ISCRIZIONE GRECA RINVENUTA SULL’ACROPOLI DI PALAEPAPHOS, CIPRO
Il Dipartimento delle Antichità dell’Università di Cipro ha annunciato il completamento della quattordicesima campagna di scavo condotta a Palaepaphos. nel cui mare è avvenuta la mitica nascita di Afrodite. La stagione degli scavi del 2019 si è svolta tra maggio e giugno 2019 e si è concentrata sull’altopiano di Hadjiabdoulla, un chilometro a est del Santuario di Afrodite, a Kouklia.
Il Palaepaphos Urban Landscape Project (PULP), dal 2006, sotto la direzione di Maria Iacovou, docente del Dipartimento di Storia e Archeologia, ha portato alla luce nuovi monumenti sull’altopiano. Sconosciuti fino a poco tempo fa, questi imponenti complessi architettonici indicano che l’altopiano di Hadjiabdoulla ha funzionato come acropoli/cittadella, il centro amministrativo-economico della dinastia reale, vassalla di persiani, macedoni e Tolomei, dell’antica Palaepaphos durante il periodo classico, tra V e IV secolo a.C.
Nell’ultimo decennio, il team dell’Università di Cipro ha scavato un vasto complesso di produzione e stoccaggio situato sul lato nord dell’altopiano. Ad oggi, sono stati portati alla luce 930 metri quadrati, circa il 30% dell’estensione del complesso, identificando otto unità distinte suddivise da corridoi, composte da cortine murarie di quasi 2 mt di altezza.
La principale scoperta di questa stagione è stata un piccolo frammento che riporta un’iscrizione con inchiostro nero. L’iscrizione, realizzata nel sillabario cipriota, una scrittura sillabica usata a Cipro nell’Età del Ferro, dall’XI al IV secolo a.C. circa, quandoè stato sostituito dall’alfabeto greco, è stata letta lo stesso giorno dalla ricercatrice del PULP, Artemis Karnava. Riporta un elenco frammentario, con quantità di prodotti, e rivela che i gerenti di Paphos conservavano un archivio economico dei loro commerci.
Fino ad oggi, l’unica altra cittadella reale in cui è stato identificato un archivio simile è quella di Idalion, una delle dieci città-stato cipriote, a sud-est di Nicosia, dove sono state trovate centinaia di iscrizioni nell’alfabeto fenicio. L’iscrizione di Palaepaphos potrebbe ridefinire molti fatti storici riguardanti il sistema di gestione economica delle città-stato cipriote.
Nel corso della stagione 2019, il team ha completato lo scavo dell’Unità 5, dove è stato trovato un bacino di pietra di calcare morbido. Inoltre, è stato identificato come il pavimento di ciottoli dell’unità poggiasse su un piano precedente di calpestio usato quale luogo di passaggio per trasporti di carichi diretti a una vasca presso l’Unità 6.
L’indagine dell’Unità 7 ha confermato la presenza di ambienti sopra le unità del piano terra, il cui pavimento era realizzato con battuto intonacato liscio. I tetti erano coperti con grandi piastrelle decorate con fasce rosse. A ovest dell’Unità 7, gli scavi hanno rivelato un ambiente straordinaria di circa 25 mq, con un pavimento eccezionalmente ben conservato. L’unità 8 contiene un bacino di pietra del mulino di circa 1,5 m. di diametro.
Un enorme pithos alto 1,5 mt è stato trovato affondato nel pavimento. È probabile che l’Unità 8 sia stata utilizzata per la frangitura delle olive, la prima fase della produzione di olio d’oliva.
Infine, il team è riuscito a svuotare l’ambiente Unità 2, Nel suo interno sono stati rinvenuti circa 430 chili di conchiglie viola, murex. Questo enorme deposito di conchiglie era poggiato sul pavimento di mattoni di fango; i gusci erano stati raccolti per la lavorazione secondaria, dopo la produzione del colorante. La preziosa tintura viola è stata prodotta in vari centri costieri del Mediterraneo, sin dall’età del bronzo, ma le fasi della sua produzione industriale rimangono poco conosciute.
Nel 2020 lo scavo del complesso proseguirà verso est.
Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini
Per ulteriori info: Press and Information Office
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