DALLA STORIA DELLA MESOPOTAMIA, TRACCE DELL’IMPERO ACCADICO E DELLA SUA CAPITALE
L’ Impero accadico (2340–2198 a.C. circa) rappresentò una nuova struttura amministrativa nella storia umana: una dinastia che conquistò e governò un vasto territorio, incorporando diverse etnie che, però, come spesso accadeva nell’antichità, furono costrette ad adottare i nuovi costumi accadici.
Al suo apice, l’impero comprendeva gran parte del moderno Iraq e parti della Siria, anche se si ritiene che il suo cuore fosse costituito dalle fertili pianure della Mesopotamia centrale bagnate dai fiumi Tigri ed Eufrate. Tra le altre innovazioni, il fondatore dell’impero, Sargon (regnò dal 2340 al 2285 a.C. circa), istituì il culto di Ishtar, la dea semitica della guerra, come divinità protettrice della dinastia, invece che di una singola città.
Un punto di riferimento della capitale accadica, Akkad/Agade, era il Tempio Eulmash, dedicato a Ishtar. Gli Accadi furono anche pionieri di nuove forme di arte e di scrittura, e la loro portata economica, compreso il commercio con la lontana valle dell’Indo, portò nella capitale beni esotici e animali come elefanti, scimmie e coccodrilli.
Molto tempo dopo la caduta dell’Impero accadico, i sovrani furono visti come modelli dalle dinastie mesopotamiche come gli Assiri e i Babilonesi. Secondo l’assiriologo Benjamin Foster dell’Università di Yale, le loro reliquie furono ammirate, le loro iscrizioni furono studiate e la loro memoria storica fu mantenuta viva per duemila anni a seguire sebbene Akkad/Agade fu in gran parte abbandonata e la sua posizione fosse ben nota fino al tempo del re babilonese Nabonedo (regnò dal 555 al 539 a.C.), che, archeologo antesignano, affermò di aver scavato le rovine del tempio di Eulmash.
Da una delle tante tavolette inscritte dal re neobabilonese, si apprende “Ho rifatto le fondamenta, l’altare e la pedana, insieme a due ziggurat, ho reso solida la sua muratura”, scrive Nabonedo. “Li ho costruiti fino al livello del suolo in modo che le fondamenta di Eulmash non siano mai più dimenticate.”
Col passare del tempo, però, il tempio di Eulmash, Akkad/Agade e l’Impero accadico fu, in effetti, dimenticato. Quando gli assiriologi riscoprirono le culture dell’antica Mesopotamia a metà del XIX secolo, riconobbero in Akkad/Agade il luogo di nascita di uno stile duraturo di organizzazione politica e si interessarono molto alla sua scoperta. Eppure, più di un secolo e mezzo dopo, la città è ancora perduta.
Gli studiosi moderni ritengono che la capitale fosse situata lungo le rive del Tigri, all’incirca tra le città irachene di Baghdad e Samarra. Tuttavia, il fiume ha cambiato corso nel corso dei millenni e potrebbe aver spazzato via i resti di Akkad/Agade già molto tempo fa. Nele Ziegler, assiriologa del Centre national de la recherche scientifique (CNRS), afferma che cercare di determinare la posizione di Agade comporta molte congetture.
Secondo Ziegler, non si hanno molti indizi sul suo posizionamento e non esiste alcun testo che indichi, ad esempio, quanto tempo occorreva per andare da Sippar ad Agade. Ziegler indicherebbe una località vicino alla confluenza dei fiumi Adhaim e Tigri, a circa 80 chilometri a nord di Baghdad, in parte basata su un testo del XVIII secolo a.C. che descrive un convoglio in viaggio dalla città di Eshnunna al Regno di Mari.
Lungo la strada, il gruppo si sarebbe fermato ad Agade per bere birra e un musicista di nome Hushutum è stato rapito. È noto che Eshnunna si trova appena ad est di Baghdad, e Mari si trova nell’estremo oriente della Siria, quindi gli studiosi possono stimare approssimativamente dove avrebbe potuto essere Agade per comprendere, finalmente, quale tipo di rivoluzione culturale apportarono gli Accadu e le immagini della loro capitale ideale.
Daniele Mancini
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