martedì, 3 Dicembre 2024
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CON LA FOTOGRAFIA STEREOSCOPICA INDIVIDUATE FIGURE NASCOSTE NELLA GROTTA LA PASIEGA, SPAGNA

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Utilizzando un metodo non convenzionale, un team di ricercatori ha identificato figure di animali nascoste sulle pareti di una grotta in Spagna. La tecnica, chiamata fotografia stereoscopica, risale agli inizi del XIX secolo ma è forse meglio conosciuta per il suo utilizzo nel View-Master, il visore pre-VR amato da generazioni di ragazzi.

Le pitture rupestri sono un mezzo artistico ben noto e di lunga data in Europa, risalente ad almeno 40.000 anni fa e sebbene gli archeologi abbiano studiato questa antica forma d’arte per oltre un secolo, la loro attenzione si è generalmente concentrata sulle caratteristiche bidimensionali dei disegni e, quando ne registravano le peculiarità, si sono basati su schizzi, calchi e fotografie.

Recentemente, le nuove tecniche di visualizzazione 3D sono diventate popolari tra gli archeologi, metodi che catturano più dettagli dell’arte rupestre rispetto a quelli 2D, ma sono ancora generalmente visualizzati e studiati come immagini 2D sullo schermo di un computer, che non è il modo in cui l’avrebbero vista i creatori di quell’arte.

Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Antiquity, cambierebbe il modo in cui gli archeologi vedono le pitture rupestri, con fotografie stereoscopiche delle opere  provenienti dalla Grotta di La Pasiega, nella Spagna centro-settentrionale.

Raquel Asiain, archeologa e dell’Università Complutense di Madrid, e i suoi colleghi hanno ideato un metodo semplice per catturare la natura tridimensionale delle pareti della grotta. Si tratta di coppie di fotografie ad alta risoluzione scattate a 2,5 pollici (63,5 millimetri) di distanza, la distanza media tra le due pupille di un adulto , possono essere visualizzate insieme, costringendo il cervello a percepire un’immagine 3D. Mentre le coppie di foto stereoscopiche si vedono meglio con un dispositivo di visualizzazione, l’immagine 3D nascosta può essere individuata anche a occhio nudo, in modo simile a quelle di software stravaganti  come “Magic Eye” degli anni ’90.

Oltre 700 raffigurazioni di animali, simboli, punti e linee ricoprono le pareti di La Pasiega, scoperta per la prima volta nel 1911. Solo attraverso il loro studio sistematico utilizzando la fotografia stereoscopica, Asiain e colleghi hanno scoperto tre animali precedentemente nascosti: due cavalli e un uro, una specie bovina estinta.

Le immagini migliorate digitalmente rivelano un cavallo sotto l’immagine del cervo al centro, così come la criniera, il collo e il petto di un altro cavallo a sinistra. Quest’ultimo cavallo è situato in modo che la testa poggi in una zona concava della parete della grotta, mentre il petto si trova in una zona convessa, esaltando la tridimensionalità dell’animale.

Usando gli occhiali 3D, o anche semplicemente incrociando leggermente gli occhi, è facile vedere il carattere ondulato delle pareti della grotta, proprio come qualcuno avrebbe potuto vederlo decine di migliaia di anni fa.

Secondo Asiain, nell’arte rupestre del Paleolitico, gli artisti usavano le forme naturali delle caverne per creare i loro dipinti. Infatti, la necessità di preservare la percezione 3D delle grotte è stata una delle ragioni che  ha ispirato il team a utilizzare queste immagini stereoscopiche che, con la loro elevata qualità fotografica, hanno consentito ai ricercatori di vedere l’arte in 3D “reale”, non simulata con scanner 3D.

La pubblicazione delle immagini stereoscopiche significa che il grande pubblico può avvicinarsi  all’esperienza dell’arte rupestre anche se  manca ancora il suono dell’acqua che gocciola, la fresca umidità dell’aria e altre sensazioni coinvolgenti.

Asiain rimane affascinato dall’evoluzione delle tecniche degli artisti rupestri nel corso del tempo, perché quegli artisti iniziarono a considerare la roccia come un altro elemento della pittura e lo studio futuro sarà comprendere se gli artisti manipolassero e modellassero la roccia, magari attraverso l’intaglio, per creare specifiche figure in 3D.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: X-MOL fotografia stereoscopica

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