essere l’immagine originale che abbia ispirato i vari ceramografi attici e non.

Archeologi, studiosi e storici dell’arte antica considerano il vaso Exekias il più impressionante dal punto di vista artistico, elogiato per raffinatezza della composizione ed eccellenza dell’esecuzione ed Exekias è stato estremamente attento nella composizione. L’intera scena di gioco è divisa in tre piani dalle lance dei giocatori guerrieri. Il piano centrale è un triangolo che punta verso il basso: al suo interno vediamo le teste di Achille e Aiace in alto e le loro mani in basso. Questo effetto attira la nostra attenzione sui volti dei giocatori, lasciando trasparite come le loro teste, o meglio, i loro pensieri, dettino le mosse alle loro mani.

Le lance che dividono la scena hanno un proseguimento ideale anche con la parte superiore delle anse dell’anfora. Le linee create dalla parte inferiore delle anse sono proseguite dagli scudi a riposo. Le curve della schiena dei guerrieri corrispondono alle curve della pancia del vaso stesso. Tutto ciò crea un’impressione di armonia e fluidità.

Accanto a questo equilibrio, c’è anche una sottile differenziazione tra i due giocatori che si esprime nella superiorità di Achille. Achille siede più comodamente e con più sicurezza rispetto ad Aiace. Inoltre, Exekias rappresenta solo Achille che indossa un elmo, conferendogli un vantaggio in altezza nella scena, un altro modo di esprimere la sua superiorità. E ancora: il suo posto a sedere  è leggermente più alto rispetto a quello di Aiace, e la testa e le braccia nude di Aiace lo fanno sembrare leggermente vulnerabile di Achille, un altro segno della sua inferiorità. Come se ciò non bastasse, Achille vince la partita: anche se è difficile da vedere, ci sono parole sul vaso che mostrano che Achille ha lanciato un quattro!

Il vaso animato evidenzia tutte queste peculiarità rendendo questa opera ancora più splendida e unica.

Daniele Mancini

Bibliografia consultata:

  • Bejor, M. Castoldi, C. Lamburgo, Arte greca. Dal decimo al primo secolo a.C., Roma, 2008
  • https://www.academia.edu/19525741/_Achille_et_Ajax_quand_l_ag%C3%B4n_s_allie_%C3%A0_l_alea_Revue_du_Mauss_46_2015_81-98
  • S. Woodford, Ajax and Achilles Playing a Game on an Olpe in Oxford, in The Journal of Hellenic Studies, Vol. 102, Oxford, 1982, pp. 173-185

Simposio vaso animato

 

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