CON ANALISI ISOTOPICHE SI INDAGA SUGLI SCITI DELLE STEPPE
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista PLOS ONE da Alicia R. Ventresca Miller dell’Università del Michigan e da altri ricercatori, gli Sciti, cui Erodoto dedica parte del IV libro delle sue Historíai, le “Storie”, originari dei territori delle steppe settentrionali dell’Asia centrale, conducevano vite più complesse di quanto comunemente si creda.
Molte tribù di Sciti, in seguito a movimenti di altre popolazioni, si spostarono stanziandosi sulle coste asiatiche del Ponto tra il 700 e il 200 a.C.: sono sempre state descritte come una cultura di guerrieri nomadi ma recenti ricerche archeologiche la indicano come una cultura più complessa e varia proprio nella loro nuova regione di stanziamento, denominata Scizia.
In questo studio, i ricercatori hanno utilizzato analisi isotopiche per indagare i modelli della dieta in rapporto alla mobilità della popolazioni degli Sciti.
Gli autori hanno misurato gli isotopi di carbonio, azoto, ossigeno e stronzio in ossa e denti umani da diverse necropoli di tribù di Sciti in Ucraina. Gli isotopi che riflettono la dieta, indicano che questa, in alcuni luoghi, era piuttosto varia e comprendeva numerose colture domestiche; gli isotopi che descrivono l’ambiente geologico vissuto indicano che la maggior parte dei gruppi sciti non ha viaggiato per lunghe distanze durante tutta la propria vita.
Questi risultati supportano, dunque, un nuovo modello insediativo in cui le varie tribù di Sciti non fossero parte di una cultura omogenea, ma di un gruppo diversificato che, in alcuni luoghi, viveva una vita più sedentaria con una dipendenza dall’agricoltura. Gli autori suggeriscono che studi futuri dovrebbero estendere la ricerca per confrontare più generazioni di individui in posizioni geografiche diverse.
Questo lavoro, intanto, contribuirà in modo significativo alla ricerca archeologica permettendo ai ricercatori di muoversi verso un’idea più ampia su cosa significasse essere Sciti.
Gli autori ritengono che lo studio multi-isotopico sfidi le nozioni romantiche degli Sciti nomadi ad ampio raggio e mostrano che la maggior parte delle tribù rimase stanziale nei propri insediamenti, sviluppando sistemi di sussistenza legati all’agricoltura, mentre alcuni individui provenienti da contesti sciti classici percorrevano lunghe distanze, come da tradizione.
Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini
Per ulteriori info: UNIVERSITY OF MICHIGAN