giovedì, 21 Novembre 2024
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CRESCITA E DECLINO DELLA POPOLAZIONE DI RAPA NUI

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La popolazione di Rapa Nui, isola conosciuta anche come Isola di Pasqua, non si è decimata a causa dell’arrivo degli Europei, ma non ha sempre vissuto in equilibrio con la natura che li circondava.

Rapa Nui è una delle isole abitate più remote del mondo, è circondata da diversi miti, leggende e racconti legati alle statue monumentali, chiamate moai, scolpite tra gli anni 1250 e 1500. Anche la spedizione Kon-Tiki, la zattera attrezzata usata dall’esploratore e scrittore norvegese Thor Heyerdahl nella sua spedizione nel 1947 attraverso l’Oceano Pacifico dal Sud America alle isole della Polinesia fino a Rapa Nui, è riuscita a sviluppare ulteriore fascino verso un luogo così ameno.

Un team multidisciplinare composta da 11 scienziati provenienti da Cile, Spagna e Norvegia ha elaborato una forte confutazione di alcune delle teorie riguardanti Rapa Nui e la popolazione dell’isola.

Sconosciuti sono i periodi in cui i primi esseri umani si stabilirono a Rapa Nui, ma alcuni storici ritengono che un piccolo gruppo di coloni polinesiani siano arrivati già intorno all’800/900 d.C. anche se tutti concordano che Rapa Nui sia stata popolata intorno al 1200 d.C.

In seguito, i coloni di Rapa Nui avrebbero attraversato una serie di crisi. Il nuovo studio mostra che le crisi erano legate agli effetti a lungo termine del cambiamento climatico sulla capacità di produzione alimentare dell’isola.

Studi paleobotanici indicano che l’isola era ricoperta di foreste quando arrivarono i primi coloni, con una serie di alberi, arbusti, felci ed erbe. Tuttavia, il disboscamento della terra per la coltivazione e l’introduzione del ratto polinesiano hanno portato a una deforestazione graduale rendendo l’isola allo stato attuale, per lo più ricoperta di praterie.

Mauricio Lima, docente all’Università Católica de Chile di Santiago, ritiene che la storia della popolazione di Rapa Nui sia stata sempre controversa e, fino ad oggi, sono esistite due grandi ipotesi sul suo sviluppo. Una è l’ipotesi dell’ecocidio in cui la popolazione ha subito un grande collasso economico perché ha sovrasfruttato le risorse naturali dell’isola. L’altra ipotesi è che un crollo si sia verificato dopo che gli europei siano arrivati ​​sull’isola.

La ricerca mostra come nessuna di queste ipotesi sia corretta!

Lo studio, pubblicato su The Royal Society Publishing, ha attirato molta attenzione e mostra come gli isolani di Rapa Nui abbiano subito almeno tre crisi sociali durante i secoli successivi alla colonizzazione. La prima crisi risale al 1450-1550, durante la piccola era glaciale. Un declino meno apparente si verificò tra l’arrivo dei primi europei, tra il 1772 e il 1774, per ragioni ancora sconosciute. Una ulteriore crisi si è abbattuta durante il XIX secolo, a causa dell’introduzione di malattie epidemiche e della tratta degli schiavi, smentendo il singolo grande crollo della popolazione.

I ricercatori hanno voluto dare uno sguardo più da vicino all’ascesa e al calo della popolazione a Rapa Nui: hanno raccolto molti dati disponibili da studi precedenti sui siti archeologici, su variazioni del clima del Pacifico, sui cambiamenti nelle dimensioni della popolazione nel corso dei secoli, sui cambiamenti nella forestazione e nelle pratiche agricole dell’isola e così via. Hanno integrato tutti i dati in un modello scientifico basato sulla teoria classica dell’ecologia della popolazione, modello utilizzato già diverse volte in passato per identificare le ragioni alla base dei cambiamenti nelle popolazioni di specie animali o ittiche.

I risultati hanno condotto a una conclusione abbastanza chiara: il declino demografico di Rapa Nui è legato agli effetti a lungo termine del cambiamento climatico sulla capacità dell’isola di produzione alimenta.

I ricercatori descrivono come una piccola e fluttuante popolazione abbia lottato per la sopravvivenza su una piccola e remota isola dell’Oceano Pacifico, in un ambiente che era ed è in costante cambiamento. Questa zona è fortemente influenzata dall’oscillazione di El Niño, conosciuto anche con la sigla ENSO (El Niño-Southern Oscillation), un fenomeno climatico irregolare che provoca una variazione periodica delle temperature della superficie del mare e del vento sull’Oceano Pacifico Centro-Meridionale e Orientale.La fase di raffreddamento come La Niña.

Il nuovo rapporto mostra che Rapa Nui è più sensibile alle fasi fredde di ENSO, La Niña, che porta a una diminuzione delle precipitazioni sull’isola. Questo, a sua volta, riduce la capacità complessiva di produzione alimentare dell’isola.

Lima conferma che non sono state rinvenute tracce di un equilibrio idilliaco con la natura ma nemmeno tracce di un enorme collasso. Sono state trovate tracce di interazioni tra tre fattori: cambiamento climatico, dimensione della popolazione umana e cambiamenti nell’ecosistema.

Rapa Nui, oggi

Per quanto concerne il clima, il cambiamento si manifesta come un modello a lungo termine di variazioni delle precipitazioni nell’arco di circa 400 anni. La popolazione è cresciuta durante lo stesso periodo e anche gli isolani hanno aumentato e cambiato il loro uso delle risorse naturali e dei metodi agricoli. Secondo i ricercatori, dunque, gli abitanti di Rapa Nui erano ben consapevoli dei cambiamenti in atto nel clima e nell’ecologia e della necessità di adattarsi. Sarebbero gradualmente passati dalla società piuttosto complessa che innalzava le meravigliose statue dei moai, a una successiva e più semplice società agraria con dimensioni familiari ridotte e un nuovo modo di produrre cibo negli orti terrazzati.

I ricercatori ritengono, dunque, che i nuovi risultati non sono rilevanti solo per Rapa Nui ma da estendere a molte altre isole della Polinesia. Inoltre, la popolazione di Rapa Nui viveva e vive su un’isola piccola e remota con risorse limitate come tutto il genere umano viveva e vive su un pianeta piccolo e remoto con risorse limitate. Potrebbe essere una ipotesi da prendere in seria considerazione in cui l’importanza delle interazioni tra il cambiamento climatico, le dimensione della popolazione umana e i cambiamenti nell’ecosistema, sono i fattori da monitorare costantemente.

Il team conferma che in passato molti scienziati, che lavorano su argomenti simili da un punto di vista archeologico o sociologico, hanno avuto la tendenza a ignorare la natura, a ignorare i processi ecologici e solo con un lavoro multidisciplinare si riuscirà a sviluppare una comprensione più profonda dei processi regolati nel nostro pianeta.

Il primo contatto europeo registrato con Rapa Nui avvenne nel 1722, quando il 5 aprile, la domenica di Pasqua, il navigatore olandese Jacob Roggeveen, arrivò con tre navi. I marinai olandesi iniziarono immediatamente a usare i termini Isola di Pasqua per identificare l’isola e questo rimase fino a molto tempo dopo l’arrivo di Thor Heyerdahl nel 1948.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: University of Oslo

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