COMPLETATO RESTAURO DELLA TOMBA DI TUTANKHAMON
I conservatori hanno finalmente completato il restauro decennale della tomba del Faraone Tutankhamon, nella Valle dei Re, nella Tebe egiziana.
Il progetto, realizzato dal Getty Conservation Institute (GCI) di Los Angeles e dal Ministry Of Antiquities egiziano, ha comportato la stabilizzazione dei dipinti murali che decorano la tomba da oltre 3000 anni e l’aggiunta di nuove nuove barriere di protezione e una nuovo sistema di ventilazione al fine di ridurre i danni provocati dall’umidità creata dai visitatori.
Un progetto simile ha coinvolto, tra il 1986 e il 1992, la Tomba della Regina Nefertari, nella Valle delle Regine.
Il Ministero, attraverso il suo Egyptian Supreme Council of Antiquities ritiene fermamente che conservazione e valorizzazioni sono importanti per il futuro della nazione egiziana e per questa eredità culturale per le quali è necessario che questa grande civiltà debba vivere per sempre.
Tutankhamon nacque durante il Nuovo Regno dell’Egitto, intorno al 1341 a.C., è stato nominato come faraone bambino all’età di 9 anni ed è morto improvvisamente durante la tarda adolescenza.
La tomba di Tut, come affettuosamente lo chiamano studiosi e turisti, è divenuta famosa nel novembre del 1922, quando l’egittologo britannico Howard Carter ha rinvenuto la sepoltura in ottimo stato di conservazione.
Mentre molte altre tombe reali nella Valle dei Re sono state depredate già nell’antichità, la camera funeraria di Tutankhamon è stata scoperta intatta, grazie a fango, pietrame e detriti di altre tombe che ostruivano l’ingresso.
La squadra di Carter ha trascorso 10 anni a rimuovere i manufatti del ricchissimo corredo funerario e, dopo i conseguenti studi, il sito è diventato una grande attrazione turistica.
La ricchezza portata dai visitatori, purtroppo, ha una controindicazione: polvere, cambiamenti di umidità e variazione dei pericolosi livelli di anidride carbonica, minacciando la camera funeraria e gli altri ambienti.
Il restauro ha incluso un’indagine anche sulle misteriose macchie marroni che si temeva fossero funghi cresciuti sulle pitture murali.
I restauratori delle GCI hanno confermato che le macchie erano batteri ormai morti da tempo e non si erano diffusi da quando Carter ha aperto la tomba nel 1922. Inoltre, i microrganismi si erano già sviluppati nello strato di pittura, quindi non potevano essere rimossi senza danneggiare l’opera d’arte.
La tomba, aperta ai visitatori anche durante i lavori di restauro e conservazione, contiene ancora alcuni dei suoi manufatti originali, tra cui la mummia dello stesso Faraone Tutankhamon.
L’egittologo Kent Weeks, in un video sul restauro pubblicato dal Getty Conservation Institute, ritiene che tutti questi oggetti devono essere protetti perché sono il risultato di uno scavo che, con la definizione stessa di archeologia, ha distrutto un sito archeologico nel processo di scavo e i gli scienziati restauratori e conservatori potrebbero essere i giocatori più importanti in un moderno scavo archeologico in Egitto.
Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini
Per ulteriori info: Getty Conservation Institute