AMAZZONI IN UN VASO ANIMATO
Un vaso attico, uno skyphos a figure nere, raffigurante una quadriga che insegue delle Amazzoni, con una sfinge su entrambi i lati, la scena è ripetuta sull’altro lato, è la quinta scenica dell’animazione presentata. Il vaso è datato al 510-500 a.C., oggi è conservato al The Ure Museum of Greek Archaeology ed è uno dei vasi animati realizzati dalla Panoply Vase Animation Project.
La storia proposta nell’animazione è in linea con i miti greci sulle Amazzoni. L’Amazzone mostrata, seppur coraggiosa e aggressiva, viene sopraffatta dal suo avversario. La quadriga avanza da sinistra a destra e investe violentemente l’amazzone. Sembra che il pittore esplori l’uso della prospettiva in una sorta di universo tridimensionale.
Osservando la figura originale, l’auriga non è rappresentato: per l’animazione, l’auriga è stato creato adoperando la seconda Amazzone, ruotandone il corpo. La maggior parte del suo corpo era nascosta e la vernice bianca, che indica che era una donna, è completamente svanita, per cui non sono stati necessari ulteriori aggiustamenti grafici.
L’animazione inizia con l’Amazzone che compie un’imboscata nascondendosi dietro una delle sfingi. Con un espediente di computer grafica, si crea abbastanza spazio tra le sfingi, fino a tre volte la sua larghezza normale, per consentire al carro di caricare.
Nella mitologia greca numerose erano le storie sulle Amazzoni guerriere, sempre rappresentate come combattenti coraggiose e tenaci, che vivevano in comunità guidate da donne e addestrate a combattere con le armi che, nella società greca, era consentito solo agli uomini; le armi adoperate erano le classiche lance, scudi, spade e, soprattutto dal periodo classico, archi e frecce.
Le Amazzoni non erano un vero popolo o tribù ma delle abitanti di uno Stato nella regione del fiume Termodonte, sulla costa meridionale del Mar Nero e hanno interpretato sempre il ruolo di un avversario molto diverso da un normale guerriero greco.
Le Amazzoni sono state in lotta con e contro i più famosi eroi di Tracia, Siria, Asia Minore e della Grecia stessa. Leggende postomeriche narravano la loro venuta in aiuto dei Troiani sotto la guida di Pentesilea, uccisa poi da Achille (nel vaso di Exekias); della spedizione di Herakles in Scizia, per impadronirsi della cintura della regina delle Amazzoni; dell’invasione in Attica (secondo un’antica tradizione ateniese) per vendicare il rapimento della loro principessa Antiope da parte di Tèseo. Le scene di Herakles che combatte contro le Amazzoni sono tra le raffigurazioni più comuni di Amazzoni sulla ceramica greca.
L’ Iliade (6, 186) include già riferimenti alle Amazzoni. L’alleato troiano, Glauco, ricorda come al suo antenato Bellerofonte furono assegnati tre compiti quasi impossibili nel tentativo di sbarazzarsi di lui: uccidere il mostro Chimera, combattere la tribù dei Solymi e combattere le formidabili Amazzoni che erano pari degli uomini. Questi avversari erano considerati così impegnativi che, quando Bellerofonte li sconfisse, Pindaro celebrava questa tradizione con grande enfasi.
Una curiosità: l’invasione amazzone dell’Attica è stata associata alle guerre persiane. Nel V secolo a.C., Cimone ha commissionato un dipinto pubblico per commemorare le guerre persiane che includeva una scena della mitica battaglia contro le guerriere. Isocrate l’oratore, ha usato il mito dell’antica invasione per cercare di giustificare una nuova guerra persiana e quando Alessandro Magno è riuscito a sconfiggere i Persiani, è stato rapidamente inserito nel mito delle Amazzoni.
Daniele Mancini