VANGELI APOCRIFI, FONTI VERITIERE O SEMPLICI NARRAZIONI?
Le vicende attorno ai Vangeli e alle religioni sono sempre state affascinanti e legate a stretto filo all’archeologia, scienza che non poco ha fatto per dirimere questioni o aggiungere interrogativi alla “veridicità” degli scritti sacri e dei altrettanto noti “apocrifi“.
Il vescovo Atanasio di Alessandria ha scritto, nel 367 d.C., incluso nelle consuete Lettere Festali (conservatE parzialmente anche in greco) che il vescovo inviava ogni anno ai fedeli in occasione della Pasqua toccando argomenti morali, teologici, e di varia attualità, il canone biblico di Atanasio!
Gli altri testi religiosi conosciuti sono stati considerati apocrifi cristiani, testi che si riferiscono alla vita di Cristo e dei suoi seguaci, ma esclusi dal canone delle Sacre scritture, in quanto non se ne riconosceva l’ispirazione divina e che, invece, secondo Atanasio sarebbero usati per ingannare gli ingenui, inducendo queste fonti uniche a un oblio letterario unico.
Numerosi studiosi, oggi, ritengono che l’accantonamento degli apocrifi cristiani abbiano prodotto una grave perdita per la conoscenza di una delle religioni maggiorente praticate nel mondo e ne stanno rivalutando il messaggio rilasciato dagli antichi autori: è diventato sempre più chiaro, inoltre, che gli apocrifi cristiani sono stati composti e trasmessi nel corso della storia cristiana, non solo nell’antichità.
Gli studi archeologici hanno aiutato enormemente la comprensione accademica della storia degli apocrifi cristiani. In siti egizi come Ossirinco, a 160 km a S-O de Il Cairo, e Akhmim, 500 km a S della capitale egiziana, gli archeologi hanno portato alla luce testi o opere che in precedenza erano conosciuti solo per la loro menzione da parte di altri autori antichi.
I celebri Papiri di Ossirinco sono documenti pubblici e privati, come codici, editti, registri, inventari, atti di compravendita e lettere. Accanto a questi vi sono importanti testi cristiani greci e latini, frammenti del Vangelo di Tommaso, dell’Apocalisse di Baruc, del Vangelo degli Ebrei e di un’opera di Ireneo di Lione.
Presso Akhmim, alcuni scavi hanno portato alla luce numerosi manoscritti, tra i quali alcuni frammenti del Libro di Enoch, del Vangelo dell’Apocalisse secondo Pietro, gli Atti del Concilio di Efeso, così come numerose altre iscrizioni.
Altri testi, come i celebri 13 codici di Nag Hammadi, che includono copie complete del Vangelo di Tommaso e del Vangelo di Filippo, provengono dal mercato delle antichità.
Numerosi altri studiosi rifiutano l’idea che i testi apocrifi siano stati “persi” a causa della soppressione intenzionale da parte della tradizione “vincente” della Chiesa romana e ritengono che il Cristianesimo sia iniziato come una moltitudine di voci, ognuna dichiarandosi giusta e degna di attenzione cultuale.
Gli apocrifi cristiani, dunque, erano apprezzati non solo dagli ‘eretici’ che avevano opinioni su Cristo che differivano dal Cristianesimo ortodosso, ma anche da scrittori all’interno della chiesa che non esitavano a promuovere e persino creare testi apocrifi per servire i propri interessi o per esprimere la propria visione sui dogmi, la propria questione cristologica e trinitaria.
Daniele Mancini