ARA PACIS IN 3D
L’Ara Pacis Augustae è stato concepita come un altare dedicato a Pax, la dea romana della pace e rispetto ai numerosi monumenti fatti erigere dall’imperatore Augusto, l’altare è stato commissionato dal Senato romano, in occasione del ritorno del principe a Roma dalle missioni pacificatrici in Spagna e Gallia nel 13 a.C. L’altare è stato originariamente eretto sull’angolo nord-est del Campo Marzio, luogo deputato alla celebrazioni delle vittorie. Ha rappresentato, nel lussuoso e magnifico microcosmo romano, le pratiche della religione statale contemporaneamente elegante e pragmatica.
La Altair4 Multimedia Archeo3D Production ha ricostruito digitalmente l’Ara Pacis nella sua posizione originale, su un alto podio nel Campo Marzio: attualmente il manufatto è ospitato all’interno del Museo dell’Ara Pacis, in un controverso recinto progettato dell’architetto Richard Meier. L’animazione mostra come piacevolmente e vivacemente colorato fosse l’altare, una pratica artistica probabilmente mutuata dai Romani dall’antica arte greca.
Il simbolismo di cui è pregno il monumento è altrettanto importante: l’Ara Pacis è stato edificata in un particolare momento legato alla tanto desiderata Pax (pace). Augusto ha fortemente desiderato “pubblicizzare” l’avanzamento conseguito nel portare la pace nell’impero in espansione: l’idea di Pax Romana, condita da evidenti elementi propagandistici, è stata significativa a quel tempo, soprattutto dopo anni di incessanti guerre, anche civili, che hanno afflitto gli ultimi decenni della Repubblica romana.
Le decorazioni scultoree sulle facciate esterne nord e sud dell’Ara Pacis mostrano scene processionali con figure appositamente vestite nel loro abbigliamento cerimoniale. Queste figure rappresentano quattro gruppi: i littori (funzionari pubblici che svolgevano le loro funzioni come una sorta di guardie del corpo per i magistrati), i sacerdoti, i membri della famiglia imperiale e, infine, gli altri magistrati e funzionari. L’occasione della loro processione è legata alla celebrazione della ritrovata pace romana.
Al contrario della natura “realistica” delle pareti settentrionali e meridionali, le facciate esterne est e ovest dell’Ara Pacis rappresentano per lo più scene di mitologia e leggende romane. Nel pannello orientale vi è rappresentata una divinità femminile, la dea Roma, seduta su un mucchio di armi, simbolicamente a mitigarne i micidiali effetti mortali e di strumenti di guerra. È accompagnata da un’altra figura femminile divina seduta, raffigurante Pax stessa.
Sul lato occidentale è rappresentata la tradizionale leggenda di Romolo e Remo, i mitici guerrieri fondatori di Roma. L’altro pannello del lato ovest mostra una figura barbuta che offre un sacrificio. Se all’inizio del ventesimo secolo si è creduto che la figura rappresentasse il troiano Enea, recenti teorie, basate su una interpretazione offerta dall’archeologo americano Paul Rehak, lo identificherebbero con Numa Pompilio, il secondo re di Roma, noto anche come il pacifico fondatore della religione romana.
Considerando gli antitetici temi di guerra e pace, sicuramente correlati, rappresentati sulle facciate del manufatto architettonico romano, è chiaramente visibile una particolare dedizione del progetto pacificatrice di Augusto, quella trasformazione che è stata una potente e visiva testimonianza del successo dell’imperatore da mostrare popolo di Roma. La scelta di celebrare la attesa pace e prosperità, rompe con la tradizione di erigere monumenti esplicitamente trionfali che pubblicizzano il successo in guerre e vittorie sui campi di battaglia.
Proteggendo la pace, anche con la costruzione di monumenti pubblici dedicati, Augusto ha promosso una campagna potente ed efficace di messaggistica politica volta alla sua proclamazione di Primus inter pares, il primo fra i pari.
Buona visione.
Daniele Mancini