giovedì, 21 Novembre 2024
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I PAPIRI DI ERCOLANO ANALIZZATI DAL SINCROTONE INGLESE

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Un team di ricercatori, guidati dal famoso decodificatore di codici antichi, Brent Seales, userà il sincrotone Diamond Light Source, la struttura scientifica del Regno Unito nel cuore dell’Oxfordshire, per esaminare una collezione di codici antichi di proprietà dell’Institut de France.

Utilizzando il sincrotone, un tipo di acceleratore di particelle circolare e ciclico, una potente fonte di luce unita a tecniche speciali sviluppate dal team, i ricercatori stanno lavorando per aprire virtualmente due rotoli completi e quattro frammentari dei Papiri di Ercolano. Dopo decenni di sforzi, Seales ritiene che le scansioni con il Diamond rappresenti la migliore possibilità di rivelare il contenuto di questi papiri di 2000 anni or sono.

Seales è direttore della Digital Restoration Initiative presso l’Università del Kentucky, un programma di ricerca dedicato allo sviluppo di strumenti software che consentono il recupero di testi fragili e illeggibili. Secondo Seales, il sincrotone Diamond Light Source è un elemento assolutamente cruciale nel progetto per rivelare la scrittura da materiali danneggiati, in quanto offre luminosità e controllo senza pari per le immagini che si possono creare. 

Seakes ritiene che i testi del mondo antico sono rari e preziosi e semplicemente non possono essere rivelati attraverso nessun altro processo noto. Grazie all’opportunità di studiare i rotoli con il sincrotone Diamond Light Source, resa possibile dalla National Endowment for the Humanities e dalla Andrew Mellon Foundation, è possibile fare un enorme passo avanti nella capacità di leggere e visualizzare questi fragili materiali. 

Negli ultimi due decenni, Seales e il suo team hanno lavorato per ripristinare e leggere digitalmente una grande quantità di materiale della cosiddetta “biblioteca invisibile” di manoscritti irreparabilmente danneggiati. 

Nel 2015 hanno raggiunto un singolare successo quando hanno visualizzato la scrittura mai vista prima e mai vista intrappolata in cinque rotoli completi dell’antica biblioteca ebraica di EnGedi. Per la prima volta in assoluto, un testo completo da un oggetto così gravemente danneggiato, che non poteva essere aperto fisicamente, è stato recuperato e ricreato digitalmente, rappresentando una vera svolta tecnica.

I Papiri di Ercolano, sepolti e carbonizzati dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., sono troppo fragili per essere aperti e rappresentano il progetto perfetto di studio: contenuti importanti, danni enormi, estrema fragilità e inchiostro difficile da rilevare.

Questi famosi papiri sono stati rinvenuti nel 1752 in un’antica villa romana nei pressi di Ercolano, la Villa dei Papiri, che si credeva appartenesse alla famiglia di Giulio Cesare. In quanto tali, rappresentano l’unica biblioteca sopravvissuta dell’antichità: la maggior parte dei 1.800 rotoli risiede alla Biblioteca Nazionale di Napoli, anche se alcuni furono offerti in dono a dignitari stranieri dal Re di Napoli e finirono alla Bodleian Library dell’Università di Oxford, alla British Library e all’Institut de France.

Lo scorso maggio, Seales ha guidato una piccola squadra di ricercatori francesi per esaminare la collezione dei Papiri di Ercolano dell’Institut de France. Hanno esaminato due pergamene completamente intatte, insieme a quattro piccoli frammenti di pergamene srotolati alla fine del 1800. Questi manufatti saranno scansionati dal sincrotone Diamond Light Source. Quattro frammenti contengono molte righe di scrittura visibile e forniranno i dati chiave necessari per sviluppare un software contenente un algoritmo di apprendimento automatico che consentirà la visualizzazione del carbonio presente nell’inchiostro.

La scansione non fornirà immediatamente il testo dei rotoli, ma permetterà di costruire le basi fondamentali per consentire tale visualizzazione: si potrà studiare la struttura interna dei rotoli in una definizione ottimale, con un livello di dettaglio per scovare gli strati altamente compressi su cui si trova il testo all’interno del rotolo. Gli studiosi ritengono, inoltre, che la tomografia catturi prove di inchiostro non basate sulla densità e invisibili a occhio nudo. 

Lo strumento di apprendimento automatico amplificherebbe quel segnale di inchiostro addestrando un algoritmo informatico a riconoscerlo da immagini di frammenti già aperti ce he mostrano esattamente dove si trovi l’inchiostro. Sembrerebbe molto complesso…

La scansione di questi rotoli delicati sarà un’impresa gigantesca: a causa della loro estrema fragilità, sono stati fabbricati custodie su misura che consentano il minor maneggiamento possibile. I papiri, dunque, verranno inseriti nella traiettoria del raggio di particelle accelerate del sincrotone Diamond Light Source. una linea di luce a raggi X ad alta energia che opera con energie di fotoni di 53-150 keV (multiplo dell’unità di misura dell’energia).

Se alcuni Papiri di Ercolano sono stati sottoposti a sforzi fisici (e in gran parte disastrosi) per aprirli, nessuno è ancora riuscito a rivelare testi completi dei centinaia che rimangono strettamente chiusi. Seales conferma che i rotoli sacrificati in passato serviranno come chiave per recuperare il testo da quelli ancora integri ma illeggibili.

Ripristinando e leggendo digitalmente questi testi, che sono probabilmente i più difficili e prestigiosi da decifrare, si creerà un nuovo metodo per rivelare qualsiasi tipo di inchiostro su qualsiasi tipo di supporto in qualsiasi tipo di manufatto culturale danneggiato.

Noi comuni mortali attendiamo con ansia i risultati…

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Rotoli del Mar Morto

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