IL CODICE DI HAMMURABI
La stele del Codice di Hammurabi è stata rinvenuta nel 1901 a Susa (oggi Shush), nell’Iran sud-occidentale: realizzata in diorite nera, alta 2,25 mt, costituisce uno dei gioielli della collezione di Antichità orientali del Museo del Louvre, a Parigi. Una copia si trova al Pergamonmuseum, a Berlino.
Chi era Hammurabi? Lo storico Stephen Bertman riassume in parte il personaggio di Hammurabi, il sesto re della dinastia amorrita, che salì sul trono babilonese nel 1792 a.C.:
Hammurabi era un abile amministratore, un abile diplomatico e astuto imperialista, paziente nel raggiungimento dei suoi obiettivi. Dopo aver preso il trono, emise un annuncio perdonando i debiti della gente e durante i primi cinque anni del suo regno aumentò ulteriormente la sua popolarità rinnovando piamente i santuari degli dei, in particolare Marduk (anche conosciuto come Bel), divinità protettrice di Babilonia. Quindi, con il suo potere assicurato tra i confini del regno e le sue potenti forze militari, iniziò una serie di campagne quinquennali contro gli stati rivali, a sud e ad est, ampliando il suo territorio.
S. Bertman, Handbook to Life in Ancient Mesopotamia, Oxford University Press 2002
Il grande Hammurabi, dunque, ha sposato la mentalità di un sovrano appassionato che ha dato uguale importanza a progetti civili populisti (come si direbbe oggi…) e a conquiste militari.
Il nome Hammurabi è imprescidibilmente legato a quello di antico re legislatore, promulgatore di un importante codice di leggi che dettava numerose norme, dai contratti di lavoro, alle proprietà fino ai rapporti familiari.
La versione quasi completa del Codice di Hammurabi con le sue 282 leggi è stata scolpita sulla stele che ha una forma simile a un enorme dito indice. Inscritta in lingua accadica, mostra la scrittura cuneiforme scolpita solo su un lato. Tuttavia, contrariamente alla nozione popolare, il Codice non si trova solo su questo enorme esemplare antico.
Altre copie del Codice, che potrebbero addirittura precedere la stele stessa, sono inscritte in numerose tavolette di argilla. In effetti, una di queste tavolette di argilla è esposta al Louvre e presenta il Prologo del Codice di Hammurabi costituito dai primi 305 pittogrammi incisi sulla stele. Sono state anche trovate altre tavolette di argilla che corrispondono alle iscrizioni trovate sulla stele, come la frammentaria tavoletta in cuneiforme accadico che è stata scoperta a Tel Hazor, in Israele, risalente al 1700 a.C. circa.
Il Codice di Hammurabi non è il più antico insieme di leggi codificate nella storia umana. Il più antico codice di leggi è, probabilmente, appartenente al Codice di Ur-Nammu, iscritto tra il 2100 e il 2050 a.C. Inoltre, esiste un altro codice sumero, quello di Lipit-Ishtar di Isin che è stato probabilmente redatto almeno due secoli prima del Codice di Hammurabi.
Nonostante la sua più “giovane” età, il Codice di Hammurabi ha posto interessanti influenze anche in ambito biblico e, anche se le leggi di Hammurabi sono state in parte ispirate ai codici precedenti, la natura delle norme è maggiormente rigorosa, spesso applicabili in modo variabile in basse alle diverse classi sociali, rendendolo un codice iniquo.
Se durante i precedenti regni sumero-accadici tutte le classi sociali avevano una parità di trattamento a livello legislativo sotto l’egida di un’unica divinità, prima dell’avvento di Hammurabi il concetto di una società omogenea era stato dimenticato, con diverse tribù, leader e ordini pseudo-religiosi in lotta per il potere. A tale proposito, la rigidità del Codice di Hammurabi era probabilmente una misura per prevenire tali faide e conflitti incessanti tra diverse fazioni.
Il prologo del codice inizia esplicando delle affermazioni illuminanti, esemplificate dalle stesse parole di Hammurabi, ricalca lo stretto rapporto fra il re e le divinità. Le leggi sono considerate di origine sacra, al punto che lo stesso Hammurabi sottolinea di essere stato incaricato dagli dei per “distruggere le forze del male, affinché il potente non opprimesse il debole”.
Nonostante le magnanime pretese di essere “illuminanti”, molte delle norme del Codice di Hammurabi sono semplicemente severe e, in alcuni casi persino, inquietanti. Un esempio appropriato è una famosa citazione dal contesto biblico: “Occhio per occhio e dente per dente”, che è solo una parafrasi di alcune leggi di Hammurabi iscritte nel codice.
