mercoledì, 11 Dicembre 2024
Scoperte&SitiArcheologici

ECCEZIONALE SCOPERTA SULLE TECNICHE DI ARCIERIA DI 7000 ANNI FA, GRENADA, SPAGNA

Per leggere questo articolo occorrono 4 minuti

Un team di studio guidato dall’Universitat Autònoma de Barcelona (UAB) ha individuato informazioni senza precedenti sull’arcieria preistorica del Primo periodo neolitico nella Penisola Iberica. La buona conservazione dei resti della Grotta di Los Murciélagos ad Albuñol, Granada, ha reso possibile l’identificazione delle corde per arco più antiche d’Europa, nonché l’uso di legno di ulivo e di canna e pece di corteccia di betulla nella fabbricazione e nel fissaggio delle frecce.

I risultati della ricerca, pubblicati in Scientific Reports, rivelano un grado di precisione e padronanza tecnica senza precedenti dell’arcieria neolitica.

La ricerca interdisciplinare sui resti archeologici rinvenuti nella Grotta di Los Murciélagos ad Albuñol, Granada, ha svelato la raffinatezza dell’antico uso dell’arco nel Neolitico della Penisola Iberica (5300-4900 a.C.) e fornisce informazioni senza precedenti nel contesto europeo sui materiali e sulle tecniche di fabbricazione utilizzati.

Lo studio è stato condotto dall’Universitat Autònoma de Barcelona e sono stati coinvolti nello studio diversi team di ricerca di centri e università in Spagna, tra cui l’Università di Alcalá (UAH), l’Istituto di Scienze del Patrimonio (INCIPIT-CSIC) e l’Istituto di Scienze e Tecnologie Ambientali dell’UAB (ICTA-UAB), nonché l’Université Côte d’Azur e il CNRS in Francia.

L’eccezionale conservazione dei resti organici, conservati grazie all’essiccazionedegli ambienti, ha permesso di identificare e documentare elementi dell’equipaggiamento da tiro con l’arco delle popolazioni neolitiche che abitavano la parte sud-occidentale della penisola circa 7.000 anni fa. Tra i reperti vi sono frecce conservate con le loro piume originali, resti di fibre e due corde d’arco fatte di tendini animali, che sono le più antiche finora rinvenute in Europa.

Secondo Ingrid Bertin, ricercatrice presso l’UAB e prima autrice dell’articolo, l’identificazione di queste corde segna un passaggio cruciale nello studio delle armi del Neolitico. Oltre a confermare l’uso di tendini animali per realizzarle, sono stati identificatei anche il genere o la specie animale da cui provenivano. Sono stati utilizzati tendini di Capra  sp. (genere che comprende diverse specie di capre e stambecchi), Sus  sp. (genere a cui appartengono cinghiali e maiali) e caprioli, che sono stati intrecciati insieme per creare corde di lunghezza sufficiente.

Raquel Piqué, ricercatrice presso il Dipartimento di Preistoria dell’UAB e coordinatrice dello studio,  ritiene che con questa tecnica si potevano realizzare corde resistenti e flessibili, per soddisfare le esigenze degli arcieri esperti. Questo grado di precisione e padronanza tecnica, in cui ogni dettaglio conta, attesta l’eccezionale conoscenza di questi artigiani del Neolitico.

D’altro canto, le aste delle frecce forniscono nuove informazioni sull’uso delle risorse locali e su una trasformazione completa dell’arcieria neolitica. Per la prima volta, l’analisi ha rivelato l’uso di legno di ulivo (Olea europaea) e legno di canna (Phragmites  sp).

L’uso di canne per la fabbricazione di frecce nell’Europa preistorica, un’ipotesi presa in considerazione dai ricercatori per decenni, è finalmente confermata da queste scoperte.

Inoltre, la combinazione di legno di ulivo, salice e canna è una scelta di materiali particolarmente interessante: secondo la Bertin, questa integrazione offre una sezione anteriore dura e densa, completata da un dorso leggero, che migliora significativamente le proprietà balistiche delle frecce, le cui punte sono realizzate in legno senza dardo in pietra o osso. Esperimenti futuri potrebbero chiarire se queste frecce avrebbero potuto essere utilizzate per la caccia o il combattimento ravvicinato, o se avrebbero potuto essere frecce non letali.

Infine, le aste delle frecce sono state rivestite con pece di corteccia di betulla, un materiale ottenuto tramite un trattamento termico controllato della corteccia di questo albero, utilizzato non solo per le sue proprietà protettive, ma probabilmente anche a scopo decorativo, che aggiunge una dimensione estetica e funzionale all’equipaggiamento.

Fin dall’inizio del Neolitico, le popolazioni hanno sviluppato conoscenze tecniche che attestano un notevole adattamento alle risorse locali, ma la combinazione di materiali diversi e tecniche avanzate identificate in questo studio ridefinisce l’attuale comprensione delle tecnologie utilizzate dalle comunità preistoriche e offre una nuova prospettiva sulle società neolitiche della regione, afferma il team di ricerca.

La Piqué ritiene che le scoperte contribuiscono ad arricchire la comprensione delle pratiche artigianali dell’arcieria e della vita quotidiana delle società preistoriche e aprono la strada allo studio delle armi antiche, rivelando metodi e materiali che possono essere studiati in altri siti archeologici del Neolitico europeo, fornendo una migliore comprensione della sfera simbolica legata a questi corredi funerari da un contesto funerario, come la Grotta di Los Murciélagos a Grenada.

Il team di ricerca conclude che le scoperte effettuate nella Grotta di Los Murciélagos ridefiniscono i limiti delle nostre conoscenze sulle prime società agricole in Europa e offrono una visione unica sui materiali e sulle pratiche ancestrali dell’arco.

Lo studio dei resti archeologici è stato effettuato applicando tecniche avanzate di microscopia e analisi biomolecolare, che combinano l’analisi di proteine ​​e lipidi.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Universitat Autònoma de Barcelona

Ciao! Lascia un commento o una tua considerazione. Grazie

error: Il contenuto è protetto!!