giovedì, 21 Novembre 2024
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DA UNO STUDIO SCIENTIFICO, IL RUOLO NASCOSTO DELLA VIA LATTEA NELL’ANTICA MITOLOGIA EGIZIANA

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Gli antichi egizi erano noti per le loro credenze religiose e la conoscenza astronomica del Sole, della Luna e dei pianeti, ma non è stato mai chiaro quale ruolo avesse la Via Lattea nella religione e nella cultura egiziana.

Un nuovo studio condotto da un astrofisico dell’Università di Portsmouth potrebbe far luce sulla relazione tra la Via Lattea e la dea egiziana del cielo, Nut. L’articolo è stato pubblicato sulla rivista Journal of Astronomical History and Heritage  ed è stato riportato da Scientific American.

Nut è la dea del cielo, spesso raffigurata come una donna tempestata di stelle inarcata su suo fratello/sposo, il dio della terra Geb. Protegge la terra dall’inondazione delle acque invadenti del Vuoto e svolge un ruolo chiave nel ciclo solare, inghiottendo il Sole quando al tramonto e facendolo rinascere ancora una volta quando sorge l’alba.

Nell’immagine di copertina, la dea del cielo Nut, ricoperta di stelle, è tenuta in alto da suo padre, Shu, ed è inarcata su Geb, suo fratello il dio della Terra. A sinistra, il sole nascente (il dio Re dalla testa di falco) sale sulle gambe di Nut. A destra, il sole al tramonto scende dalle sue braccia verso le braccia tese di Osiride, che rigenererà il sole negli inferi durante la notte (immagine tratta da E.A. Wallis Budge, The Gods of the Egyptians, Vol. 2, Dover 2000).

L’articolo pubblicato sul Journal  si basa su testi e raffigurazioni antico egiziane che sostengo come la Via Lattea potrebbe aver messo in luce il ruolo di Nut come espressione reale del cielo. I ricercatori propongono che, in inverno, la Via Lattea evidenziasse le braccia tese di Nut, mentre in estate, tracciasse la sua spina dorsale attraverso il cielo e le stelle.

Secondo il docente di astrofisica,  Or Graur, che si è imbattuto per caso nella dea del cielo Nut mentre stavo scrivendo un  libro sulle galassie ed esaminando la mitologia della Via Lattea, rimasto incantata da questa immagine di una donna inarcata che sorreggeva le stelle, la combinazione di astronomia ed egittologia permette di effettuare una fare una doppia analisi,  astronomica e interculturale, della dea del cielo Nut e del suo probabile collegamento alla Via Lattea.

Graur ha attinto da una ricca raccolta di fonti antiche, tra cui i Testi delle Piramidi, i testi dei sarcofagi e il Libro di Nut, e li ha confrontati con sofisticate simulazioni del cielo notturno egiziano.

Avrebbe identificato la Via Lattea come la presenza divina di Nut per gli antichi egizi! Graur, inoltre, ha collegato le credenze egiziane con quelle di altre culture, mostrando somiglianze nel modo in cui le diverse società interpretavano la Via Lattea.

Nel suo studio, Graur mostra anche che il ruolo di Nut nella transizione dei defunti nell’aldilà e il suo collegamento con la migrazione annuale degli uccelli è coerente con il modo in cui altre culture comprendono la Via Lattea. Ad esempio, come strada degli spiriti tra i diversi popoli dell’America settentrionale e centrale o come sentiero degli uccelli in Finlandia e nei paesi nordici.

Graur ritiene, dunque, come la sua ricerca mostri che la combinazione interdisciplinare possa offrire nuove intuizioni su antiche credenze ed evidenzi come l’astronomia colleghi l’umanità attraverso culture, geografia e tempo. Questo articolo potrebbe rappresentare, aggiunge il ricercatore, un inizio entusiasmante per un progetto più ampio volto a catalogare e studiare la mitologia multiculturale della Via Lattea e degli astri celesti.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Università di Portsmouth

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