venerdì, 22 Novembre 2024
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NECROPOLI BIZANTINA NELLA SIRIANA TELL ES-SIN

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Uno studio realizzato dall’Università di Barcellona e dall’Università Autonoma di Barcellona pubblicato sulla rivista Bioarcheology of the Near East rivela le caratteristiche della necropoli di Tell es-Sin, un sito bizantino risalente al V/VII secolo, sulla riva sinistra del Fiume Eufrate.

Il sito di Tell es-Sin occupa un’area di venticinque ettari situata nel mezzo di un’area di passaggio per gli antichi eserciti bizantini e Persiani sassanidi. È diviso in acropoli, città bassa e necropoli ed è posto a sud-est dell’attuale città di Deir ez-Zor, al confine tra Siria e Iraq ed è considerato un kastron, un avamposto con funzioni amministrative e militari. Le dimensioni del sito, la sua struttura urbana e la sua natura fortificata suggeriscono che potrebbe trattarsi di un antico centro siriano il cui nome è ancora sconosciuto.

Grazie alla sua posizione strategica, Tell es-Sin avrebbe fatto parte di quella riorganizzazione territoriale e militare condotta dall’imperatore Giustiniano, che ha promosso la fortificazione delle popolazioni del limes nella metà del VI secolo d.C.

I primi scavi archeologici della necropoli bizantina di Tell as-Sin risalgono al 1978 e furono guidati da Asad Mahmoud, all’epoca direttore generale delle Antichità e dei Musei di Deir ez-Zor. Nel 2005, ulteriori indagini archeologiche sono state condotte dalla prima missione siro-spagnola, coordinate dall’Università della Coruna, hanno messo in luce l’importanza della necropoli del sito Tell es-Sin, identificando 170 ipogei funerari in una necropoli che potrebbe contenerne, si stima, circa un migliaio.

Secondo gli autori dello studio, i campioni dei resti umani di Tell es-Sin costituiscono un insieme eterogeneo ma parziale di resti scheletrici relativi a tombe saccheggiate nel corso del tempo; usando i metodi biometrici tradizionali, questo studio antropologico ha fornito informazioni sul genere, l’età della morte, l’altezza e altre variabili morfologiche degli individui trovati nel sito.

In totale, sono stati analizzati 71 individui, tra i quali almeno diciotto corrispondono a uomini e dodici a donne. Secondo gli studiosi, nei resti studiati non è stata osservata alcuna propensione all’inumazione per sesso o età e mancano resti relativi a bambini, rispetto ad altre necropoli, che avrebbero potuto essere deposti in altre nicchie all’ingresso delle tombe. Inoltre, ogni loculo rinvenuto ospita almeno da uno a cinque individui inclusi subadulti e adulti, secondo il tipico modello di sepoltura collettiva dell’antica Siria.

Circa il 25% degli individui presenta cribra orbitalia (cranio immaturo) e l’8,5%, iperostosi porotica, alterazioni delle ossa craniche tradizionalmente associate ad anemia o carenza di ferro, rachitismo, infezione o altre condizioni infiammatorie. La presenza di malattie degenerative articolari è bassa e solo il 2,8% dei denti presentava carie, un valore chiaramente inferiore a quello di altri siti bizantini contemporanei.

La fine del centro di Tell es-Sin, nel primo quarto del VII secolo d.C., è coinciso con le guerre contro i Persiani sassanidi e le tribù arabe dell’Islam. Nonostante le condizioni del sito e l’attuale situazione nella regione siriana, la scoperta e lo scavo di tombe non saccheggiate, in futuro, è cruciale per approfondire la conoscenza della popolazione che ha vissuto in quell’angolo di Siria tardo antica.

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori approfondimenti: Università di Barcellona

Giustiniano

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