CALCIO: MINERALE FONDAMENTALE PER OSSA E CONSERVAZIONE CULTURALE
Nel discutere di conservazione di beni del patrimonio culturale, poche cose le attività che studiosi ed esperti di restauro e conservazione non farebbero per preservarli per le generazioni future: in particolare, edifici, manufatti e sculture in pietra o marmo sono sempre più a rischio di danni da inquinamento atmosferico, pioggia acida e altri fattori.
Un team di studiosi ha recentemente pubblicato sulla rivista della American Chemical Society, Applied Nano Materials, un articolo su nuovo trattamento di conservazione a base di calcio che supererebbe molti inconvenienti riscontrati nei metodi attualmente utilizzati.
Storicamente, gli scienziati della conservazione hanno utilizzato dei composti organici denominati alcossisilani, molecole a base di silicio utilizzate per consolidare la pietra e altre opere d’arte durante i lunghi e faticosi procedimenti di conservazione e restauro. I trattamenti alcossisilanici, però, non si legano correttamente con le superfici non silicate, sono soggetti a crepe e limitati nella loro capacità di impermeabilizzazione.
L’aggiunta di altri composti a questo trattamento ha contribuito a superare questi effetti, ma solo fino a un certo punto.
Encarnacion Ruiz Agudo e altri colleghi, ispirandosi alle tecniche fornite dalla natura, hanno scoperto che il calcio potrebbe essere la risposta. Come elemento principale di strutture naturali forti, come le ossa umane, i ricercatori hanno teorizzato che le nanoparticelle di calcio potrebbero rafforzare gli alcossisilani e fornire gli effetti protettivi desiderati per conservare i manufatti storico-artistici.
I ricercatori hanno prodotto nanoparticelle di carbonato di calcio e ossalato di calcio e hanno incluso il polidimetilsilossano (PDMS) come stabilizzatore. il PDMS aiuterebbe le nanoparticelle a legarsi alle superfici.
Il team ha aggiunto le nanoparticelle ai tradizionali trattamenti alcossisilanici, applicando tutto a campioni di tre diversi materiali da costruzione: marmo bianco, calcare, calcite e gesso, sottoponendo i campioni a una serie di test.
Nel complesso, i risultati hanno mostrato una maggiore idrofobicità, meno screpolature e una migliore aderenza superficiale rispetto ai soli trattamenti alcossisilanici, con l’ossalato di calcio che fornisce un netto miglioramento della resistenza agli acidi.
È stato anche osservato un effetto cromatico minimo, ma i ricercatori affermano che questo cambiamento rientrerebbe negli accettabili valori degli sforzi di conservazione.
Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini