AGGIORNAMENTI SULLO SCAVO ALL’ASCLEPEION DI EPIDAURO
La Ministra della Cultura greca, Lina Mendoni, ha recentemente visitato gli scavi del sito archeologico dell’Asclepeion di Epidauro, nel Peloponneso, di cui abbiamo anche parlato qualche mese fa: i lavori hanno rivelato i resti di uno degli edifici templari più antichi del santuario, proprio vicino alla tholos del tempio.
L’edificio, parzialmente scavato, risalirebbe alla fine del VII secolo a.C. ed è costituito da un crepidoma con un colonnato litico e un piano ipogeo scavato nella roccia sottostante. Le pareti dell’ipogeo, in pietra, sono ricoperte da intonaco rosso intenso e il pavimento è un mosaico intatto di ciottoli, uno degli esempi meglio conservati di questo raro tipo di pavimentazione provenienti da quel periodo remoto.
Il ritrovamento è considerato significativo perché l’edificio rinvenuto precede l’impressionante tholos posta nella stessa posizione e il cui ipogeo avrebbe ospitato la residenza terrena della divinità Asclepio: la struttura più antica è stata completamente sostituita nel primo quarto del IV secolo a.C.
Il culto di Asclepio a Epidauro, con un Asclepeion arcaico, dunque, iniziò molto prima di quanto si pensasse in precedenza e aveva le stesse caratteristiche ctonie degli edifici successivi!
Vassilis Lamprinoudakis, docente all’Università di Atene, responsabile degli scavi nell’antica Epidauro, ritiene che quando l’edificio è stato recentemente portato alla luce conferma che il culto di Asclepio sembra essere iniziato molto prima nel santuario di Epidauro. Fino ad ora, si pensava che fosse iniziato intorno alla metà del VI secolo a.C. ma è evidente che le strutture sono precedenti, e questo è particolarmente importante per la storia del santuario e per la storia del culto di Asclepio stesso.
Lamprinoudakis ritiene che quando è stato deciso di costruire la tholos, l’Asclepeion più antico è stato completamente raso al suolo e lo spazio sacro del suo ipogeo, pieno di ex-voto e reliquie e di altri culti del santuario, è stato semplicemente interrato, nel rispetto del luogo sacro, per dar vita al grande programma urbano del IV secolo a.C.
E’ stato Pausania (II, 29,1) a descrivere per primo, nel II secolo d.C. il santuario di Asclepio situato 9 km a sud-ovest della città, alla quale lo collegava un’ampia strada sacra densa di monumenti. Lo scrittore cita la famosa tholos o thymele (secondo l’iscrizione epidauria Inscr. Graec., IV, ed. min., 103), i cui resti hanno sempre esercitato e seguiteranno a esercitare l’acume degli archeologi. Il thymele era una sorta di altare usato per i sacrifici.
l progetti per scavi e restauro del sito e del parco archeologico circostante utilizzano i finanziamenti della Comunità europea: tra le opere prevista, un orto botanico per coltivare le erbe medicinali, illustrerà come avrebbe funzionato il santuario stesso.
Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini
Per ulteriori info: Epidaurus