IL DODEKAETHLOS: ERCOLE E LE SUE FATICHE – terza parte
Le prime cinque “fatiche” di Ercole sono disponibili qui (prima parte) e qui (seconda parte).
Buona lettura.
La VI fatica, le Stalle di Augia. Augia, re dell’Elide, nel Peloponneso, ebbe in eredità dal padre un gran numero di mandrie, ma trascurò di eliminare il letame dalle stalle, privando il paese del concime e conducendo i campi alla sterilità. Euristeo impose a Ercole, per umiliarlo, di ripulire le stalle di Augia!
L’eroe, prima di accingersi all’impresa, stipulò un accordo con Augia: qualora fosse riuscito a ripulire le stalle in una sola giornata, il re gli avrebbe dovuto concedere una parte del regno, secondo una versione del racconto mitologico; un decimo delle proprie mandrie, secondo un’altra versione. Ercole riescì nell’impresa deviando verso il cortile delle stalle il corso del vicini fiumi Alfeo e Peneo: Augia, però, non tenne fede alla parola data e non solo rifiutò a Eracle la ricompensa pattuita ma lo bandì dal regno.
Per questa ragione Eracle, in un altro periodo mitologico. gli mosse guerra. Secondo lo Pseudo-Apollodoro, Euristeo non accettò di annoverare questa fatica tra quelle previste dagli accordi affermando che, durante l’esecuzione dell’impresa, Ercole si mise al servizio di Augia, cessando quindi di prestare opera a Euristeo stesso.
La VII fatica, il Toro di Creta. Secondo alcuni è l’animale che aveva rapito Europa per conto di Zeus; secondo altri, l’amante di Pasifae, moglie di Minosse, che diede alla luce il Minotauro. Euristeo impose a Ercole di catturare vivo il terrificante toro, che emette fuoco dalle narici.
L’eroe chiese aiuto a Minosse: questi glielo negò ma gli concesse di provare, a patto che compisse il gesto tutto da solo. Ercole riescì a catturare iI toro e ritornò a Micene via mare, a nuoto, forse sul dorso dell’animale stesso e lo presentò a Euristeo. Il re lo volle consacrare a Era ma la dea si rifiutò di accettare l’offerta di un animale catturato da Ercole. Quindi il toro fu lasciato libero, attraversò l’Argolide e l’istmo di Corinto per giungere, infine, in Attica, nella pianura di Maratona, dove fu ucciso da un altro famosissimo eroe, Teseo che, in seguito, uccise anche il Minotauro.
L’VIII fatica, le Cavalle di Diomede. Diomede, re dei Bistoni, popolazione della Tracia, possedé quattro cavalle che si nutrivano di carne umana. Il re ebbe l’abitudine di far divorare, da questi animali antropofagi, gli stranieri che approdavano sulle sue terre.
Euristeo incaricò Ercole di porre fine a questa barbara pratica e di portare le giumente a Micene. L’eroe partì alla volta della Tracia con un gruppo di volontari: dopo aver soggiogato i servi che avevano in cura delle cavalle, le condusse via. Ma giunto sulla spiaggia, l’eroe fu attaccato dagli abitanti della zona che accorsero a difendere gli animali del loro re.
Ne nacque una lotta alla fine della quale Ercole, vincitore, porta le giumente a Euristeo: il re, però, le lascia libere ed esse vengono divorate dalle belve sul monte Olimpo. Un’altra tradizione narra che Ercole, giunto in Tracia via terra, abbia ucciso Diomede esponendolo alle proprie giumente, che lo divorarono: gli animali a questo pun to si calmarono e si lasciarono condurre a Micene da Euristeo, il quale le consacrò ad Era.
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