GLI EDIFICI RELIGIOSI NEL MONDO ROMANO – terza parte
Prosegue la disamina sugli edifici religiosi del mondo romano. Le prime due parti: GLI EDIFICI RELIGIOSI NEL MONDO ROMANO – prima parte; GLI EDIFICI RELIGIOSI NEL MONDO ROMANO – seconda parte.
Buona lettura.
Santuari dell’Italia Centrale – Abruzzo e Molise
I santuari laziali furono affiancati da santuari italici terrazzati ed architettonicamente più semplici già dal III secolo a.C. L’influenza del mondo ellenico fu evidente nel mondo laziale ed in seguito reinterpretato anche dagli italici.
Pietrabbondante, tipico esempio di santuario italico, fu uno dei fulcri nell’organizzazione della lotta contro Roma ed è noto che i ribelli si riunirono nel locale teatro, poi distrutto dai romani, sulla cui parte superiore è situato un tempio tripartito e con spazi porticati, il tutto costituente un unico suggestivo complesso architettonico. Il teatro funge sempre da passaggio e luogo di riunioni con un’osmosi tra elementi esterni ed autoctoni che si lega incredibilmente con il territorio circostante. Il tempio, che sulle ali presenta un ordine dorico, è posto su un alto podio di tipo italico, con scalinata incassata in cui una specifica pianificazione mostra effettivamente quanto il teatro abbracci tutto il complesso, completamente incassato nella cavea naturale. La peculiarità del teatro di tipologia architettonica ellenistica è costituita dalle particolari fattezze anatomiche delle sedute, La sostruzione dell’intero complesso è in opera poligonale, realizzata in pieno III secolo a.C. Recenti scavi hanno permesso l’individuazione di nuove interessanti strutture di pertinenza del santuario.
Sulmona ospita il Santuario di Ercole Curino: la vicinanza con le strutture laziali, lungo l’asse viario della Tiburtina Valeria, mostrano quanto sia significativa l’influenza laziale ne presuppone un’importante influenza ; con la sostruzione in opera mista, il santuario si sviluppa su due terrazzi utilizzati per il passaggio, sovrastati da un terzo che ospita il tempio dedicato e una porticus colonnata. Il santuario ha un culto legato ad Ercole già dal IV secolo a.C.: la presenza di una grotta e di una fonte sacra è simile a quanto esistente nel Santuario extraurbano di Sant’Ippolito a Corfinio, nelle vicinanze, al quale il Tempio di Ercole Curino è legato per affinità architettoniche (la presenza di terrazzamenti) e sacre (la fonte è in versione più ridotta).
Il complesso di Corfinio è invece databile al I secolo a.C. L’ingresso al sacello (non un vero e proprio tempio) del Santuario di Ercole Curino è permesso grazie ad una gradinata monumentale utilizzata anche per officiare i culti sacri ma che si riduce salendo verso il sacello stesso. Questo è decorato con mosaici di mosaico policromi con figure e temi decorativi e simbolici diffusi in tutto il Mediterraneo in età ellenistica (delfini, girali, decorazioni parietali policromatiche). Il pavimento musivo è il cuore della cella sul cui fondo sono posti i vari cippi votivi dedicati e Ercole. Non mi soffermerò sugli importanti manufatti rinvenuti durante gli scavi del santuario.
A Castel di Ieri è stato rinvenuto un santuario con due templi i cui resti visibili sono nella versione augustea ed una delle fosse votive più ricche d’Abruzzo. I resti si trovano ai piedi di una parete rocciosa nei pressi di una sorgente, ovviamente divenuta votiva! Il tempio più antico è databile al IV secolo a.C. ed è stato realizzato su alto podio in pietra con alzato in materiale deperibile. Il secondo tempio, risalente al II secolo a.C., è anch’esso su alto podio realizzato in opera poligonale e accessibile da una scalinata frontale. Questo tempio, edificato sulla struttura più antica, presenta una cella tripartita preceduta da un pronao a quattro colonne, con capitelli ionici. I tre ambienti erano pavimentati con un mosaico e conservavano sulle pareti tracce di intonaco dipinto. Notevole e di varia natura i manufatti rinvenuti durante gli scavi.
Schiavi d’Abruzzo, centro ai confini con il Molise, accoglie due strutture templari recintate da poderose mura poligonali che cingono il temenos terrazzato del santurio. Una fossa votiva molto proficua ha restituito materiali di diverse tipologie. Il tempio più antico, di tipica evoluzione italica, è edificato su alto podio, ha una scalinata anteriore, è tetrastilo, postico, con unica cella i cui capitelli sono di ordine ionico e completati con stucco. Con il tempio di Schiavi si introduce una tipologia decorativa tipica dei podi italici e poi romani: la caratteristica presenza della modanatura del basamento sia diritta che rovesciata, ad eco, del più conosciuto toro attico! Il secondo tempio, prostilo e tetrastilo, è del I secolo a.C. e oggi è ricostruito. E’ in laterizio, senza podio, appositamente per non superare l’imponenza l’altro tempio; la particolare pavimentazione è composta da decorazioni a tessere di cocciopesto bianco e nere.
Dopo Schiavi, l’antico tratturo, prima di giungere a Iuvanum, attraversava l’antica Tremula (oggi Quadri). Iuvanum è una delle poche città di cui è attestata la municipalizzazione romana (49 a.C.) ed è anche una importante sede di questo percorso viario commerciale. Il foro (la piazza del mercato) è affiancato da vari templi, un teatro (che non fa parte di un progetto unitario teatro-templi come avviene a Pietrabbondante) e una basilica. Il santuario italico nasce, quindi, sin dal III secolo a.C. lungo la via tratturale, con un imponente foro boario e un mercato stagionale legato alla transumanza. Sulla sommità dell’acropoli è stato edificato un tempio, prostilo su alto podio in opera quadrata rivestita da lastre in pietra, con scalinata centrale e colonne con capitello dorico. Successivamente l’area sacra venne ampliata con la costruzione di un secondo tempio più piccolo, anch’esso su alto podio, con cella unica preceduta da un pronao con gradinata, ora non più visibile.
A fronte dei santuari più monumentali ve ne sono altri che hanno fornito solo doni votivi, si riscontra che la fascia collinare adriatica è prolifica di piccoli santuari o singoli tempi. Dal materiale rinvenuto negli scavi, si comprende che al Santuario di Monte Giove a Penna S. Andrea (patria delle stele sabelliche) possa essere situato un santuario con dedica a divinità femminile databile tra il IV e il III secolo a.C.) e, inoltre, vi è stata rinvenuta una necropoli femminile con tombe datate tra il VII ed il II secolo a.C. Al Santuario di Colle S. Giorgio a Castiglione Messere Raimondo, invece, sono state rinvenute terracotte architettoniche simile a quelle del complesso templare della Civitella a Chieti.
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Daniele Mancini