ANCORA STUDI SUL CIRCOLO DI PIETRE DI RUJM EL-HIRI, GOLAN
Un antico ed enigmatico circolo di pietre sulle Alture del Golan, a Rujm el-Hiri, potrebbe non essere un osservatorio astronomico preistorico, secondo un nuovo studio di remote sensing su immagini satellitari.
Un team internazionale di archeologi ritiene che le parti più antiche di Rujm el-Hiri (che in arabo significa “Mucchio di pietre del gatto selvatico”), il sito posto nella contesa regione delle Alture del Golan rivendicata sia da Israele che dalla Siria, siano state costruite più di 6.000 anni fa.
Alcune ricerche precedenti avevano ipotizzato che gli spazi vuoti nel circolo di pietre coincidessero con eventi astronomici, come il solstizio d’estate e quello d’inverno.
L’analisi geomagnetica e la ricostruzione tettonica ottenuta col nuovo studio indicano che l’intero paesaggio attorno a Rujm el-Hiri e al vicino Mar di Galilea si è geologicamente spostato nel tempo, secondo la pubblicazione sulla rivista Remote Sensing.
Secondo gli autori, la posizione del Rujm el-Hiri si è spostata dalla sua posizione originale di decine di metri nel corso delle migliaia di anni di esistenza del manufatto, una scoperta che solleva interrogativi sul fatto che fungesse o meno da antico osservatorio astronomico.
Tuttavia, l’astronomo EC Krupp, direttore del Griffith Observatory di Los Angeles, ritiene che la dislocazione non sia stata quantificata nella nuova ricerca, quindi non è stato possibile stabilire se Rujm el-Hiri in passato mostrasse o meno allineamenti astronomici.
L’autrice principale dello studio, Olga Khabarova, fisica spaziale presso l’Università di Tel Aviv, ha dichiarato che i ricercatori hanno utilizzato fotografie satellitari per studiare Rujm el-Hiri e il paesaggio circostante, un metodo particolarmente utile nelle regioni remote o nei territori politicamente sensibili come le Alture del Golan.
La ricerca ha rivelato che Rujm el-Hiri era solo una delle migliaia di strutture preistoriche costruite nella regione, tra cui strutture circolari, recinti con muri in pietra, che sembrano essere stati utilizzati per l’agricoltura, e tumuli, che potrebbero essere stati utilizzati come sepolture, abitazioni o magazzini.
L’antico circolo di pietre si trova sulle alture del Golan, occupate da Israele durante la Guerra dei Sei giorni nel 1967, ma il territorio è ancora rivendicato dalla Siria. È costituito da diversi cerchi concentrici, il più grande dei quali è largo circa 150 metri, realizzati da cumuli di pietre di basalto ancora alti fino a 2,5 mt.
Il monumento si chiama Gilgal Refaim in ebraico (che significa “Ruota dei giganti”) ed è aperto al pubblico, ma è raggiungibile solo tramite strade sterrate e poche persone ora si avventurano in quel territorio. Secondo la Khabarova, anche quando il circolo di pietre fu costruito, la regione deve essere stata un altopiano accidentato accanto alle coste più favorevoli del Mar di Galilea.
La ricercatrice ritiene che secondo la nuova analisi, i processi geologici avrebbero fatto ruotare il paesaggio circostante in senso antiorario dopo la costruzione di Rujm el-Hiri, indicando quanto fosse improbabile che si potessero dedurre allineamenti astronomici validi dalla sua posizione attuale.
L’analisi della posizione di Rujm el-Hiri costituisce solo una breve sezione del nuovo studio, ma l’aspetto astronomico è stato colto da diversi organi di informazione, tra cui il Times of Israel.
Krupp, esperto di astronomia antica, ha osservato che il documento del 1998 che proponeva allineamenti astronomici a Rujm el-Hiri non aveva affermato che si trattasse di un osservatorio preistorico. Invece, quel documento sosteneva solo che Rujm el-Hiri potrebbe essere stato uno spazio rituale che incorporava certi allineamenti celesti per assolvere a una funzione simbolica.
Inoltre, secondo Krupp, il nuovo documento di ricerca non ha quantificato di quanto il paesaggio abbia ruotato e quindi di quanto si sia spostato dalla sua posizione originale, quindi non è stato possibile stabilire se alcuni allineamenti astronomici proposti fossero errati.
Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini
Per ulteriori info: PHYS.org