IL COMPLESSO TEMPLARE DI PHILAE IN 3D
Da tempo seguo la Altair4 Multimedia Archeo3D Production, specializzata in ricostruzioni tridimensionali dei monumenti antichi di tutto il mondo. Non posso, dunque, non rendervi partecipi della meraviglia del Complesso templare di Philae (o File, in italiano), che sorgeva sull’omonima isola nel Nilo, poi smontato e trasferito sulla vicina isola di Agilkia nel 1977.
Considerato come l’ultimo baluardo dell’antica religione egiziana, il Complesso del tempio dell’isola di Philae (o Pilak , che significa ‘la fine’ o ‘confine’) era originariamente situato vicino alla massiccia Cataratta sul Nilo di Assuan, nell’Alto Egitto. Probabilmente comprendente due isole, il sito di Philae era miticamente collegato al luogo di sepoltura del dio Osiride, rendendolo così un importante centro di pellegrinaggio sia per gli egiziani che per i nubiani. Riconosciuto anche dai regnanti tolemaici di origine greca e dai Romani, il complesso templare ha acquisito anche idee ed elementi architettonici di queste civiltà che, oggi, possiamo ammirare nel magnifico tempio antico dell’isola di Philae.
L’isola ha subito l’inondazione dalla diga di Aswan nel 1902 e in virtù dell’ambizioso progetto UNESCO del 1970, il complesso templare è stato smantellato pietra per pietra e ricomposto proprio nella sua posizione attuale, sulla vicina isola di Agilkia, molto simile all’antica Philae. L’animazione della Altair4 Multimedia ha ricostruito l’originale isola di Philae, ricreando il Tempio di Iside nel suo immenso splendore.
I resti più antichi del Tempio di Philae risalgono alla XXV Dinastia, nota anche come Dinastia Nubiana (circa VIII secolo aC..), con le vestigia di una cappella dedicata alla Dea Iside. Durante i secoli successivi, molti Faraoni mantennero le loro guarnigioni militari sull’isola, probabilmente a causa della posizione strategica del sito.
Le due isole di Philae erano in realtà dei veri e propri centri commerciali e, in quanto tali, erano uno dei principali punti di scambio fluviale che collegavano Meroe (in Nubia) e Memfi. Inoltre, le aree vicine presentavano cave di granito che attiravano colonie di minatori e muratori. Il sito acquisiva un nuovo significato religioso durante il regno del Faraone Nectanebo I (circa 380-362 a.C.), con l’inaugurazione del Tempio di Hathor e l’attuale colonnato.
I più grandi progetti architettonici del sito di Philae furono probabilmente concepiti e realizzati durante il periodo tolemaico, con il Tempio di Iside, grandiosamente ricostruito. La costruzione di questo complesso principale iniziò durante il regno di re Tolomeo II, mentre i suoi successori continuarono ad aggiungere ed estenderne segmenti monumentali. È interessante notare che, nonostante le loro origini greche, i re tolemaici, consapevoli dell’antica eredità egiziana nell’area, la maggior parte del Tempio di Iside fu costruita nello stesso stile dei Templi del Nuovo Regno di circa un millennio prima.
Durante il periodo tolemaico, il complesso del tempio dell’isola era percepito come una zona proibita per i la normale popolazione, nonostante le folle di pellegrini si recassero continuamente a visitare il leggendario luogo di sepoltura di Dio Osiride. Una curiosità: nel II secolo a.C. i sacerdoti che risiedevano all’interno dei confini di Philae fecero anche ricorso a Tolomeo Evergete Trifone, detto il Fiscone, per impedire ai visitatori di avvicinarsi all’isola e di vivere lì a proprie spese: questa richiesta fu scolpita sull’Obelisco di Philae.
Nei primi secoli dell’Impero Romano il sito del complesso di Philae continuò a prosperare con elementi decorativi aggiunti al Tempio di Iside durante il principato di Ottaviano Augusto e di Tiberio. Sotto l’egida dell’imperatore Adriano, un pilone è stato eretto presso l’ingresso occidentale del complesso, completato da alcuni templi più piccoli e santuari dedicati ad Hathor, Imhotep, insieme alle cappelle di Osiride e di Horus.
Durante il Cristianesimo, molti elementi della nuova religione sono giunti in Egitto. Durante il primo periodo alcuni sostenitori della fede riscontravano parallelismi tra le storie di Gesù e di Horus. Questa affascinante teoria ha portato a un sistema religioso sincretico in modo univoco e molte delle cappelle di Horus sono state riproposte in chiese di fortuna.
Il Tempio di Iside fu ufficialmente chiuso e convertito in una chiesa per ordine dell’imperatore romano d’Oriente Giustiniano I (527-565 d.C.). Questo episodio fu accompagnato dalla costruzione di altre due chiese copte nelle vicinanze che simbolicamente annunciavano la fine dell’antica religione egiziana.
Daniele Mancini
Per ulteriori info:
Giovanni Battista Belzoni, Viaggio e scoperte in Egitto e in Nubia, Washington-Vercelli, National Geographic Society, Edizioni White Star, 2006