mercoledì, 5 Febbraio 2025
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INDIVIDUATO SISTEMA DI DRENAGGIO E IRRIGAZIONE CHE HA DATO VITA ALLA RIVOLUZIONE NEOLITICA AMAZZONICA

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Una società precolombiana in Amazzonia ha sviluppato un sofisticato sistema di ingegneria agricola (drenaggio e irrigazione) che ha permesso di produrre mais durante tutto l’anno, secondo una recente scoperta di un team di ricercatori dell’Institute of Environmental Science and Technology (ICTA-UAB) e del Department of Prehistory presso l’Universitat Autònoma de Barcelona (Spagna), delle Università di Exeter, Nottingham, Oxford, Reading e Southampton, dell’Università di San Paolo (Brasile) e di diversi collaboratori boliviani. Questa scoperta si contrappone le precedenti teorie che escludevano la possibilità di un’agricoltura intensiva basata su monocolture nella regione.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature, descrive come la cultura preispanica Casarabe dei Llanos de Moxos in Bolivia progettò e implementò un innovativo sistema di ingegneria paesaggistica, che comprendeva la costruzione di estesi canali di drenaggio e stagni agricoli per l’irrigazione. Questo progresso permise la trasformazione delle savane tropicali allagate in campi altamente produttivi, guidando così lo sviluppo della “Rivoluzione neolitica” in Amazzonia, intesa come il processo verso un’economia basata sulla produzione agricola.

Questa regione, abitata dal popolo Casarabe tra il 500 e il 1400 d.C., è una savana tropicale di pianura caratterizzata da intense stagioni delle piogge e inondazioni, nonché da stagioni molto secche. La ricerca, guidata da Umberto Lombardo, un archeologo ambientale presso l’UAB, ha identificato un’infrastruttura agricola unica nel suo genere, mai documentata in nessun’altra parte del mondo. Questo sistema consentiva gli abitanti di drenare l’acqua in eccesso dai campi allagati durante la stagione delle piogge, facilitando la produttività agricola. Oltre ai canali di drenaggio, la cultura Casarabe costruì gruppi di stagni agricoli che fungevano da riserve d’acqua. Questi stagni consentivano l’irrigazione a vaso, consentendo alla coltivazione del mais di continuare durante la stagione secca.

Questo duplice sistema di gestione dell’acqua consentiva almeno due raccolti di mais all’anno, assicurando una fornitura alimentare stabile tutto l’anno, essenziale per sostenere una popolazione relativamente numerosa e, secondo Lombardo, questa strategia agricola intensiva indica che il mais non era solo coltivato, ma era probabilmente la coltura principale della cultura Casarabe.

Questo modello agricolo non si basava sulle tecniche tradizionali di deforestazione utilizzate per creare campi fertili. Il popolo Casarabe, invece, conservava le foreste vicine per altri scopi, come l’ottenimento di legna da ardere e piante medicinali, implementando al contempo pratiche che massimizzavano l’uso efficiente di acqua e suolo nelle savane stagionalmente allagate.

Queste conclusioni sono state possibili grazie a un meticoloso lavoro sul campo che ha combinato tecniche come l’analisi microbotanica, il telerilevamento e l’archeologia ambientale. L’analisi di 178 campioni di fitoliti (microfossili vegetali) e polline da uno stagno agricolo ha confermato la presenza di mais nei campi e il ruolo cruciale della monocoltura di mais nella dieta di questa società precolombiana, mostrando l’assenza di altri tipi di colture.

Lombardo ritiene che è possibile documentare che questa sia stata la prima economia agraria basata sui cereali in Amazzonia, dove, fino ad oggi, si credeva che l’agricoltura fosse basata sulla policoltura agroforestale e non su monocolture su larga scala: non era così a Llanos de Moxos e afferma che questo innovativo pezzo di ingegneria ha permesso la trasformazione di un ambiente difficile in un sistema produttivo che ha garantito la stabilità alimentare e sostenuto lo sviluppo di una popolazione in crescita.

La ricerca non solo getta luce sulle capacità tecnologiche delle civiltà precolombiane, ma offre anche lezioni preziose per la sostenibilità agricola moderna. Questa scoperta è una testimonianza dell’ingegnosità e dell’adattabilità del popolo Casarabe, che prosperò grazie alla sua capacità di progettare soluzioni agricole sostenibili a lungo termine in un ambiente avverso.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Universitat Autònoma de Barcelona

Amazzonia

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