CONFRONTO SULLE METODOLOGIE DI RICERCA DEI DATI SPAZIALI NEI SITI PALEOLITICI
Una collaborazione tra i ricercatori del Centro Nacional de Investigacion sobre la Evolucion Humana (CENIEH) e lo Human Evolution Research Center (HERC) dell’Università della California, a Berkeley, ha permesso di pubblicare uno studio sul Journal of Archaeological Method and Theory che rilegge i metodi tradizionali e più innovativi per l’identificazione dei depositi archeologici rinvenuti nei siti paleolitici, verificando i dati sia per le grotte che per i luoghi all’aperto attraverso i cosiddetti dati spaziali.
Oltre a rivedere i metodi esistenti, con i loro vantaggi e limiti, questo studio ha anche condotto un’identificazione degli accumuli significativi in siti specifici che potrebbe raccontarci degli usi distinti fatti dello spazio vivibile dai gruppi umani, nonché dei processi di formazione del sito.
Questo studio permetterebbe, dunque, una migliore comprensione della funzione del sito e della disposizione interna, al fine di chiarire i modelli di insediamento e l’organizzazione economica e sociale delle società paleolitiche.
La tipologia di indagine oggetto dello studio, che utilizza tecniche di analisi spaziale, è stato avviato negli ultimi decenni con metodi diversi e recentemente gode di una nuova prospettiva di vita grazie alla combinazione di metodi ambientali attraverso sistemi GIS (Geographical Information Systems) e test di statistica spaziale, per definire le significative stratigrafie di materiali archeopaleontologici.
Secondo il geologo Alfonso Benito Calvo, uno dei coautori dello studio, gli studiosi hanno iniziato ad applicare questo tipo di test ai siti paleolitici oggetto di studio del CENIEH Digital Cartography and 3D Analysis Laboratory già dal 2016 e da allora sono stati ampiamente utilizzati in siti di tutto il mondo.
La ricerca, guidata da Laura Sanchez-Romero, post-dottoranda presso l’HERC, propone, quindi, una metodologia di analisi di dati spaziali unificata per i siti paleolitici, indipendentemente dal loro contesto, dall’origine dei dati, dalla cronologia o dal metodo di scavo per comprendere i modelli di insediamento e l’organizzazione economica e sociale.
Stabilisce, inoltre, che non esiste un solo strumento valido per il rilevamento, l’identificazione e l’analisi degli accumuli ma la combinazione di diversi metodi analitici, il controllo completo dei dati e lo scambio di dati con altre discipline sono fondamentali per condurre uno studio completo dei modelli distributivi nell’ “archeologia spaziale paleolitica“.
L’applicazione di tutti i metodi presi in considerazione nello studio combinati tra loro ha permesso di testare il metodo di analisi spaziale su un’ampia gamma di possibilità anche se questo metodo dipende dai test e dalla conoscenza dettagliata esistente del sito e dei materiali che ne compongono l’assemblaggio.
Questo tipo di approccio, quindi, offre l’opportunità di testare ogni concentrazione di materiale per escludere quei processi creati naturalmente, prima di interpretare una data distribuzione spaziale attribuita ad attività umana e dimostrando che tutti i dati disponibili possono essere utili per un’indagine più approfondita di quanto accaduto nel sito.
Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini
Per ulteriori info: CENIEH