Tali incidenze della lex talionis (ritorsioni autorizzate dalla legge per torti subiti…) sono anche esemplificate nel Codice di Hammurabi. Per esempio:
Qualora qualcuno sia colto sul fatto di rubare, allora sia messo a morte.
Qualora una taverniera tenutaria di una taverna non accetta frumento secondo il peso lordo in pagamento di bevande, ma prende denaro, ed il prezzo della bevanda è meno di quello del frumento, sia condannata e gettata nell’acqua.
Qualora un figlio di una cortigiana o di una prostituta dica a suo padre o madre adottivi: “Tu non sei mio padre, o mia madre”, gli sia tagliata la lingua.
Qualora un figlio colpisca suo padre, gli siano troncate le mani.
Qualora un uomo rompa un dente ad un suo pari, gli sia rotto un dente.
Qualora un costruttore costruisca una casa per qualcuno, e non la costruisce correttamente, e la casa che ha costruito cade e uccide il suo proprietario, quel costruttore deve essere messo a morte.
Dal Codice
Come è stato accennato, il Codice di Hammurabi è stato per molti versi una misura reazionaria avviata dallo Stato per tenere sotto controllo le faide e le rivalità contemporanee. Durante questi periodi tumultuosi nella regione della Mesopotamia, le leggi draconiane favorivano la classe dominante rispetto alle classi sociali sottomesse. Un esempio appropriato di tali risoluzioni sponsorizzate dallo Stato può essere raccolto da questa norma particolare:
Qualora qualcuno rubi bestiame o pecore, o un asino, o un maiale o una capra, qualora esso appartenga a un dio o alla corte, il ladro paghi trenta volte tanto; qualora appartengano a un uomo liberato del re paghi egli il decuplo; qualora il ladro non abbia nulla con cui pagare, sia messo a morte.
Dal Codice
Inoltre, alcune norme erano, senza mezzi termini, di genere, generalmente tendenti a favorire gli uomini liberi rispetto alle donne, anche per lo stesso crimine e anche solo con semplici accuse:
Se il “dito è puntato” contro una moglie di un altro uomo, ma non è colta a dormire con l’altro uomo, ella salterà nel fiume per suo marito.
Va anche notato che gli uomini liberi non avevano la vita semplice:
Qualora un uomo colpisca una donna libera per nascita in modo che ella perda il figlio senza partorirlo, egli pagherà dieci shekels per la perdita di lei.
Qualora quella donna muoia, sua figlia sarà uccisa.
Mentre tali norme, negli ambiti morali, erano vigilate direttamente dallo Stato, specialmente quando si trattava di questioni relative alle relazioni familiari, il Codice di Hammurabi era sorprendentemente “progressivo” in altre aree.
Il Codice ha stabilito direttive semplici ma eque in materia di divorzio, limitazione delle doti, diritti di proprietà e divieto di incesto. Un buon esempio di “equità” è mostrato da questa legge particolare che avrebbe avuto effetto, per esempio, in caso di emergenza climatica.
Se qualcuno ha un debito per un prestito, e una tempesta danneggia i cereali, o il raccolto perisce, o i cereali non crescono per carenza di acqua; in quell’anno non ha bisogno di dare al creditore alcuna quantità di cereali, egli lava nell’acqua la tavola in cui è segnato il debito e non paga alcuna rendita per tale anno.
Ma il “pezzo forte” della progressività nel Codice di Hammurabi è stato incarnato dalle ruvide norme sui salari minimi che hanno avviato compensazioni obbligatorie per diverse professioni.
Ad esempio, i braccianti e i pastori dovevano essere pagati in natura almeno “otto gur di mais all’anno”, mentre i conducenti di bue e i marinai dovevano perceopire “sei gur di mais all’anno”.
Il codice regolamentava anche delle norme sanitarie e prestazioni mediche:
Qualora un medico faccia un’ampia incisione con un coltello operatorio e lo curi, o qualora egli apra un tumore (sopra l’occhio) con un coltello operatorio, e salvi l’occhio, riceverà dieci scicli in denaro.
Qualora il paziente sia un uomo liberato, egli riceve cinque scicli .
Qualora egli sia lo schiavo di qualcuno, il suo padrone darà al medico due scicli .
Se un aspetto sociale contemporaneo può essere raccolto dal Codice di Hammurabi, è lo stato di maltrattamenti istituzionalizzati dagli schiavi.
Questo grave ambito rispecchia ancora una volta i tempi turbolenti in cui Hammurabi ha dovuto affrontare le numerose fazioni interne e le conquiste esterne. La maggior degli schiavi erano ex prigionieri di guerra che sono stati forzatamente introdotti nella società babilonese. Ecco alcune delle leggi che esemplificano l’atteggiamento ingiusto nei confronti degli schiavi:
Qualora un uomo cavi un occhio ad un altro, gli sia cavato un occhio.
