EGITTO IN TOUR – PRIMO GIORNO
Primo giorno del viaggio verso l’Egitto: lungo, lunghissimo, tra spostamenti in pullman e voli al Cairo e Luxor, si riesce a cenare solo intorno alle 23 italiane.
La foschia della mattina teatina, allo scalo, avvolge delicatamente case, auto e persone che già appena dopo le 7 si muovono pigramente per la città.
Alle 7,30 inizia il viaggio, tanto desiderato, verso quella terra che tanto ha donato alla storia del mondo. Il pullman, seguendo i percorsi, oggi autostradali, che affiancano la nota via consolare abruzzese, la Tiburtina Claudia Valeria, procede con il suo passo e con le sue fermate: S. Clemente a Casauria, Avezzano, Ciampino e quindi Fiumicino.
Il riposo della mente, sottolineato da pisolini ricreativi, è alternato alla lettura di racconti su quella terra che andrò a visitare: un ripassino di luoghi, personaggi, monumenti, snocciolati in chiave di romanzo storico.
All’aeroporto internazionale, l’incontro con i colleghi d viaggio è ulteriore momento di svago, di racconto di aneddoti e spuntini in attesa del check in, prima, e dell’imbarco, poi.
Tre ore di volo, con delizioso pranzo a bordo, vissuti tra l’immancabile lettura, pensieri sulla vita vissuta e sui massimi sistemi del mondo, mi conducono al Cairo: il tempo della burocrazia, il visto di ingresso nel paese, non lascia scampo ai momenti degli relax, di nuovo in volo, destinazione Luxor.
Poco meno di un’ora e siamo a Tebe, la città dalle cento porte: dopo la spasmodica attesa per il ritiro del bagaglio al moderno e freddo aeroporto di Luxor, Samir, l’autista inviatoci dall’hotel, ci conduce fino al West bank, Tebe Ovest, non la Luxor sfavillante dei turisti, degli alberghi, ma la città vera vissuta dai cittadini eredi di quegli egiziani antichi contaminati dalle principali culture degli ultimi 5000 anni.
Dall’aeroporto, altri 45 minuti per raggiungere la destinazione con Samir che, appena saliti sul pulmino, ci accoglie con un “Bella Ciao” a tutto volume… Le strade attraversate non sono cambiate rispetto a oltre dieci anni or sono, l’hotel che ci accoglie, il Fayrouz, è identico e accogliente, spartano al punto giusto, ma confortevole, sempre circondato da piantagioni di canna da zucchero, palme e stretti canali d’acqua,
Alle 23, cena frugale, visita veloce alla sponda del Nilo per gustare il Tempio di Luxor illuminato in tutto il suo splendore ed eccomi a scrivermi le impressioni di queste prima giornata.
A domani, buona notte.
Daniele Mancini