sabato, 21 Dicembre 2024
Musei&Mostre

UNA PARLAMENTARE SCOZZESE TORNA SUI MARMI DEL PARTENONE

Per leggere questo articolo occorrono 3 minuti

La Brexit ha riacceso il dibattito sul ritorno dei Marmi di Elgin nella sede naturale, sul Partenone. Il loro ritorno in Grecia potrebbe avvenire prima di quanto si possa pensare?

Una parlamentare scozzese Margaret Ferrier, dello Scottish National Party per le contee di Rutherglen e Hamilton West, propone un’interrogazione parlamentare sull’annosa questione.

All’inizio del 1800 Thomas Bruce, settimo Conte di Elgin, ottenne l’accesso, dalle autorità turche, al complesso templare del Partenone e ad altri edifici dell’Acropoli di Atene, in barba al console francese che desiderava il medesimo privilegio. Con una squadra di assistenti, Thomas Bruce rimosse molti elementi di notevole interesse culturale, tra cui circa 50 dei 160 metri di metope del fregio del Partenone, trasportandoli in Gran Bretagna tra il 1802 e il 1812.

Fino ad oggi, i Marmi di Elgin sono tra i manufatti più apprezzati del British Museum, ma le azioni di Elgin di oltre 200 anni fa hanno scatenato uno dei dibattiti culturali più controversi nella storia culturale umana. La legalità dell’atto di Elgin rimane fortemente contestata e, oggi, i Marmi sono  di proprietà del British Museum da quando la Camera dei Comuni ha votato per il loro acquisto da Elgin stesso nel 1816.

Nella sua interrogazione, la Ferrier apprezza coloro che approvano che i Marmi dovrebbero rimanere in Gran Bretagna, citando la conservazione culturale come una ragione chiave, ponendo di fatto la conservazione al di sopra delle considerazioni sulle circostanze in cui sono stati acquisiti tesori e altri manufatti di grande significato, confermando che molti dei tesori culturali del mondo sarebbero andati persi se non fossero stati salvati dalla distruzione.

La Ferrier ritiene che in paesi instabili o devastati dalla guerra, le orrende devastazioni ai siti del patrimonio mondiale dell’UNESCO, dalla  distruzione sfrenata dell’isis (volutamente in minuscolo…) di Palmira, dellla Grande Moschea di Aleppo e della vecchia città di Damasco, solo per citarne alcuni dei siti che hanno subito il brutale conflitto in Siria, non è affatto paragonabile con il proposto rimpatrio dei Marmi di Elgin!

Secondo la Ferrier, sia la Grecia che il Regno Unito possono offrire strutture eccezionali per preservare i Marmi per le generazioni a venire, quindi l’argomentazione si riduce alla necessità o meno di apprezzare l’arte nel suo contesto completo e originale e, nel caso dei Marmi del Partenone, posizionarli a pochi chilometri dalla loro posizione originale nel Museo dell’Acropoli, dove possono essere apprezzati e ammirati in tutto il mondo, è la cosa giusta da fare.

La Ferrier pone l’accento anche ai negoziati commerciali con la UE per la Brexit e, alle paure dei propri elettori sull’impatto economico procurabile da tale evento, la parlamentare ritiene che la UE stia preparandosi ad affrontare le questioni relative al ritorno o alla restituzione di oggetti culturali rimossi illegalmente dal loro paese di origine, sotto le cogenti pressioni del governo greco.

I Marmi di Elgin potrebbero fortunatamente tornare in Grecia in circostanze che non avevamo mai immaginato in precedenza?

Daniele Mancini

Per una trascrizione completa della mozione di Margaret Ferrier al Parlamento britannico, fare clic qui.

Elgin

 

Ciao! Lascia un commento o una tua considerazione. Grazie

error: Il contenuto è protetto!!