Qualora un uomo rompa un osso ad un altro, gli sia rotto un osso.
Qualora cavi l’occhio di un uomo liberato, o rompa l’osso di un uomo liberato, pagherà una mina d’oro.
Qualora cavi l’occhio dello schiavo di un uomo, o rompa l’osso dello schiavo di un uomo, pagherà metà del valore di esso.
Se uno schiavo ha detto al suo padrone: “Tu non sei il mio padrone”, sarà considerato come suo schiavo e il padrone gli taglierà l’orecchio.
Inoltre, possedere schiavi, come proprietà, era considerato un affare serio e, come tale, le punizioni nel Codice di Hammurabi erano estremamente dure per la “perdita” di proprietà:
Qualora un barbiere, all’insaputa del rispettivo padrone, tagli il marchio di uno schiavo che non deve essere venduto, siano tagliate le mani di questo barbiere.
Qualora un medico faccia una grande incisione con il coltello operatorio sullo schiavo di un uomo liberato, e lo uccida, rimpiazzerà lo schiavo con un altro schiavo.
Finora si è dimostrato come il Codice di Hammurabi oscilli tra essere ridicolmente severo e stranamente progressivo, ma è interessante notare come sia uno dei pochissimi codici di legge antichi che hanno dato importanza all’ “innocenza fino a prova contraria”. La presunzione di innocenza è più frequente che porre l’onere della prova sull’accusatore:
Qualora qualcuno accusi un altro, ponendo un bando su di lui, ma non possa provare l’accusa, allora quello che ha accusato sia messo a morte.
Molti studiosi e molti storici non sono ancora sicuri di come le leggi del Codice di Hammurabi siano state praticamente utilizzate in una società dinamica costellata da tanti parametri pericolosi, come le facinorose fazioni tribali, le onnipresenti influenze politiche e persino i vari culti delle divinità. Inoltre, va notato come la maggioranza della popolazione avrebbe potuto essere analfabeta e, come tale, la legge avrebbe potuto essere interpretata e applicata solo in base alle preferenze personali del giudice locale o di qualsiasi autorità preposta a giudicare.
Qual era il contesto sociale nel quale il Codice di Hammurabi ha avuto il suo sviluppo? Hammurabi è riuscito a irrompere nella scena politica di Babilonia non solo succedendo a suo padre, Sin-Muballit, che probabilmente è stato costretto ad abdicare, ma ha continuato anche l’eredità di questi nel potenziamento delle infrastrutture dello Stato, dall’ampliamento delle mura della città, alla costruzione di canali di irrigazione, alla costruzione di templi ostentati in onore delle sue divinità protettrici.
Al di là dei popolari progetti civili, Hammurabi è stato un sovrano molto ambizioso che desiderava anche mettere le mani sulle terre vicine della Mesopotamia ricca di risorse. Quindi, uno ad uno, il re ha concluso patti di alleanza con altre città-stato per conquistare i suoi regni bersaglio. Raggiunti gli scopi, gli accordi sono stati rotti e l’alleato di prime è divenuto il prossimo obiettivo da conquistare.
Una tale tendenza militare opportunistica è continuata fino a quando Hammurabi è stato padrone di tutta la parte meridionale della Mesopotamia: negli anni seguenti, ha condotto campagne contro la rivale e potente città-stato di Mari, in Siria;, distruggendola nel 1761 a.C.. Nel 1755 a.C., marciò direttamente su Ashur e conquistò l’Assiria, diventando così il sovrano dell’intera Mesopotamia.
L’acquisizione di così tante terre, città e le loro diverse costituzioni sociali avrebbe potuto spingere l’avvio del Codice di Hammurabi a livello quasi “universale”, coagulando rigorosamente la natura divisiva dell’ormai espanso impero babilonese.
Daniele Mancini
- J. Bottéro, Le “code” de Hammurabi, dans Mésopotamie: l’écriture, la raison et les dieux, Paris 1987
- P. Matthiae, La storia dell’arte dell’Oriente Antico, vol. 2: “Gli Stati Territoriali”, Milano 2000
Ciò che davvero mi serviva non ć è, quindi siete davvero inefficienti e andate…
Mi dispiace per lei, una sana enciclopedia cartacea farà sicuramente al caso suo…
davvero un bell’articolo
Grazie Daniele, grazie per leggermi
Ottimo articolo! È stato un piacere leggerlo. Grazie Daniele
Grazie Carlo, grazie per leggermi
Ciao io sto leggendo questo articolo per la scuola e mi è piaciuto moltissimo. Grazie mille Daniele per avere fatto questo articolo, utilissimo.
Caro Emanuele, lieto possa essere utile e grazie per leggermi.