DALLA GROTTA DI MANOT TRACCE DI CONSESSI RITUALI DI 35.000 ANNI FA, ISRAELE
La Grotta di Manot, in Galilea, Israele, ha fornito le evidenze archeologiche di un consesso rituale di 35.000 anni fa, il più antico nel continente asiatico. Tre ricercatori israeliani hanno guidato il team che hanno pubblicato i risultati sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS). I ricercatori della Facoltà di Odontoiatria della Case Western Reserve University (CWRU) hanno contribuito a svelare i segreti della grotta nel corso di oltre un decennio di scavi.
La Grotta di Manot è stata utilizzata per migliaia di anni come spazio abitativo sia per i Neanderthaliani che per i Sapiens in momenti diversi. Nel 2015, i ricercatori della Case Western Reserve hanno contribuito a identificare un cranio di 55.000 anni fa che forniva prove fisiche di incroci tra Uomo di Neanderthal e Homo sapiens , con caratteristiche di ciascuno chiaramente visibili nel frammento di cranio.
Lo spazio abitativo della grotta era vicino all’ingresso, ma nella parte più profonda e buia, otto livelli più in basso, è posta una grande caverna che i ricercatori dimostrano come fosse utilizzata come luogo di ritrovo, probabilmente per rituali che rafforzavano la coesione sociale.
La pietra di paragone della caverna è una roccia incisa, deliberatamente posizionata in una nicchia dell’atro, con un disegno a guscio di tartaruga intagliato sulla sua superficie. La tartaruga tridimensionale è contemporanea ad alcune delle più antiche pitture rupestri in Francia.
Secondo Omry Barzilai, responsabile della missione, del Material Culture PaleoLab presso l’Università di Haifa e l’Israel Antiquities Authority, l’elemento figurativo potrebbe aver rappresentato un totem o una figura spirituale e la sua posizione speciale, lontana dalle attività quotidiane vicino all’ingresso della grotta, suggerisce che fosse un oggetto di culto.
La caverna ha un’acustica naturale favorevole ai grandi raduni e le tracce di cenere di legno sulle stalagmiti vicine suggeriscono che gli uomini preistorici portavano con sé delle torce per illuminare il luogo.
La Grotta di Manot è stata scoperta nel 2008 da operai che costruivano appartamenti in un resort di montagna, vicino al confine tra Israele e il Libano. La School of Dental Medicine della Case Western Reserve è stata coinvolta negli scavi nel 2012. Sebbene non siano specializzati in archeologia, i membri della facoltà di odontoiatria sono stati in grado di riconoscere rapidamente i frammenti ossei dalle rocce, rendendo di inestimabile valore il loro contributo negli scavi come quello della Grotta di Manot.
Secondo Mark Hans, docente e direttore di ortodonzia presso la scuola di odontoiatria, la maggior parte delle persone non sospetterebbe che una scuola di odontoiatria possa essere coinvolta in uno scavo archeologico ma conferma che molte delle cose che si sono conservate molto bene negli scheletri antichi sono i denti. Nel campo dell’antropologia dentale, l’interesse alla crescita e allo sviluppo del viso umano, è fondamentale per quanto necessario a identificare i campioni antropologici.
Per 10 anni, la Case Western Reserve ha contribuito allo scavo della Grotta di Manot attraverso un campo estivo divenuto popolare nelle scuole di archeologia, odontoiatria e medicina. La Case Western Reserve ha collaborato attivamente anche con Linda Spurlock, antropologa fisica della Kent State University, la cui competenza è consistita nel riprodurre un volto su un cranio utilizzando l’argilla per ricostruire i tessuti che avrebbero ricoperto l’osso quando l’individuo era in vita.
Il team multidisciplinare, secondo Hans, dunque, è una nuova prerogativa fondamentale per imparare da altri ricercatori in cui ognuno ha un focus ristretto, sulla fauna, sulla datazione dell’uranio, sui focolari e sulla condivisione delle conoscenze.
Si mediti…
Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini
Per ulteriori info: Case Western Reserve University